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Anche il borgo antico diviso per colori

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Zona gialla, arancione, rossa e vinaccia: non si tratta di Covid, ma della mappatura realizzata dal Comitato Borgo Antico circa la presenza di guano per le vie del centro storico

Due settimane fa, il Comitato per la Salvaguardia e la Promozione del Borgo Antico insorgeva contro le nuove tariffe per l’occupazione del suolo pubblico; ecco come cominciava il comunicato: “Durante l’ultimo Consiglio comunale, l’Amministrazione ha approvato due regolamenti nuovi: il Regolamento del Canone Unico Patrimoniale e il Regolamento del Canone Unico di concessione dei Mercati, che, come abbiamo avuto modo di apprendere dalle parole del vicesindaco, permettono al Comune di Turi di adeguarsi alla normativa vigente.”. A distanza di una settimana da queste dichiarazioni, ovvero nello scorso numero de “La Voce del Paese”, il Comitato è tornato a farsi sentire, rendendo noti alcuni suggerimenti per implementare la rete di videosorveglianza nel centro storico.

UNA PERDITA D’APPEAL LUNGA OLTRE MEZZO SECOLO

Di seguito, invece, daremo spazio alla relazione redatta dal Comitato a proposito di una vera e propria piaga del borgo antico: il guano dei volatili, al quale vanno ad aggiungersi, specie in alcune vie, gli escrementi degli animali domestici. Prima che di decoro, è una questione igienico-sanitaria tutt’altro che sottovalutabile; a rimarcarlo, dopo un’indagine minuziosa, è lo stesso Comitato. I risultati di questo monitoraggio vengono introdotti da un excursus storico-sociologico volto ad inquadrare lo stato di abbandono in cui è piombato il borgo antico, rintracciandone le radici nei decenni scorsi: “Le case nel Borgo antico – scrive il Comitato – risultavano essere densamente abitate anche da 5-6 persone in 30 mq fino al secondo dopoguerra quando, con i soldi delle rimesse estere dei turesi emigrati nel nord Italia e in Europa, si ebbe una nuova espansione dell’abitato con la creazione di nuovi quartieri. L’attrazione verso nuovi standard abitativi importati da altre parti del mondo progredito comportò l’abbandono del borgo da parte della stragrande maggioranza dei suoi abitanti. Tale perdita “d’appeal” si susseguì per diversi decenni, durante i quali varie amministrazioni comunali, pensando di fare il bene della collettività, insieme alle condotte fognarie e dell’acqua corrente, coprirono le vie del borgo con l’asfalto, cancellando le vie lastricate, asportando le fontane, abbattendo chiesette ritenute non recuperabili e distruggendo scalinate per farvi transitare le autovetture. Il passo successivo fu che anche le già ridottissime attività economiche e artigianali si spensero migrando al di fuori di un ormai stantio e rigido carapace, quale era diventato il Borgo, o chiudendo del tutto. Ma il peggio sarebbe giunto con la vecchiaia e la scomparsa degli ultimi residenti, tenacemente legati alle loro tradizioni e alla loro casa. Invece, per i figli, l’aver ereditato una casa diventava spesso fonte di litigi con gli altri eredi legittimi, e problemi per la sua gestione; ben presto, le case degli avi cominciarono ad essere abbandonate all’incuria e all’ingiuria del tempo”.

LA MAPPATURA DEL COMITATO

“Ad oggi il Borgo Antico annovera purtroppo una serie di problematiche interconnesse tra loro, che non possono essere risolte senza una veduta d’insieme e un’azione collegiale. Difatti, quella che a prima vista sembrerebbe essere la più insidiosa, ossia la presenza massiva dei piccioni, altro non è che il risultato scaturente dall’incrostamento di altre problematiche che sembrano essere meno evidenti, ma che giocano un ruolo importantissimo. In merito, è stata avviata una mappatura abbastanza approfondita di tutte le vie del nostro Borgo Antico, con la volontà di tracciare le aree interessate dalla presenza infestante del piccione, ma anche le zone di rilascio di escrementi di animali domestici. Data la vastità dei civici interessati in diversa misura, si è reso necessario predisporre quattro livelli crescenti del grado di intensità del fenomeno e associare agli stessi quattro colori diversi: livello 1 – Grado di intensità basso (Colore giallo); livello 2 – Grado di intensità medio (Colore arancio); livello 3 – Grado di intensità medio-alto (Colore rosso); livello 4 – Grado di intensità elevato – “Urgenza intervento” (Colore vinaccia). Si fa presente che per la presente mappatura sono state riscontrate non poche difficoltà, per la mancanza di una puntuale numerazione degli abitati, che possono aver generato qualche comprensibile errore od omissione, di cui sin d’ora si chiede venia”.

