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Politica

“Due cacciatori contro il Parco”

Laera, Settanni e Zagaria durante la  conferenza del 2016

Nello scorso numero del nostro giornale, il consigliere Sandro Laera aveva rinnovato le perplessità di Fratelli d’Italia in merito alla futura costituzione del Parco della Lame San Giorgio e Giotta. Proprio per dirimere i tanti dubbi, lo scorso 3 maggio, il segretario Giacomo De Carolis, unitamente all’attivista Vito Giuseppe Zaccaria, ha incontrato l’assessore all’ambiente Antonello Palmisano.

A distanza di qualche giorno è lo stesso Palmisano a fornire un resoconto della “chiacchierata” attraverso un post al vetriolo (che pubblichiamo integralmente nella pagina successiva) in cui, oltre ad affrontare di petto i “due cacciatori”, smentisce le “false informazioni” divulgate sul tema ed annuncia un incontro pubblico dopo la conclusione della stagione cerasicola.

I precedenti. La conferenza del 2016

Ad onor di cronaca non è la prima volta che il circolo guidato da De Carolis interviene sull’argomento: nel giugno 2016, durante una conferenza stampa, veniva bocciata senza appello l’eventuale partecipazione del nostro Comune alla costituzione del Parco, definito l’ennesimo esempio della “autoreferenzialità di qualche politico”. A preoccupare, in quella sede, era la regolamentazione che l’istituzione di un Parco avrebbe comportato: creare una riserva naturale, secondo Fratelli d’Italia, andava a minare il comparto agricolo turese. “I vincoli sono tantissimi e molto restrittivi – dichiaravano – e metterebbero in ginocchio tutte quelle attività agricole e zootecniche che sono ormai già in crisi, portando i nostri agricoltori e allevatori ancor più in una disperazione totale”.

Il post di Palmisano

Ma ritorniamo al 2017 e al post di Antonello Palmisano. Palesemente irritato per le «inesattezze dette e scritte da questi “signori”», l’assessore va subito al punto, smascherando quelle che, a suo dire, sarebbero le vere ragione di tanta ostilità: salvaguardare il proprio “diritto” a cacciare, «facendosi scudo degli agricoltori e strumentalizzando la vicenda come attrezzo da rivolgere contro l’attuale amministrazione».

A fronte di questi «squallidi tentativi di sabotaggio» con cui si spera di «imbrogliare gli agricoltori», Palmisano rassicura che non ci sarà nessun esproprio e che non saranno di certo impedite le attività agricole: «In ultima analisi non cambierà nulla rispetto ad oggi se non l’introduzione del divieto di caccia e altre restrizioni che non riguardano l’agricoltura (anzi sono previste forme di finanziamento particolareggiate per i terreni e i comuni ricadenti in area parco)».

Qualche riflessione…

Per quanto ci riguarda, abbiamo già avuto modo di esprimere la nostra opinione: ben vengano i parchi e le aree protette anche a Turi, dove la speculazione edilizia ha lasciato solo macerie e dove, ancora oggi, è necessario che intervengano i NOE per spiegarci che non è il caso di costruire a ridosso di una zona a rischio idrogeologico. Ben vengano i parchi e le aree protette che portano una boccata d’ossigeno all’agricoltura, valorizzandola attraverso processi virtuosi (dalle masserie didattiche ai progetti di rilancio della biodiversità delle colture).

L’obiezione – oltre al fatto che questo Parco al momento vive solo sulle “carte” chiuse nei cassetti della Regione da quasi vent’anni – è che si possa rischiare di allestire un ulteriore “carrozzone politico”. Anche in questo caso, tuttavia, piuttosto che attuare un ostruzionismo oltranzista, non sarebbe più utile vigilare sulla costituzione di questo Ente Parco e monitorare i progetti che attuerà?

D’altro canto ci piacerebbe che la stessa passione con cui l’assessore Palmisano ha difeso le ragioni del Parco della Lame – che al momento vive solo sulle “carte” chiuse nei cassetti della Regione da quasi vent’anni – la utilizzasse per affrontare le tante situazioni di disagio, queste sì reali e presenti, che vengono sollevate dagli agricoltori: dalle condizioni disastrose delle strade di campagna fino alla necessità di promuovere reali strategie di sinergia tra i coltivatori, sempre più isolati e sempre più esposti a quelle “calamità naturali” non coperte da polizza, creando un percorso che non può esaurirsi nella vetrina (scenica più che di sostanza) della Sagra della Ciliegia.

 

 

 

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