Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Attualità

“No scorie Puglia e Basilicata” scende in piazza

Mappa_CNAPI-640x437

17 aree in Puglia e Basilicata potrebbero diventare sito di stoccaggio per rifiuti nucleari; anche Turi si oppone. In ballo oltre 70mila metri cubi di scorie

Nella mattinata di domenica 28 febbraio, ad Altamura, Gravina in Puglia, Matera, Laterza e Oppido Lucano, ambientalisti, agricoltori, studenti, esponenti di associazioni, sindacati e delle categorie del mondo produttivo, del turismo, istituzioni hanno animato le piazze con diversi sit-in al fine di informare i cittadini e protestare contro l’individuazione in Puglia e Basilicata di 17 aree deputate a possibili siti del Deposito unico nazionale dei rifiuti nucleari.

IL COMITATO “NO SCORIE PUGLIA E BASILICATA”

Le manifestazioni sono state organizzate dal comitato “No scorie Puglia e Basilicata” costituito dopo che il 5 gennaio scorso la SOGIN – società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi – pubblicava la CNAPI (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee), al cui interno si leggono circa 67 località del territorio italiano, individuate quali possibili siti di stoccaggio. I sit-in, organizzati con l’opportuno distanziamento fisico, sono stati caratterizzati dai classici colori giallo e nero delle storiche battaglie antinucleari. A Matera hanno rispolverato una vecchia bandiera risalente agli anni ’80 e alle lotte contro le centrali, poi sfociate in un vittorioso referendum, mentre ad Altamura è sceso in piazza anche un trattore a simboleggiare l’opposizione del mondo agricolo a quella che viene definita “una scelta scellerata” per le prospettive di sviluppo economico e turistico.

LE OSSERVAZIONI PER CONTESTARE LA CNAPI…

I comitati di base delle associazioni e dei movimenti delle due regioni stanno in questi giorni preparando le opportune osservazioni in risposta alla Carta Nazionale; sotto esame le analisi tecnico-scientifiche e i documenti su cui è basata la stessa CNAPI che, per inciso, sono stati da parte dei comitati già giudicati come superficiali e non aggiornati: delle criticità sono ad esempio emerse riguardo la sismicità o il profilo idrogeologico dei territori individuati. E’ chiaro, dunque, che l’atmosfera è rovente. Quella di domenica è infatti stata una delle prime mobilitazioni in presenza organizzate finora a livello nazionale sulla questione.

…ED IL TERMINE (PROROGATO) ENTRO CUI PRESENTARLE

Le resistenze istituzionali a questa scelta, invece, si sono manifestate limpidamente già un mese fa, nella seduta del Consiglio Regionale del 12 gennaio: “Nel corso della seduta, il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità la mozione urgente proposta dall’Ufficio di Presidenza e firmata e condivisa da tutti i capigruppo, sulla localizzazione del deposito nazionale di stoccaggio per le scorie nucleari. […] Con la mozione si vuole manifestare il profondo dissenso del Consiglio regionale della Puglia alla localizzazione nel territorio pugliese del deposito nazionale di rifiuti e a garantire il supporto tecnico agli Enti locali coinvolti affinché gli stessi non subiscano aggravi di spese per redigere opportune osservazioni da inviare a SOGIN. A tal riguardo, è opportuno sottolineare come l’avviso per la consultazione pubblica sulla localizzazione del deposito nazionale, già pubblicato il 5 gennaio 2021, prevede che nei sessanta giorni successivi alla pubblicazione, le Regioni, gli Enti Locali, nonché i soggetti portatori di interessi qualificati, possano formulare osservazioni e proposte tecniche.” – si legge sul web. Proprio negli ultimi giorni, a seguito dell’approvazione del decreto Milleproroghe, il termine per presentare le osservazioni alla documentazione in consultazione pubblica è stato allungato di altri 120 giorni: se ne riparla dunque in estate.

“LA PUGLIA NON PUÒ CONTINUARE AD ESSERE MARTORIATA”

Sempre il 12 gennaio scorso, la presidentessa del Consiglio regionale, Loredana Capone, commentava così l’approvazione in Aula della mozione urgente sul deposito nazionale delle scorie radioattive: “La Puglia non può continuare a essere martoriata. Non può assolutamente ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. È già sede, infatti, di numerose attività industriali a elevato impatto ambientale: da quelle legate al ciclo dell’acciaio a quelle connesse alla produzione di energia da fonti non rinnovabili. Per questa ragione, oggi, in Consiglio regionale abbiamo presentato e approvato all’unanimità, d’intesa con il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, una mozione urgente, firmata dall’Ufficio di Presidenza e da tutti i Capigruppo, che invita la Giunta: a praticare ogni iniziativa utile a far desistere il Governo dalla possibilità di allocare sul territorio il deposito; a nominare una cabina di regia regionale che, insieme ad Anci, all’Università e alle associazioni di categoria, possa dare supporto tecnico, scientifico e giuridico si Comuni coinvolti affinché, insieme al personale tecnico della Regione, siano predisposte tutte le osservazioni fa presentare alla Sogin. Anche, e soprattutto, alla luce del fatto che le indicazioni sulle idoneità territoriali pubblicate nella Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee allo stoccaggio (CNAPI) appaiono in contrasto con le Linee Guida dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), tanto che la stessa Sogin definisce i siti di Altamura, Gravina e Laterza “parzialmente” idonei. Infatti, alcune delle aree inserite, le Gravine per esempio, sono parte fondamentale di un’area protetta istituita nel 2005”.

LE CONSIDERAZIONI DEL SINDACO

L’appello della presidentessa Loredana Capone ha raggiunto anche Turi. Se n’è discusso a conclusione dell’ultima assise del Consiglio Comunale che ha, all’unanimità, approvato la mozione della Capone; prima che avvenisse la votazione, il sindaco di Turi, dott.ssa Ippolita Resta, ha tenuto a “ringraziare di cuore i capigruppo sia di maggioranza che di minoranza per aver condiviso questo atto, simbolico da un lato, ma sul piano costituzionale fondamentale per far sentire le nostra opinione, pur non essendo qui a Turi e nelle zone limitrofi direttamente interessati da questa problematica. Quando è coinvolta la nostra regione, la voce di sostegno va fatta sentire. Ringrazio i capigruppo Lanfranco Netti, Giannalisa Zaccheo ed Angelo Palmisano. Questo atto che stiamo approvando sarà immediatamente inviato alla regione Puglia. Moltissimi altri comuni hanno già fatto lo stesso”. Effettivamente, dinanzi ad uno scenario di oltre 70mila metri cubi di rifiuti radioattivi, c’è solo da far fronte comune ed opporsi.

LEONARDO FLORIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *