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Politica

“Mappare Turi è una priorità”

Il sindaco Tina Resta

Il sindaco Resta sposta la discussione sulla necessità di cambiare metodo di lavoro

Illustrato il fondo contenzioso, costituito da tre liti giudiziarie risalenti agli anni tra il 1983 e il 2016, prende la parola il sindaco Tina Resta spostando la discussione su una questione di metodo: «Ciò che più è balzato agli occhi in questi mesi è la carenza di dati a disposizione degli Uffici. Ad esempio, oggi non conosciamo quante strade vanno acquisite, quante sono le famiglie in difficoltà o per quali motivi nascono i contenziosi e a che punto sono. Si lavora a tamponare le emergenze, all’interno di un sistema che mette in crisi la macchina amministrativa e non permette di pianificare gli interventi, anche per via di una pianta organica, numericamente parlando, non ottimale».

«Per questa ragione – asserisce il primo cittadino – ho dato indirizzo agli Uffici di affidare gli incarichi per eseguire una mappatura completa di tutte le situazioni che interessano l’Ente. Anche se questa procedura ci rallenterà, è indispensabile avere una banca dati per programmare risposte mirate ed efficaci alle problematiche storiche del paese».

«Non è un compito semplice – ammette – perché vuol dire scardinare la mentalità dell’intero apparato comunale. Ma anche questa Amministrazione è stanca di vedere strade chiuse o senza illuminazione pubblica, terreni incolti che vanno bonificati per cui si fatica a risalire al proprietario. Siamo disposti a rinunciare a tutto pur di costruire una banca dati esauriente e aggiornata».

«La mappatura – fa notare Lilli Susca – è una conseguenza di un’azione specifica che è l’informatizzazione. Reperire risorse per affrontare questo sbarramento non credo che troverà nessuno contrario».

«A Turi lo sanno anche i bambini che bisogna fare una mappatura – polemizza Spinelli – ma non si è mai iniziato. Siamo già in ritardo, in un anno questi incarichi si potevano già affidare».

 

Zaccheo: “Difficile rispettare gli impegni del Previsionale”

«Sindaco – esordisce il consigliere Giannalisa Zaccheo – mi auguro che monitorare il contenzioso voglia dire anche avere lo spirito per prevenirlo. Mi riferisco alle arre edificabili che ci sono costati già svariate migliaia di euro, soldi che ci avrebbero fatto comodo e ci avrebbero permesso di non chiudere con un avanzo di gestione pari a zero».

«Magicamente stiamo parlando di una materia abbastanza ostica – ironizza rivolgendosi al capogruppo Onofrio Resta – di cui non tutti hanno competenze professionali. In teoria, in base a quanto affermato nel Consiglio 18 febbraio, oggi ci dovremmo astenere perché non siamo competenti in materia contabile, come non lo eravamo in materia urbanistica».

«Quella era una norma tecnica particolare e specifica – controbatte Resta. Le conoscenze del Bilancio appartengono a tutti i consiglieri».

«Mi duole – riprende il filo la Zaccheo – che anche con questa Amministrazione non sia stato osservato il regolamento sulla Conferenza cittadina. L’art. 85 dello Statuto comunale – ammonisce – prevede sanzioni pecuniarie».

Venendo ai dati politici, il consigliere del gruppo misto si sofferma in prima battuta sugli oneri di urbanizzazione: «Apprendiamo che il fondo vincolato degli oneri di urbanizzazione è pari a circa 120 mila euro per l’ultimo biennio. A parte che in Commissione si è detto che una parte di queste somme potrebbero essere restituite, il problema è che nel Bilancio di Previsione abbiamo previsto circa 150mila euro all’anno di oneri di urbanizzazione. Se avessimo avuto la possibilità di conoscere il Rendiconto di gestione, probabilmente avremmo potuto fare osservazioni molto più incisive».

Il malinteso sui ‘derivati’

A seguire, la Zaccheo punta l’attenzione sull’assenza nel Fondo contenzioso della voce relativa alle somme che Banca Intesa è stata condannata a versare al Comune di Turi in seguito alla vittoria in primo grado sulla disputa relativa ai “derivati”. Voce che, invece, era presente nel Bilancio di Previsione.

A risolvere il malinteso ci pensa la dott.ssa Calisi, spiegando che quelle somme sono state inserite nel Bilancio di Previsione 2019-2021 poiché si dovevano creare i relativi capitoli di spesa in entrata e in uscita. In entrata per permettere di incassare la somma che Banca Intesa avrebbe restituito all’Ente in ossequio alla sentenza di primo grado; in uscita, ovvero nel fondo rischi per il contenzioso, per preservare il Comune in caso di eventuali ribaltamenti nei successivi gradi di giudizio. Le somme essendo state materialmente incassate a gennaio 2020, potranno essere accertate solo nel Rendiconto 2020 e non in quello relativo all’anno 2019.

