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Politica

“La politica deve costruire, non distruggere”

patto per turi

Riceviamo e pubblichiamo una nota del gruppo “Patto per Turi” sugli ultimi eventi che hanno portato alla “rottura” con il consigliere Giannalisa Zaccheo


«La politica è una cosa strana. Nasce per costruire e invece finisce per distruggere. In realtà il problema non è la politica, ma i politici. Quasi tutti gli uomini e le donne che fanno politica, prima o poi, cadono in una trappola insidiosa: il desiderio irrefrenabile di comandare, di primeggiare. E quando questo accade, tutti i buoni propositi, tutta la voglia di fare, soccombono.

LA NASCITA DEL ‘PATTO’

Parliamo di “Patto per Turi”. Forse a qualcuno farà piacere sapere com’è nato questo gruppo. Una domenica pomeriggio, un gruppo di amici si riunisce per analizzare la situazione politica che si sta delineando. Erano i primi di dicembre e sembrava che ci fosse una sola lista pronta a proporsi alle elezioni comunali. Una lista di forze di centrodestra, non particolarmente compatta, ma, da un punto di vista di presunta forza elettorale, decisamente difficile da battere. I soliti nomi della politica turese si erano messi insieme per tornare a governare. Questo fu quanto emerse dall’analisi della situazione in quel momento. In quel gruppo di vecchi amici ce n’era anche uno che si era seduto al tavolo di quella compagine, ma che poi aveva scelto di non farne più parte: Angelo Palmisano. In quel momento, durante quell’incontro, emerse da parte dei convenuti la volontà di mettere su un gruppo che potesse garantire alla comunità turese una valida alternativa. Lilli Susca fu l’unica ad esprimere già in quella seduta la volontà di impegnarsi in prima persona. Da questo embrione si sviluppò l’idea di “Patto per Turi”. Da lì iniziò un periodo di grande fermento, di impegno totale, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Riunioni su riunioni, incontri con gruppi e indipendenti, discussioni interminabili su come procedere, su come stabilire chi dovesse candidarsi come sindaco.

LA SCELTA DEL LEADER

Fu in quell’occasione che incontrammo Giannalisa Zaccheo. La quale dichiarò immediatamente la sua autonomia di pensiero da suo marito, da sempre facente parte dell’entourage di Michele Boccardi, colui che nel frattempo muoveva i fili del cosiddetto “listone” di destra, in cui probabilmente non era riuscito a trovare spazio. La Zaccheo provò anche a far valere fin da subito le sue velleità di leadership. Si arrivò finalmente alla votazione per la scelta del candidato sindaco e lei si propose come tale. Prese solo due voti e Angelo Palmisano fu eletto candidato sindaco del gruppo “Patto per Turi”. All’indomani di tale votazione si verificò un allontanamento ingiustificato da parte di un gruppo di sedicenti candidati consiglieri del Patto. Fra questi, per un breve periodo, anche la Zaccheo. Intanto lo zoccolo duro andava avanti, con grandi difficoltà, ma senza alcun ripensamento e con la certezza che Palmisano potesse essere un ottimo candidato sindaco. Il clima era positivo e collaborativo. Ognuno ha fatto del suo meglio e finalmente siamo riusciti ad arrivare alla chiusura della lista.

Esito delle votazioni: perdiamo di pochissimo. E come prevedibile insorgono le prime frizioni e i primi tentativi di conquistare posizioni dominanti, perseguendo un progetto di spaccatura del Patto che portasse il capogruppo e qualcun altro ad abbandonare. E ci erano quasi riusciti. Inizia una fase di riflessione all’interno del Patto che pare riuscire a risolversi dopo un’intensa attività di mediazione.

LA COMMISSIONE DI CONTROLLO

Tutto sembra essere rientrato quando si arriva alla discussione prima e durante l’ultimo Consiglio comunale, quello del 18 febbraio. La Zaccheo decide, insieme a Tundo, di ergersi al di sopra del gruppo di minoranza, come paladina della giustizia, screditando il lavoro della Commissione di Controllo. Perché questo è in sostanza ciò che ha fatto in Consiglio comunale.

