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La minoranza dialoga… “al netto delle divergenze”

Giannalisa Zaccheo

Giannalisa Zaccheo: “Nessun ‘mea culpa’, solo un chiarimento”.

La maggioranza? “Sta pericolosamente dondolando sul sottile filo dell’opportunismo di molti”

Le prove tecniche di dialogo tra le due anime della minoranza proseguono senza risparmiarsi qualche “incidente diplomatico”. All’indomani dell’intervista rilasciataci dal capogruppo di “Patto per Turi”, Angelo Palmisano, il Consigliere Giannalisa Zaccheo non ha gradito alcune affermazioni ed è intervenuta sui social con un post in cui ha chiarito che «non c’è stato nessun “mea culpa” sul mio operato (non ho nulla di cui rimproverarmi)». Inoltre, ha respinto l’idea di aver «aver esercitato azioni “bellicose” nei confronti di chicchessia», semmai si è trattato di un «aspro confronto» frutto di «divergenze su singoli punti». Divergenze che restano tutt’ora.

Una precisazione che ci ha spinto a rivolgere qualche domanda sulle ragioni di questo riavvicinamento. E dalle risposte ricevute, si evince che il Consigliere Zaccheo ha posto un paletto ben definito al progetto che punta a ricompattare la minoranza. In sostanza, va bene lavorare per ritrovare l’intesa ed essere più efficaci nell’azione di proposta politica e in quella di controllo sull’operato della maggioranza; tuttavia, è da escludersi un suo rientro in “Patto per Turi”, almeno finché il gruppo non deciderà di abbandonare i panni di lista civica, funzionali alle elezioni, e di strutturarsi in «un movimento politico locale, durevole e organizzato».

Appurate le dinamiche interne alla minoranza, abbiamo allargato il discorso al project financing per l’efficientamento della pubblica illuminazione, l’argomento di maggiore attualità non foss’altro per la portata “storica” dell’operazione che si pone l’obiettivo di “ridare luce” all’intero paese. L’obiezione principale della Zaccheo poggia sull’analisi del rapporto costi-benefici, indispensabile ad evitare di intraprendere «un’operazione economica a rischio per tutta la collettività, esattamente come è accaduto per i BOC». Ragion per cui preannuncia di approfondire l’argomento con esperti del settore.

Un’ultima battuta politica sulla tenuta della maggioranza che, a parere del capogruppo del gruppo Misto, sta «pericolosamente dondolando sul sottile filo dell’opportunismo di molti».

Perché ha deciso di ritornare a dialogare con “Patto per Turi”?

«Sono tornata a dialogare con “Patto per Turi” in quanto, come ho già detto in altre occasioni, al netto di singole divergenze, continuo a considerare validissimo il programma elettorale della lista in cui sono stata eletta. Pertanto, per un’efficace azione amministrativa, ritengo che la minoranza debba rimanere compatta al fine di operare un comune indirizzo politico. Ancor più all’indomani della grave crisi cha ha lacerato la maggioranza».

Conferma le motivazioni che l’hanno portata ad abbandonare il gruppo o si è ricreduta sulla vicenda della Commissione di Controllo?

«Le motivazioni che mi hanno indotta ad abbandonare il gruppo sono molteplici. La questione emersa nel corso della Commissione di Controllo è stata solo una delle tante. Si badi bene, però, che non ho mai messo in discussione l’operato della Commissione di Controllo; è proprio su questo equivoco, ormai chiarito, che si sono incrinati i rapporti con “Patto per Turi” al punto da determinare la mia fuoriuscita dal gruppo di minoranza».

Può spiegarci quali sono i “fraintendimenti” che avete chiarito?

«I fraintendimenti sono stati molteplici. A partire dall’idea che mi ero fatta di “Patto per Turi”. Ho creduto sin dall’inizio che il “Patto” dovesse diventare un movimento politico locale durevole e in qualche modo organizzato. Costituito sulla base di uno statuto o regolamento e vocato ad aprirsi a tutti coloro che si sarebbero riconosciuti nelle finalità del progetto politico. Sta di fatto che l’idea è naufragata per una serie di ragioni, in parte determinate anche dalla presenza del Partito Democratico nel gruppo che, legittimamente (per carità!), non ha ritenuto opportuno vincolare i suoi esponenti ad un movimento politico locale.

