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Giuseppe D’Addabbo ed Italian Red Gaming

Giuseppe D'Addabbo

Il turese classe ’99 approda su Twitch.tv, una piattaforma di livestreaming rivoluzionaria da cui poter anche guadagnare

Tra alcuni giorni, ovvero il prossimo 6 giugno, Twitch.tv festeggia i suoi primi 9 anni di attività. Siamo pronti a scommettere che questa piattaforma di livestreaming dedicata ai videogiochi sia per i più ancora sconosciuta, com’è altrettanto probabile che, nei prossimi anni, Twitch.tv diventi un fenomeno globale, “pandemico”.

A proposito di social e Covid-19, appena un mese fa venivano pubblicati sul Corriere della Sera i risultati dell’annuale ricerca “Italiani e social media” condotta da Blogmeter, azienda di integrated social intelligence che ha intervistato 1.703 residenti in Italia, dai 12 ai 74 anni, iscritti ad almeno un social network appena un mese fa: «Gli italiani – si legge – usano i social network soprattutto per guardare cosa pubblicano gli altri e, al massimo, ricondividere contenuti altrui (48 per cento, 33 se si prende in considerazione la fascia d’età 12-17 anni). La percentuale di chi è attivo con post, foto e video di suo pugno è pari al 12 per cento e sale al 15 se si guarda ai giovanissimi. Abbiamo chiuso le rilevazioni in gennaio – spiega Alberto Stracuzzi, direttore della ricerca – e i dati non sono condizionati dalla pandemia di coronavirus». Difatti, se così non fosse, all’interno dell’analisi troveremmo traccia del boom, causato dal lockdown, che ha interessato le piattaforme di chat e videoconferenze, come ad esempio Zoom, passato da 10 a 300 milioni di utenti quotidiani in poche settimane; ovviamente, anche Facebook ha subito un assalto, come dichiarato dallo stesso Zuckerberg: per dirne una, nel mese di marzo le chiamate di gruppo fatte in Italia sono cresciute del 1.000%.

Al di là di Facebook, citato dal 90% del campione preso in considerazione da Blogmeter, sul podio dei social preferiti dall’utenza nostrana troviamo YouTube (89%) ed Instagram (73%) che, sempre in termini di gradimento, ha subito una crescita maggiore rispetto a tutte le altre app. A ritmi sostenuti, continua anche la progressione di TikTok, usato dal 16% degli utenti campionati da Blogmeter, per lo più appartenenti alla fascia d’età 15-24. Resta comunque avanti, seppur appena di due punti percentuali, il “rivale” Snapchat. Rispetto allo scorso anno, la novità segnalata da Blogmeter sarebbe proprio il poc’anzi menzionato Twitch, piattaforma di livestreaming di videogiochi lanciata a giugno del 2011, acquistata da Amazon nel 2014 e, come TikTok, attualmente in voga fra i più giovani. La vitalità del settore è confermata dal recente lancio da parte di Facebook di un prodotto analogo, ovvero Go Live; inoltre, secondo TwitchTracker, dall’inizio della pandemia a fine febbraio, Twitch ha trasmesso 2 miliardi di ore di partite di videogiochi: qualcosa come 685mila anni di trasmissioni h24.

COS’È TWITCH?

In basso, Mario Dron, rapper invitato in puntata

È stato progettato per dare ai videogiochi la possibilità di identificarsi come vere e proprie discipline sportive: più nello specifico, trattasi di eSports, ovverosia sport elettronici. La rete ha infatti permesso la creazione di tornei internazionali tra giocatori di videogiochi ed i videogiochi stessi hanno conosciuto un’ulteriore evoluzione: quella dello streaming e dei cosiddetti streamers. Attraverso la rete e le piattaforme specificatamente dedicate ai videogiochi – come per l’appunto Twitch – lo streamer trasmette in tempo reale la propria partita; il che può essere esilarante o addirittura ipnotico, considerando rispettivamente lo spettacolo che potrebbe offrire un novellino al suo primo approccio o, piuttosto, quello di un’incredibile speedrun realizzato da un veterano. Con speedrun si intende il completamento di un videogioco nel minor tempo possibile, come sfida personale o allo scopo di restituire interesse ad una sfida già superata.

Al di là dell’aspetto relativo alla sana competizione, il gioco, anche in questa sua veste contemporanea, continua a rappresentare un momento di condivisione e di dialogo, tant’è che la possibilità di interagire con gli streamer stessi è stata forse la chiave del successo di Twitch.tv, una televisione su cui fanno zapping circa 15 milioni di utenti al giorno. A dire il vero, questi ultimi possono interagire anche tra di loro all’interno di chat room.

In ogni caso, per evitare sbavature, abbiamo ritenuto opportuno intervistare Giuseppe D’Addabbo, turese classe ’99, da qualche tempo particolarmente attivo su Twitch.

Cos’è Twitch e qual è la sua peculiarità?

