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Politica

Escludere i partiti dal rimpasto di Giunta? No, grazie…

giunta turi giugno 2016


Per Gravinese e Resta sarebbe una procedura poco democratica e non rappresentativa dell’elettorato


Sembra essere stata già archiviata la proposta di Leo Spada di escludere i partiti dalla discussione sulla nuova Giunta: a dimostrarlo, ci sarebbero gli incontri singoli tenuti dal primo cittadino tra lunedì e martedì della settimana scorsa. L’idea, seppur accolta favorevolmente da qualche consigliere (come racconta Spada), che voleva allargare la discussione anche oltre i partiti, ha ricevuto aspre critiche da alcuni segretari dei partiti della coalizione di governo. Secondo loro, infatti, questa modalità minerebbe la democrazia rappresentativa, perché il partito è l’insieme degli iscritti che hanno votato e appoggiato i consiglieri che oggi sono in maggioranza.

“Sono certo che la proposta di Leo Spada non è stata assolutamente condivisa né dai consiglieri né dal Sindaco – ha commentato Giuseppe Gravinese, segretario del Pd. I consiglieri del Pd sono rappresentati dal segretario del Pd e il tavolo di consultazione è quello dei partiti. Certo, durante le riunioni di maggioranza, ai consiglieri non può essere vietato di parlare, eventualmente, anche di rimpasto, ma l’idea di spostare il discorso dai partiti ai consiglieri è incompatibile con quelle che sono le normali regole di rappresentanza. Per quanto riguarda il Partito Democratico e i suoi consiglieri, le decisioni sono state prese attraverso le consultazioni con il partito, dal quale non si deve mai prescindere”. “Non è il segretario o il consigliere del partito che decide chi deve essere il rappresentante nella Giunta. Dire che le scelte le devono fare i consiglieri, è un non tenere conto della democrazia rappresentativa. Se i consiglieri non si sentono rappresentati dai loro gruppi politici, li mollassero, si dichiarassero indipendenti. Finché faranno parte di un partito, invece, saranno gli iscritti a decidere, attraverso il segretario o un altro delegato”.

“Dopo aver vinto le elezioni – ha spiegato Fabrizio Resta, segretario di Sel – la squadra di governo è stata formata proprio saltando i partiti: se qualcosa all’inizio non è andato nell’organizzazione della maggioranza, secondo me è stato proprio nel non aver sentito le forze politiche. È poi è una questione democratica, perché i segretari non sono solo i rappresentanti di un direttivo, ma anche di una fetta di elettorato. Saltare i partiti significa non considerare la rappresentanza elettorale. Quindi questa idea mi sembra anche poco democratica”. “Non so chi siano questi consiglieri che sono d’accordo, ma noi di Sel siamo contrarissimi”.

Mirta Lerede di Rifondazione Comunista mantiene il silenzio sulla questione, gettando una critica, invece, sulla maniera di agire: “Troviamo che questa modalità di far politica sui giornali non sia in linea con la nostra idea di azione e discussione politica. Crediamo che di fronte a eventuali osservazioni, critiche, proposte e quant’altro, ci sia ampio spazio di discussione durante le riunioni di maggioranza. In definitiva, non abbiano nulla da dichiarare”.

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