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Regolamento delle Entrate, un passo verso i cittadini

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Le rateizzazioni diventano più flessibili e i versamenti eseguiti dai ‘parenti prossimi’ saranno considerati validi

Il Consiglio comunale raggiunge l’unità d’intenti e voti anche sulle due modifiche al Regolamento Generale delle Entrate Comunali, studiate con l’obiettivo di venire incontro alle esigenze del cittadino-contribuente.

La prima modifica attiene i criteri e le modalità per la rateizzazione delle somme dovute dal contribuente: «Alla luce della sfavorevole congiuntura economica, ulteriormente aggravata dall’emergenza pandemica da Covid-19, si rende necessario e urgente che l’Ente preveda una maggiore flessibilità della rateizzazione. Questo – asserisce l’assessore Gigantelli – al fine di garantire, da un lato, la solvibilità degli stessi contribuenti e, dall’altro, la riscossione dei crediti relativi alle entrate comunali».

La seconda variazione, invece, interviene su una casistica specifica che si è verificata nell’azione di recupero dei tributi messa in atto nell’ultimo mese: «Si sono riscontrati numerosi casi di versamenti effettuati da affini o parenti fino al secondo grado a favore dei propri congiunti (a titolo esemplificativo e non esaustivo: un coniuge che effettua versamenti IMU o TARI a favore del coniuge; madri o padri a favore dei figli; nonni a favore del nipote). Per normare questa fattispecie in favore del contribuente – argomenta l’assessore Gigantelli – tali versamenti saranno considerati validi, a condizione che chi effettua il pagamento a nome del congiunto non risulti debitore dell’Ente».

Ricordiamoci delle aree edificabili

La minoranza accoglie favorevolmente le modifiche con una postilla del capogruppo Angelo Palmisano, che auspica che la maggioranza si interessi dell’annoso problema delle “aree edificabili”: «Con lo stesso spirito che muove l’Ente a rimodulare il Regolamento delle Entrate, ci auguriamo che venga presa in considerazione la retroattività delle aliquote stabilite nel 2020 per le “zone F”, proprio per eliminare i contenziosi e assicurare il principio di equità del sistema di tassazione, evitando di aspettare che sia la Commissione Tributaria ad esprimersi».

Emendamenti inammissibili

Con il benestare del sindaco Tina Resta, il consigliere Zaccheo illustra il contenuto degli emendamenti presentati che, come riportato nello scorso numero, si focalizzano sull’importanza di prevedere il contraddittorio preventivo, ovvero il diritto del contribuente ad essere contattato prima che venga inviato un accertamento tributario, al fine di favorire una soluzione conciliatoria.

Sul punto interviene il Segretario comunale, la dott.ssa Calabrese, confermando la linea già esplicitata in sede di Commissione: «Gli emendamenti sono inammissibili poiché non sono attinenti all’oggetto della proposta deliberativa, che modifica solo due articoli del Regolamento». Il consigliere «potrà riservarsi, in separata sede, di presentare le proprie proposte in forma di mozione, sottoscritta da almeno tre consiglieri».

«Alla luce della pessima stesura del nostro Regolamento del Consiglio comunale – ribatte l’avvocato Zaccheo – la posizione del Segretario si presta a una dubbia interpretazione rispetto alla portata dell’emendamento». «Il Presidente del Consiglio mi ha dato la possibilità di illustrare il mio emendamento, come previsto dall’articolo 15 del nostro Regolamento; dopodiché, tenendo conto del parere di legge del Segretario, dovrebbe spettare al Consiglio comunale, che è l’organo sovrano in materia di indirizzo politico, pronunciarsi sulla ammissibilità o meno dell’emendamento».

«Il Consiglio – puntualizza il Segretario – è sovrano nel momento in cui l’emendamento è attinente alla proposta in votazione. Non possono essere stravolte le regole».

A fare sintesi è il sindaco Tina Resta: «Come Presidente del Consiglio ho ritenuto corretto lasciare la parola al consigliere Zaccheo per mettere a conoscenza tutti i consiglieri dei lavori svolti in Commissione. Detto questo, ribadisco quanto affermato dal Segretario, che è garante della regolarità dei lavori».

Contradditorio preventivo: troppo costoso?

Il consigliere Zaccheo ringrazia il primo cittadino per l’atteggiamento rispettoso e apre una seconda questione “politica”: «Il Caposettore Economico-Finanziario ha evidenziato che per introdurre il contraddittorio preventivo servirebbe un notevole dispendio di energie in termini di personale e, vista la carenza di risorse umane, diventa un aggravio al momento non sostenibile. Mi permetto di rilevare che questa attività la si sta facendo in questi giorni, seppure a posteriori: perché non farla a monte, ovvero prima della notifica dell’accertamento? In questo modo faremmo riacquistare al contribuente fiducia all’Ente e offriremmo un servizio più sensibile alle aspettative del cittadino». «Se mancano risorse – incalza – questa attività la si può far fare alla società a cui si commissiona la riscossione dei tributi: si tratterebbe di impiegare le stesse risorse, in modo più civile ed efficiente, in un momento antecedente la riscossione. Lancio con la massima fiducia questo appello a tutti i consiglieri, che contatterò personalmente per presentare una mozione».

Chiamata in causa, la dott.ssa Calisi chiarisce che oltre ai “costi umani” bisognerebbe affrontare anche quelli economici: «Gli inviti al contradditorio devono essere spediti, quindi avremmo dei costi di postalizzazione che in molti casi potrebbero duplicarsi. Con l’invio degli avvisi di accertamento, invece, il contribuente ha modo di instaurare un confronto con il Comune, facendo ricorso agli strumenti deflattivi come l’accertamento con adesione». «Inoltre – sottolinea – vorrei ricordare che stiamo cambiando il software gestionale dei tributi locali: il nuovo programma prevede una specie di sportello telematico che consentirà al contribuente di consultare in qualsiasi momento la propria posizione fiscale. Andremo, quindi, a soddisfare l’esigenza di avere un confronto con il contribuente, senza gravare il Comune di costi di postalizzazione aggiuntivi».

«Il costo degli inviti – appunta la Zaccheo, elogiando la progettualità del “cassetto fiscale” – sarebbe ammortizzato dai risparmi sulle spese sostenute per inviare avvisi di accertamento che non hanno portato a nulla».

FD

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