PIANO STRATEGICO A RISCHIO: RITARDO SUI FONDI
Sindaci e assessori dei nostri comuni seguono con ansia gli sviluppi tecnici e politici del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari.
Al consiglio metropolitano dei sindaci sono state adottate ben quattro delibere. Ora si attendono i finanziamenti per cantierizzare le maggiori opere dei 31 comuni dell’area metropolitana, tra i quali anche Turi.
Intanto, Michele Emiliano, sindaco di Bari, batte cassa a nome di tutti i comuni della Metropoli. Il sindaco vuole accelerare i tempi, si rende protagonista in queste ore di un duro braccio di ferro con i maggiori esponenti del Partito Democratico, quindi accusa Nichi Vendola di aver “scambiato il Piano strategico per un mero fatto tecnico”.
“Se non si sbloccano i fondi strutturali rischiamo la beffa – è il monito lanciato dal capoluogo barese – Avevamo l’aspirazione di creare 30mila posti di lavoro, e invece è tutto bloccato perché non si possono spendere i soldi”.
IL CASO E’ POLITICO? – La partita dell’attuazione o meno del Piano strategico si giocherebbe su quisquilie o tutt’al più lungaggini burocratiche: la Regione Puglia vorrebbe evitare rischi sul patto di stabilità. “Verificate se c’è una formula per evitare l’impatto del Patto di stabilità sulla spesa della Regione” – aveva messo in guardia alcuni giorni fa il presidente della Regione Onofrio Introna.
Eppure da un po’ di tempo si insinuano alcuni sospetti. Se l’Unione europea non aiutasse la Regione a sbloccare i fondi strutturali che servono per cantierizzare tutte le opere, il governo nazionale tornerebbe in possesso di queste somme, mentre l’amministrazione regionale e i comuni sarebbero accusati di incapacità di spesa.
E’ il sospetto che ci sia un disegno a monte, una manovra politica in vista di imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento e non solo.
Sarebbe una vera e propria beffa, visto che il Piano è pure a buon punto: sull’intero parco progetti vi è anche la Valutazione Ambientale Strategica, pertanto la Regione Puglia deve procedere con il finanziamento del parco progetti, risolvendo al più presto i problemi con il proprio patto di stabilità.
L’entourage non solo politico che ruota attorno al piano strategico è seriamente preoccupato, perché questi fondi strutturali FAS dovrebbero costituire una boccata d’ossigeno sia per i singoli comuni dell’area metropolitana che per Bari, lanciata come capitale europea del 2019. Invece ogni singolo progetto appare in stand-by o accantonato. Di questo passo bisognerà correggere il logo: da ‘Bari 2015’ a data da destinarsi.