Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Attualità

Mirtilli fuori suolo, la scommessa di Kristofer Mucollari

Kristofer Mucollari

Quest’anno sarà la prima annata di piena produzione per il nostro concittadino classe ’93 che, dopo aver terminato gli studi e avviato la sua azienda, intravede nel futuro la creazione di un marchio tutto suo

Negli scorsi giorni, sull’interessante sito web www.italianberry.it, è stata pubblicata un’intervista in cui protagonista è un nostro giovane concittadino, ovvero Kristofer Mucollari, classe ’93. “Turi è una delle capitali italiane della frutticoltura di qualità […]. È in questa terra ricca di tradizione che Kristofer ha intrapreso un progetto innovativo, introducendo qualche anno fa la coltura del mirtillo fuori suolo. Un investimento importante che entrerà nel pieno della produzione proprio in questo 2021” – scrive la redazione di Italianberry.

LE ORIGINI DI UN PROGETTO “FOLLE”

179212476_298663688446943_3814102036833353697_n

Ai microfoni di Italianberry, Kristofer ha ripercorso i primi passi di questo suo progetto ambizioso. Prima, però, di entrare nel dettaglio, gli abbiamo domandato: in cosa consiste la coltivazione fuori suolo. «Il fuori suolo è una tecnica di coltivazione che consiste nel produrre, appunto, fuori dalla terra, ovverosia su un substrato a cui vengono forniti nutrienti; è una tecnica conosciuta sin da tempi antichi e Paesi come l’Olanda sono leader nell’impiego di questo tipo di tecnica».

Come mai hai deciso di focalizzarti su questa tecnica? Da dove ha avuto inizio il tuo progetto?

«Innanzitutto, terrei a sottolineare che, per la nascita di questo progetto “folle”, devo molto al supporto della mia famiglia. Ad ogni modo, tutto ha avuto inizio in parallelo agli studi universitari in Agraria. Incuriosito ed affascinato dallo studio delle colture fuori suolo, ho iniziato a fare qualche piccola prova in fuori suolo su fragola. Successivamente, ho voluto sperimentare con il mirtillo gigante americano, che troviamo spesso negli scaffali dei supermercati. Il mirtillo è una coltura abbastanza “sconosciuta” nella nostra regione. I risultati che ho avuto con il mirtillo sono stati ben più incoraggianti rispetto a quelli ottenuti con la fragola, ragion per cui ho deciso di fare delle prove varietali al fine di capire quali varietà di mirtillo si adattassero al meglio al nostro clima».

L’AZIENDA “GREENAL” ED IL SUO IMPIANTO

179103201_493964085172490_7830469041792677572_n

Come anticipato poc’anzi, su italianberry.it, il nostro concittadino ha risposto ad una serie di domande, precisando che «l’impianto è situato in una zona vocata per la coltivazione di ciliegie, uva da tavola, mandorle e olivi. Attualmente la superficie della mia azienda “Greenal”, fondata nel 2016, è di poco più di due ettari di cui 1 dedicato al mirtillo». Dopo aver illustrato l’ambiente che fa da culla ai suoi teneri mirtilli, aggiunge: «Le prime prove di adattamento varietale sono state effettuate nel 2018, impiantando l’anno successivo 3500 piante, suddivise in precoci, medio precoci e tardive. Attualmente coltiviamo principalmente tre varietà di mirtilli: Alix Blue (precoce), Huron (medio precoce) e Liberty (tardivo)».

L’idea di coltivare mirtilli fuori suolo a Turi è sotto diversi aspetti rivoluzionaria, poiché in contrasto rispetto ad un certo numero di regole, scritte e non scritte; sempre sul sito web italianberry.it, Kristofer ha spiegato: «Purtroppo i suoli pugliesi, che sono argilloso-calcarei, non sono idonei alla coltivazione dei mirtilli. La voglia di diversificare la produzione è stata tanta e, di fatto, tutta l’azienda è gestita in fuori suolo, ovvero le piante sono coltivate in vaso con substrato idoneo alla coltura».

INERBIMENTO SPONTANEO E BIODIVERSITÀ

178845541_456686308765909_1029102092117939078_n

Come vi siete attrezzati – gli hanno domandato – per rispondere alle nuove sfide della sostenibilità e dei cambiamenti climatici?

«Il sito produttivo è interamente gestito in modo integrato: tutta l’azienda è inerbita in modo spontaneo, consentendo lo sviluppo di un’elevata biodiversità, sia di specie erbacee che di insetti utili nella lotta ad altri che possono essere dannosi per la coltura. Con sfalci continui, si sono andate a selezionare le essenze erbacee più idonee allo sviluppo di un prato spontaneo. Al momento l’impianto non è dotato di protezioni contro gli agenti atmosferici, ma in un futuro prevediamo di coprire la coltura con reti antigrandine o tunnel con film plastico, dati i continui cambiamenti climatici. Il nostro intento futuro sarà sicuramente quello di lavorare in ambiente protetto sia per le intemperie che per l’anticipo che si può avere per la produzione. […] La raccolta dei mirtilli inizia a metà maggio e si protrae fino a luglio».

LA PRIMA ANNATA

Mirtillo Huron

“Com’ava jèsse chess’annète?” – si domandava qualcuno sui social nei giorni scorsi. Per quanto concerne Kristofer ed i suoi mirtilli, «quest’anno sarà il primo anno di produzione “piena”. Gli anni passati – riferisce Kristofer su italianberry.it – data la poca disponibilità del prodotto abbiamo venduto per lo più a piccoli negozi locali; parte del prodotto è stata destinata alla grande distribuzione mediante commercianti locali. Ci aspettiamo rese abbastanza importanti quest’anno, ma non puntiamo solo alla quantità. Il mio intento è quello di puntare molto sulla qualità, fornire al consumatore un prodotto eccellente e sicuro: per questo sono sempre alla ricerca di nuove varietà che abbiano caratteristiche organolettiche apprezzabili e riconoscibili come avviene per l’uva da tavola. […] Oltre ai mirtilli – prosegue – abbiamo dedicato una piccola parte dell’azienda alla valutazione di varietà di more senza spine e lamponi, che speriamo di ampliare successivamente per poter offrire diversi prodotti. Siamo molto fiduciosi sulle varietà di more Natchez e Ouachita».

FRUTTI ROSSI, UN MERCATO IN CRESCITA

La scelta di coltivare mirtilli ha anche ragioni di mercato?

«Attualmente la domanda di frutti rossi si fa sempre più crescente; come tutti sanno, questi frutti sono dotati di pregiate proprietà nutrizionali ed antiossidanti, di cui al momento il mirtillo è considerato il re assoluto. Spesso sugli scaffali dei supermercati è possibile trovare frutti rossi, specialmente di origine estera. Il mio obiettivo è far conoscere questi frutti anche nel nostro territorio, offrendo un prodotto sano, freschissimo e soprattutto locale. In futuro, infatti, mi piacerebbe poter commercializzare i miei prodotti con un brand a cui ho già pensato e che possa ben essere riconoscibile. Per far ciò, devo arrivare ad estendere la coltivazione dei piccoli frutti e dunque ampliare il calendario di raccolta che, al momento, è abbastanza ristretto».

Consapevoli della passione e dell’ottima preparazione accademica maturata da questo giovane turese, siamo pronti a scommettere che il giorno in cui vedrà realizzato questo suo sogno non è così lontano.

LEONARDO FLORIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *