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Il servizio rifiuti resta nelle mani del CNS – Bologna

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Revocata l’aggiudicazione provvisoria alla Ecologica Falzarano.
Tutto rimandato al 14 febbraio

Nuovo colpo di scena nella gestione del servizio di igiene urbana dell’Aro Bari 5, di cui fa parte il nostro Comune.

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, emessa il 21 giugno e pubblicata il 25 luglio 2018, che ha revocato l’aggiudicazione al raggruppamento d’imprese guidato dal CNS-Bologna, l’Ufficio Aro ha convocato la Commissione di Gara della Stazione Appaltante per dar seguito alla decisione dei giudici romani, che disponevano il subentro della Ecologica Falzarano, risultata seconda classificata.
Non prima però di aver attivato, in data 22 ottobre 2018, l’iter del “soccorso istruttorio”, il procedimento attraverso il quale la Falzarano doveva sanare alcune criticità – emerse già in sede di giudizio – sulla validità della polizza fideiussoria emessa dalla Finworld Spa, società di intermediazione finanziaria con sede a Roma.

Il 30 ottobre la Falzarano ha trasmesso due appendici alla garanzia fideiussoria: nella prima ha precisato che la polizza rilasciata dalla Finworld S.p.a. viene prorogata per ulteriori sei mesi (fino al 22 marzo 2019); nella seconda appendice dichiara che il contratto con la società finanziaria romana decorre dall’11 dicembre 2014.

Ricevuta la documentazione la Commissione di Gara, il 29 novembre 2018, ha formalizzato l’aggiudicazione provvisoria. Provvedimento che è durato giusto un mese. Infatti, il 29 dicembre 2018, a seguito dei controlli di legge, la Stazione appaltante ha accertato che la Finworld Spa a partire dall’11 agosto 2018 su proposta di Banca Italia era stata cancellata dall’albo degli intermediari finanziari.

In altre parole la Finword il 30 ottobre 2018 non era abilitata al rilascio di fideiussioni conformi. Dunque, l’Ecologia Falzarano nel corso del procedimento di soccorso istruttorio non ha sanato l’irregolarità poiché, come si legge nel procedimento di revoca, non ha presentato una polizza di garanzia “valida ed efficace sin dalla data del 30.12.2014, come richiesto dalla Stazione Appaltante in esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato”.

Il servizio resta nelle mani del Raggruppamento CNS Bologna, che nel frattempo ha provveduto a sostituire la ditta Del Fiume (quella priva dei “requisiti di qualificazione professionale” richiesti dal bando di gara) con l’impresa tarantina Impregico srl. Ad ogni modo, per scrivere la parola fine a questa disputa, bisognerà attendere il 14 febbraio, giorno in cui il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso presentato da CNS per revocare la sentenza emessa a giugno.

 

I PRECEDENTI

Aggiudicazione e ricorso al TAR.

L’8 ottobre 2014 l’Aro Bari 5 approva gli atti di gara per l’affidamento dei servizi di igiene urbana nei Comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Casamassima, Gioia del Colle, Sammichele di Bari e Turi.

Sette le aziende che partecipano alla gara aggiudicata definitivamente, il 3 novembre 2015, in favore del Raggruppamento di Imprese costituito da CNS-Bologna (impresa mandataria), Cogeir Costruzioni e Gestioni srl (impresa mandante) con sede a San Vito dei Normanni (BR) e Impresa Del Fiume spa (impresa mandante) con sede a Taranto.

L’Ecologia Falzarano s.r.l., seconda classificata con 54,406 punti per l’offerta tecnica e 19,086 punti per l’offerta economica, chiede al TAR Puglia l’annullamento di tale aggiudicazione, lamentando una serie di violazioni del disciplinare di gara, oltre a contestare il punteggio assegnato all’offerta tecnica e la presunta incompatibilità del Presidente della Commissione di gara, che rivestiva contemporaneamente il ruolo di Direttore dell’Aro Bari 5 e quello di responsabile unico del procedimento.

Il 23 febbraio 2017, la prima Sezione del Tribunale Amministrativo pugliese respinge il ricorso, ma la Falzarano non si arrende e chiama in causa il Consiglio di Stato.

 

Il “ribaltone” del Consiglio di Stato.

La Quinta Sezione del Consiglio di Stato, dopo oltre un anno di attesa, si è pronunciata il 21 giugno, ribaltando la sentenza dei giudici amministrativi. A parere dei magistrati romani, l’impresa Del Fiume non avrebbe potuto essere ammessa alla gara poiché non rispettava quanto disposto dal disciplinare di gara, che prevedeva che tutte le aziende partecipanti avessero le necessarie certificazioni (certificato UNI EN ISO 14001 per i sistemi di gestione ambientale), rilasciate da un organismo accreditato e conformi alle norme europee.

L’impresa Del Fiume “è risultata in possesso di certificazione ISO 14001:2004 – si legge in un passaggio della sentenza – allo scopo di progettare, installare e mantenere impianti e reti elettriche di media e bassa tensione aeree e interrate, reti di distribuzione del gas, reti idriche e fognanti, impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, installare e mantenere cabine di trasformazione, costruire canalizzazioni per cavi e reti di energia e telefonici”. Dunque, fanno notare i giudici, non vi è alcuna “contiguità” tra le attività per cui è abilitata l’impresa tarantina e quelle oggetto dell’appalto.

In aggiunta, si è riscontrata anche la mancata iscrizione dell’impresa Del Fiume alle classi e categorie dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali coerenti con il servizio che doveva svolgere: “[…] nel caso della Del Fiume la certificazione di gestione ambientale rimanda a tutt’altra branca, vale a dire il settore E, pertinente in generale al settore delle costruzioni”.

Queste due violazioni – concludono i magistrati della Quinta Sezione – rendono nulla la formazione del raggruppamento, e la successiva aggiudicazione dell’appalto, “per l’evidente assenza dei requisiti di qualificazione professionale di uno dei componenti, laddove richiesti inderogabilmente”.

FD

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