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Politica

160 mila euro di spese legali

L'assessore Sandro Laera

Il consigliere Zaccheo rinnova l’invito a ricorrere alla mediazione.


Il capogruppo Resta rilancia: “Serve una governance differente”


Il riconoscimento del primo debito fuori bilancio del 2020 diventa l’occasione per una riflessione generale sulle spese legali che l’Ente affronta in seguito all’apertura dei contenziosi.

Partiamo dalla vicenda. Come spiega l’assessore Sandro Laera «si tratta di un debito fuori bilancio relativo al pagamento delle spese di giudizio che provengono da un contenzioso datato dicembre 2011, per il quale siamo già stati in Consiglio comunale».

Il riferimento è all’assise del 30 luglio 2019, quanto si recepì la condanna che il Comune subì nella causa civile, promossa da un privato cittadino, per i danni ricevuti alla propria abitazione a causa di infiltrazione da basole e manto stradale. La richiesta risarcitoria iniziale era di circa 9.000 euro; tuttavia, poiché l’Ente aveva già posto in essere interventi di manutenzione nei pressi dell’abitazione in oggetto, si era ritenuto di resistere in giudizio.

La successiva perizia del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) stabiliva una corresponsabilità tra Comune e cittadino e quantificava il danno in poco più di 2mila euro, oltre interessi legali. La sentenza di primo grado recepiva il parere del CTU ma condannava il Comune a pagare per intero i costi delle consulenze d’ufficio e di parte, oltre al 50 per cento delle spese di giudizio. Ebbene, queste spese di giudizio, per una svista degli Uffici, non furono incluse nel debito fuori bilancio riconosciuto nel Consiglio dello scorso luglio; ragion per cui è stato necessario ritornare in assise.

Zaccheo: “Manca la cultura della mediazione”

Il consigliere Giannalisa Zaccheo

Al pari del precedente punto all’ordine del giorno, l’opposizione esprime il proprio voto contrario, lasciando al consigliere Giannalisa Zaccheo il compito di illustrare le ragioni: «Il nostro voto non è contro la fattispecie ma contro il principio in base al quale, in questa circostanza come in molte altre, la pubblica amministrazione si trova a essere condannata e a dover pagare circa 12mila euro a fronte di una richiesta risarcitoria di 9 mila euro».

«Questi casi – chiosa – vanno affrontati sempre in sede extragiudiziale per evitare l’alea del giudizio. Con una mediazione si poteva proporre il 50 per cento della richiesta di risarcimento e la controparte avrebbe sicuramente accettato».

«Quando si crea un contenzioso – replica Laera – l’Ente interpella un legale di fiducia e segue le sue indicazioni. In questo caso, il legale del Comune ha evidenziato che c’erano delle concause e che si erano già posti in essere alcuni interventi manutentivi, quindi ha ritenuto opportuno resistere in giudizio».

«Denuncio una carente cultura della cosiddetta giustizia contrattuale. Sarei curiosa di conoscere – incalza la Zaccheo – se il legale, a fronte del dovere deontologico sancito per legge, abbia informato il Comune che avrebbe potuto ricorrere dinanzi a un organismo di mediazione».

«Nella narrativa della delibera – interviene il sindaco Resta – non si evince questa comunicazione da parte del legale». «Se l’avvocato non ha riferito della mediazione – informa il consigliere Zaccheo – c’è una ripercussione sull’onorario da corrispondere». «Parliamo di una domanda risarcitoria che appariva infondata – annota Laera – ovvero non si ravvisava alcuna responsabilità da parte dell’Ente e non aveva senso ricorrere allo strumento della mediazione».

La proposta di Resta

A chiudere la discussione arriva l’intervento del capogruppo di maggioranza: «Dobbiamo considerare che questo Comune affronta 160mila euro di spese giudiziarie, e alcune seguono le stesse dinamiche di quella che stiamo esaminando oggi».

Secondo il prof. Onofrio Resta, «occorre una governance differente»: visto che questi contenziosi spesso si trascinano oltre la durata di un’Amministrazione, se non si può pensare all’assunzione di un legale, sarebbe opportuno prevedere il reclutamento «di professionalità che possano, come cornice, seguire i percorsi dei contenziosi, confrontandosi con l’avvocato e ricordando che esistono altre possibilità».

FD

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