La Commissione ha evidenziato delle anomalie nel bando – emesso sotto commissariamento prefettizio – ed ha contestualmente segnalato quanto riscontrato a chi di dovere, esortando tutti gli aventi causa a porre la massima attenzione per il futuro, considerata la delicatezza degli argomenti. Va detto comunque che le anomalie non sono in contrasto con la normativa vigente. Inoltre, la Commissione ha evidenziato che il caposettore Urbanistica, nell’ordinario assolvimento dei suoi compiti, ha rilasciato una sanatoria applicando le norme del PUG, assumendosene la responsabilità e rispettando l’iter procedurale, vera materia di esame della Commissione di Controllo.

I lavori si chiudono senza la necessità di votare alcunché o di adottare specifici provvedimenti da sottoporre al Consiglio comunale. La relazione della Commissione si conclude dicendo che, avendo la Commissione stessa appreso che era in atto un procedimento giudiziario che coinvolge anche quella sanatoria, si ritiene opportuno lasciare che la magistratura compia il suo lavoro senza ulteriori interferenze, riconoscendo a tale istituzione la massima autorevolezza e disponibilità di strumenti di verifica. Ma la Zaccheo pretende che si istituisca un’ulteriore Commissione di studio sull’interpretazione dell’articolo 38.1 del PUG che, insieme al 38.5, disciplina le possibilità di ampliamento, coinvolgendo anche la Regione, come Ente di pertinenza. Qui è necessario aprire una parentesi: l’oggetto della sanatoria esaminato dalla Commissione di Controllo non è il permesso a costruire e l’ampliamento non in aderenza – questione, come già detto, regolamentata anche dagli articoli 38.1 e 38.5 e attualmente al vaglio della magistratura – ma una minima discordanza dal progetto autorizzato.

“MOTIVAZIONI PERSONALI E SPINTE PERSONALISTICHE”

Insomma, invece di chiudere la questione lasciando a chi di dovere le opportune decisioni, la Zaccheo vorrebbe insistere, snobbando il lavoro della Commissione di Controllo, entrando nel merito di questioni che peraltro non sono di pertinenza della stessa Commissione e rallentando ulteriormente l’attività amministrativa. Come si fa a non pensare che dietro l’ossessione nei confronti di questo tema non ci siano delle motivazioni personali e delle spinte personalistiche di una o più persone o gruppi che tentano di strumentalizzare “Patto per Turi”, perseguendo proprie finalità o tentando di mettere a tacere le proprie insoddisfazioni? I consiglieri di “Patto per Turi” a questo gioco non vogliono stare. Comprendiamo perfettamente il valore fondante della legalità e rispediamo al mittente le qualunquistiche accuse di atteggiamenti omertosi e mafiosi. Il coraggio non ci manca, tant’è che non abbiamo esitato a convocare la Commissione di Controllo.

La Zaccheo sottolinea quanto la sua azione sia dettata solo ed esclusivamente dal bene della comunità. Ma non si rende conto di quanto invece tutta questa animosità distolga l’attenzione da questioni di vero interesse comune?

La politica deve costruire, non distruggere. Allora, a conclusione di questa lunga cronistoria, chiedo al lettore: a chi andrebbe data la responsabilità della presunta rottura del Patto? Dico “presunta” perché non è affatto certo che il Patto non rinasca ancora più forte adesso, dopo la fuoriuscita di chi ha pensato di farne un suo personale trampolino di lancio, senza porsi davvero gli obiettivi di crescita che il nostro gruppo si è sempre posto. Perché come gruppo di minoranza ci siamo sempre dichiarati a favore della crescita del paese ed estranei a strategie meramente oppositive che hanno come unico risultato lo stallo. Quanto sopra per doverosa e necessaria informazione e chiarezza ma “Patto per Turi” vuole ritenere mediaticamente chiusa la diatriba e concentrare le proprie energie su esigenze comuni e impellenti».

I consiglieri di “Patto per Turi”

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