“Incentivi Tari”

Altro spunto di riflessione proposto dal consigliere Zaccheo è l’opportunità di avvalersi della “rottamazione dei tributi”, introdotta con il Decreto Legge 24 del 2019, che dà la possibilità di dilazionare il debito del cittadino alleggerendolo di sanzioni e interessi.

«È quello che abbiamo intenzione di fare – ribatte l’assessore Gigantelli – utilizzando la Legge 289 del 27/12/2002: aprire una finestra temporale in cui i cittadini che non hanno adempiuto nei termini al pagamento della Tari possano sanare la propria posizione senza pagare interessi e sanzioni. Chiusa questa finestra, che non potrà essere inferiore ai 60 giorni, procederemo con gli avvisi di accertamento. È uno dei modi con cui questa Amministrazione verrà incontro ai cittadini, tenendo in considerazione il momento di difficoltà che stiamo attraversando».

Ultima annotazione della Zaccheo arriva sulla percentuale di riscossione delle entrate, pari al 55%: «Va bene andare avanti con le campagne di sensibilizzazione per contrastare l’indolenza di qualcuno ma, nel Bilancio di Previsione, abbiamo previsto un numero alto rispetto al recupero dell’evasione. Considerando questo indice di riscossione, vedo difficile mantenere questo impegno».

 

Palmisano, il “gioco dell’oca” e l’assenza di Coppi

Sulla scorta della “questione di metodo” introdotta dal sindaco Resta, riprende la parola Angelo Palmisano: «Gli incarichi cui gli uffici ricorrono usando la motivazione della carenza del personale e sottraendo risorse alle casse comunali che vantaggio ci portano? L’anno scorso è stato affidato un incarico esterno per il ricalcolo degli oneri, dopo che la Corte dei Conti ha sollevato il problema, ancora oggi, al 30 giugno 2020, non sappiamo quali sono le somme e chi deve dare o chi ricevere».

«Torniamo al punto di partenza come nel “gioco dell’oca” – affonda Palmisano – a distanza di un anno devo costatare che la parte politica che doveva dare gli indirizzi per riorganizzare il sistema degli uffici è risultata inefficiente».

«Devo costatare anche che una parte ben identificata di Forza Italia è assente: il consigliere Coppi, tanto chiacchierato per l’incarico di Presidente del Consiglio. Non vorrei che rincorrere questo chiacchiericcio distogliesse l’Amministrazione dal vero problema di questo Comune e cioè il controllo. Difatti – prosegue provocatoriamente – oltre a mancare il personale manca anche la parte politica: fa piacere rivedere il capogruppo Onofrio Resta dopo tante assenze dalla Conferenza dei capigruppo».

«E arriviamo al nodo cruciale che l’assessore al Personale, essendo un tecnico, avrebbe dovuto affrontare con determinazione: continuiamo a piangerci addosso per l’assenza di dipendenti però non si prende consapevolezza della necessità di bandire un concorso che manca da anni. Rincorriamo i fantasmi, attingiamo dalle graduatorie di vari Comuni, mettendo in conto che non sono assunzioni in pianta stabile. Del resto – conclude – sfido chiunque a voler venire a lavorare a Turi, come dimostra la vicenda dell’ing. Rotondo che ha dovuto “abdicare” perché in questo marasma non resiste nessuno. Una risposta al problema c’è ma non la si vuole prendere in considerazione».

Il Covid ha rallentato le assunzioni

In risposta alla sottolineatura di Palmisano sul personale, il Segretario comunale conferma che il Bilancio di Previsione approvato a fine aprile era realmente motivato dall’urgenza di reclutare nuovi dipendenti.

E avremmo già potuto operare le prime assunzione se non fosse intervenuta la pandemia: «Siamo partiti a fine febbraio con la comunicazione alla Funzione Pubblica, così da far iniziare il conteggio del termine previsto dei 45 giorni. Con il Covid si è avuta una sospensione dei termini, che hanno ricominciato a decorrere a partire dal 16 maggio».

Altra batosta è arrivata con il Decreto Ministeriale del 17 marzo, entrato in vigore il 24 aprile, che «ha introdotto nuovi criteri per calcolare la capacità assunzionale del Comune, costringendoci a ridefinire il numero di dipendenti che potremo assumere. Nel frattempo, tuttavia, abbiamo avuto la disponibilità di alcuni Comuni ad utilizzare le proprie graduatorie e, in parallelo, stiamo studiando per bandire il prossimo anno un concorso pubblico».

FD

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