Per quanto attiene alla Commissione di Controllo, ribadisco, il problema non rinviene dall’operato dei componenti della stessa ma dal fatto che in quella sede è emersa una criticità nella gestione di una norma tecnica di attuazione del PUG; mi riferisco all’ormai famigerato art. 38.1. Questa norma non appare di univoca interpretazione, tanto che è stata oggetto di una serie di denunce anonime, ma anche olografe a firma di un dipendente comunale impiegato all’Ufficio Tecnico. Ebbene, ritenendo che la portata di quella norma andasse chiarita, ho chiesto che ciò venisse fatto nel rispetto dell’art. 1 delle norme di attuazione del PUG, che dispone che per le norme del Piano Urbanistico Generale di “difficile gestione” sulle quali viene fornita un’interpretazione da parte del Responsabile del Settore Assetto del Territorio e Urbanistica, sulla stessa deve pronunciarsi nel merito l’Amministrazione e, quindi, il Consiglio comunale. Non chiedevo e non chiedo altro. Tanto è vero che, chiarita una volta per tutte questa questione, il gruppo “Patto per Turi” si è reso disponibile a sostenere questa richiesta in Consiglio. Sta di fatto che, alla luce delle risultanze della mia ultima interpellanza sul punto, discussa nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, con la quale chiedevo al Sindaco se intendesse portare in Consiglio la mia richiesta, la stessa ha respinto la mia domanda, sulla base di argomentazione per nulla convincenti. Argomentazioni illustrate dall’arch. Del Rosso che, però, si basavano su presupposti giuridici fuorvianti e su riferimenti normativi non solo non più in vigore in quanto abrogati, ma, soprattutto, non attinenti al diritto di edificazione. Visti questi presupposti non mi resta che richiedere un parere alla Regione sull’annosa problematica. Spero che anche “Patto per Turi” sottoscriva questa richiesta, vedremo…».

Valuterà di rientrare in “Patto per Turi”?

«Potrei valutare di rientrare in “Patto per Turi” solo se il gruppo pensi di trasformarsi in un movimento politico locale organizzato. Diversamente, con tutto il rispetto che nutro nei confronti dei miei colleghi consiglieri di minoranza, non avrebbe alcun significato, potendo benissimo lavorare insieme tra i banchi della minoranza».

Cambiando argomento, cosa ne pensa dell’accelerata sul project financing per l’ammodernamento della pubblica illuminazione?

«Sul project financing nutro grandi perplessità, esternate a suo tempo come consigliere di “Patto per Turi”. Concordo su tutto quanto dichiarato da Sergio Spinelli in diverse sue interviste. Mi preoccupa molto la durata ventennale del progetto, a fronte della durata di nove anni dei progetti analoghi a quello di Turi adottati da altri Comuni limitrofi. Il project è di fatto uno strumento finanziario e come tale necessita di un’approfondita analisi del rapporto costi-benefici. Se il rapporto dei due parametri fosse sbilanciato, ci ritroveremmo nuovamente dinanzi ad un’operazione economica a rischio per tutta la collettività, esattamente come è accaduto per i BOC. Con la differenza che su questa materia la giurisprudenza è ancora molto scarna e, pertanto, aleatoria un’eventuale azione di annullamento. Per questi motivi è mia intenzione approfondire l’argomento con esperti del settore che mi accingo ad interpellare».

Per concludere, una sua lettura sui “nuovi” equilibri della maggioranza?

«Quali equilibri, mi scusi? Mi sembra che la maggioranza stia pericolosamente dondolando sul sottile filo dell’opportunismo di molti. Iniziano già a trapelare rumors di crisi e tensioni all’interno del gruppo “TuRinasce”. Ai posteri l’ardua sentenza…».

Fabio D’Aprile

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