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Reddito di cittadinanza e servizi socialmente utili a Turi

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Quante volte abbiamo sentito parlare di questo benedetto reddito di cittadinanza? Ormai anche i muri lo hanno capito, tra la campagna elettorale e la fase di governo se n’è parlato a iosa. Senza entrare nelle dinamiche burocratiche per il calcolo dell’importo corrisposto, sarebbe interessante capire come ad oltre quattro mesi di tempo, il governo intenda impiegare tutte queste persone nei lavori socialmente utili, in attesa di ricevere delle offerte di lavoro dal centro per l’impiego.

Un commento è doveroso, come sarà possibile promettere un lavoro? Non sarebbe stato meglio incentivare le aziende ad assumere attraverso sgravi fiscali o altre politiche similari invece di questa forma di assistenzialismo? Purtroppo come volevasi dimostrare, in molti non cercano nemmeno più un impiego, a che pro? Per guadagnare quanto in più rispetto al reddito di cittadinanza standosene beatamente a casa? Abbiamo scritto a casa, sperando che sia così, perché “a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina”, d’altronde l’Italia è piena di furbetti senza scrupoli e pronti a tutto.

Quale sia invece il dato di persone che hanno presentato richiesta del reddito di cittadinanza a Turi non è dato saperlo, nessuno ha un dato ufficiale. A prescindere da ciò, siamo sicuri che in un paese di quasi 15mila abitanti, adottando la statistica più bassa, sono non meno di cento cittadini.

I Comuni dal canto loro non possono ancora chiamarli ad operare in lavori socialmente utili così come previsto dalla legge, perché mancano le circolari attuative del Ministero, la fase iniziale del concorso per i “navigator”, le figure che cureranno il percorso d’inserimento nel mondo del lavoro nei centri per l’impiego, si è da poco conclusa.

Nelle more della pubblicazione delle circolari attuative, sicuramente il Comune può già predisporre dei progetti quali giardinaggio, decoro urbano, sorveglianza contro l’abbandono dei rifiuti, ausiliari del traffico per consentire un più agevole attraversamento dinanzi le scuole, ecc.

Le idee non mancano, serve solamente una volontà politica ferrea e un saper ascoltare le proposte dalla base, e su questo abbiamo notato notevole interesse e disponibilità da parte di tutta la maggioranza, scriviamo questo non perché siamo aspiranti “incensatori” o imbonitori ma perché bisogna riconoscere i meriti.

Per concludere, non facciamoci trovare impreparati, lavoriamo tutti fin da subito: impiegare chi percepisce il reddito di cittadinanza, oltre che un adempimento di legge, è un dovere morale, verso tutte quelle persone che lavorando accresceranno la loro autostima, essendo utili per la collettività. Molti comuni hanno già iniziato ad operare in tal senso, non c’è più tempo da perdere.

Gianluca Marini

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