«Twitch è una piattaforma di streaming live – in diretta, per i non anglofoni – nella quale i videogiochi sono l’argomento principale, ma non l’unico. La cosa che rende speciale Twitch rispetto ad altre piattaforme tipo Youtube, è la costante interazione con gli spettatori che, in diretta, possono parlare con lo streamer o con gli altri utenti che guardano la live attraverso la chat; questa possibilità mette più a suo agio lo streamer, in quanto non è costretto a parlare da solo mentre gioca ad un videogioco, ed allo stesso tempo fa sentire lo spettatore partecipe in prima persona; il nostro canale è ancora una piccola realtà, il che ci permette di avere un rapporto stretto con la nostra community, la quale appare abbastanza fidelizzata nonostante la breve vita di questa attività».

Il nostro intervistato, infatti, avrebbe aperto un canale assieme ad un suo amico – e di fatto collega – su Twitch; ad ogni modo: «Su Twitch l’utente, che è l’effettivo consumatore, ha a disposizione gli strumenti per guardare ciò che vuole; la piattaforma, infatti, offre una ricerca dettagliata che permette all’utente di trovare una live streaming che tratti il suo gioco preferito, nella lingua che preferisce. In ogni caso, come dicevo poc’anzi, sono diverse le possibilità offerte all’utente su questa piattaforma; tra queste Just Chatting, ovvero “quattro chiacchiere” in cui l’argomento di intrattenimento è lo scambio di opinioni che può avvenire con la chat, con un ospite o magari con un monologo dello/degli streamer riguardo un argomento».

ITALIAN RED GAMING

Il collega Davit

Per quanto riguarda, invece, il tuo canale? Da quanto è attivo? Chi è il tuo collega?

«Abbiamo attivato il canale “Italian Red Gaming” lo scorso 4 maggio; siamo due membri, ovvero il sottoscritto e un mio caro amico, Davit, un ragazzo originario di Tbilisi (Georgia), che abita a Putignano ed ha un anno in meno di me. Abbiamo deciso di iniziarlo per gioco, perché i nostri amici di comitiva non facevano che dirci quanto fosse divertente vederci giocare e quindi, perché non provarci?».

E poi com’è andata?

«Quando abbiamo visto l’audience salire velocemente abbiamo iniziato a “crederci”, investendo su hardware più prestanti come microfoni a condensazione e webcam HD, cercando, anche tramite queste attrezzature, di alzare l’asticella e portare ogni giorno contenuti di qualità sempre superiore. Mentiremmo se dicessimo che, allo stato attuale, il nostro obiettivo è solo quello di divertirci, perché nonostante al momento le entrate siano appena sufficienti per una serata in pizzeria, il margine di crescita e guadagno, guardando i “big”, è enorme e non provarci adesso, con la spinta inaspettata che abbiamo ricevuto, ci sembrerebbe a dir poco uno spreco».

Si è parlato di contenuti: quali sono le vostre proposte?

«Sul nostro canale, Italian Red Gaming, stiamo sperimentando vari contenuti per trovare un equilibrio tra videogiochi e chiacchiere. In particolare, Davit è più specializzato sugli sparatutto e sui giochi di guida, mentre io sono votato ai giochi strategici, gestionali e di nicchia. Quando siamo insieme in diretta portiamo giochi leggeri che ci permettono di divertirci ed intrattenere un rapporto costante con gli utenti in chat. I format di cui andiamo più “orgogliosi” sono: il “salotto”, ovvero appunto un salotto virtuale nel quale invitiamo diversi ospiti, approfittando della nostra visibilità (seppur esigua), per dare spazio a realtà artistiche locali: lo scorso 22 maggio sono stati nostri ospiti due rapper emergenti delle nostre parti, ovvero Fumogeno (pseudonimo del nostro compaesano Fabio Greco) e Mario Dron, musicista di Casamassima; inoltre andiamo molto fieri della “serata giochi da tavolo” nella quale, solo momentaneamente, causa Covid, proviamo diversi giochi da tavolo, classici e non, con dei nostri amici e con i cosiddetti “subcribers”».

PARLARE E GIOCARE COME FONTE DI GUADAGNO

Il numero di subscribers incide nel guadagno cui prima facevi riferimento?

«I subscribers, o “sub”, sono una figura fondamentale del “lavoro” del creatore di contenuti; infatti i subscribers sono persone che sottoscrivono un “abbonamento” al canale, che comporta una entrata – seppur irrisoria a causa delle percentuali trattenute da Twitch – costante con cadenza mensile. Di recente abbiamo indetto un’estrazione con in palio una maglietta riportante il nostro logo, alla quale si può partecipare donando un minimo di 1€, di 100 “bit” (la valuta virtuale della piattaforma, che corrisponde a 1€ in questo caso) o tramite l’abbonamento di cui sopra; al momento abbiamo 5 partecipanti».

Questa, in estrema sintesi, è la realtà di due streamers all’esordio – a cui rivolgiamo i nostri migliori auguri – ma qualcosa cambia quando lo streaming diventa professionistico; gli streamer professionisti possono infatti generare entrate vivibili dagli abbonamenti degli spettatori e dalle donazioni, ma soprattutto dalle pubblicità sulle piattaforme e le sponsorizzazioni delle organizzazioni eSport, spesso guadagnando molto di più dallo streaming rispetto alle vincite dei tornei.

LEONARDO FLORIO

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