1° E 2° LIVELLO: I RESIDENTI FANNO DA SÈ

“I civici nel 1° e 2° livello si caratterizzano per una situazione che sarebbe giusto definire collaterale agli altri livelli, senza volerne sminuire i problemi di vivibilità, dal momento che la stragrande maggioranza dei civici indicati risultano abitati per lunghi periodi dell’anno. In tale area il problema permane anche dopo la predisposizione, da parte dei residenti, di dissuasori di vario tipo, che pur avendo limitato o eliminato il periodo delle soste diurne e/o notturne dei piccioni, ne subiscono la sporcizia sulla pavimentazione stradale, o quella su edifici limitrofi o dirimpettai. Durante la mappatura, spesso abbiamo raccolto la lamentela dei residenti che, nella ormai più assoluta frustrazione, devono quotidianamente accollarsi l’onere della pulizia della propria area di pertinenza, e magari di quelle adiacenti, procedendo alla rimozione del guano”.

3° E 4° LIVELLO: SCENARI PREOCCUPANTI

“I civici nel 3° e 4° livello si caratterizzano sia per criticità di tipo oggettivo, sia soggettivo, che determinano problemi d’approccio per una efficace risoluzione. Nei due livelli in esame, rientrano sia beni immobili di proprietà pubblica, sia beni immobili privati, e per entrambe le categorie si riscontrano gravi situazioni di abbandono e quindi di sporcizia. Se nell’ambito privato ciò può essere determinato o da condizioni economiche non ottimali dei proprietari, o da problematiche inerenti all’eredità dello stesso immobile, tali da non consentirne una rapida e ottimale ristrutturazione dello stesso; nell’ambito pubblico, gli abbandoni non sono giustificabili, in quanto anche in presenza di ristrette risorse economiche, dovrebbe essere assicurata quanto meno l’ordinaria manutenzione degli stessi, onde evitarne quella straordinaria. Ai civici elencati, si riscontrano svariate problematiche, in alcuni d’essi più di una. Queste problematiche vanno dal fenomeno delle seconde case vissute pochi mesi l’anno, a quelle abbandonate e lasciate deperire fino alla quasi situazione di crollo. In tali condizioni gli animali riescono ad impossessarsi dell’immobile, grazie alla parziale o assoluta mancanza di infissi che spesso risultano essere stati danneggiati da atti vandalici, o di camini non adeguatamente murati ad hoc, o terrazzi e sopraelevazioni non adeguatamente puliti e/o sigillati. I piccioni, in gran numero tanto da costituire vere colonie riproduttive, con le loro deiezioni finiscono per otturare i pluviali e le grondaie, con conseguenti infiltrazioni ed ingrossamento dei parametri murari degli immobili. In altri immobili si verificano situazioni di illegalità residenziale che genera l’ovvia evasione di tributi comunali come la Tari e il relativo mancato conferimento della raccolta differenziata porta a porta; il che provoca l’odioso e quotidiano fenomeno dei rifiuti, alimentari e non, lasciati per le vie del centro storico: ciò rappresenta cibo per i piccioni e roditori e l’ovvia proliferazione dei fenomeni di rischio igienico-sanitario”.

NON DARE CIBO AI COLOMBI

“[…] I colombi possono essere, specialmente nelle colonie indebolite dal sovraffollamento, propagatori di germi patogeni, anche se nella trasmissione all’uomo, molto spesso giocano un ruolo definito secondario, anche in virtù del fatto che per la prevenzione sono usualmente sufficienti comuni norme di igiene. Sebbene il ruolo del colombo nella trasmissione di molte patologie sia secondario, è comunque necessario effettuare un continuo monitoraggio sanitario della popolazione dei colombi. E’ opportuno – aggiunge successivamente il Comitato – che i cittadini siano informati sulla necessità di evitare la somministrazione di cibo ai colombi, di adottare precauzioni per rendere non accessibili sottotetti e anfratti degli edifici, perché questi sono i due elementi che favoriscono l’eccessiva concentrazione degli animali”.

Nel prossimo numero ci soffermeremo sulle soluzioni proposte dal Comitato per risolvere questo annoso problema.

LEONARDO FLORIO

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