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Tardi getta la spugna. Il pasticcio di Gravinese che vuole fare il Sindaco

Giuseppe Gravinese

L’assessore Tardi si è dimesso, scrivendo al Sindaco le sue poco credibili ragioni. “Mi consta rilevare una mia difficoltà a relazionarmi con alcuni settori del nostro Comune … in questo modus operandi io non mi riconosco … avverto una limitazione nello svolgimento della mia azione”.

Ragioni alle quali non possiamo e non vogliamo credere poiché, se così fosse, ci troveremmo in un complesso e folle sistema di paradossi.

Possibile che Tardi abbia impiegato due anni per comprendere di avere delle difficoltà relazionali? Possibile che in queste difficoltà abbia raggiunto risultati importanti, che solo lui intravede, per il paese?

E se fosse come racconta, quale contributo potrebbe dare da consigliere, quando nulla ha potuto fare essendo assessore e contemporaneamente pure consigliere? Se avesse gettato la spugna per le ragioni millantate avrebbe dovuto farlo, come coerenza vorrebbe, fino in fondo?

“Ritengo più utile e giusto lasciare – scrive l’ex assessore – e fare un passo indietro, rinunciare alla carica, piuttosto che continuare in un’attività amministrativa tentennante”. Finalmente, dopo appena due lunghi anni di assoluto nulla, Tardi ha preso consapevolezza dei risultati di questa amministrazione. Cioè il nulla. Meglio ‘tardi’ che mai. Ma non nessuno. Attendiamo al varco l’assessore Camposeo!

Ma quali sono le vere ragioni di queste dimissioni e cosa si nasconde sulle dimissioni?

Il tutto sembra opera della strategia di Giuseppe Gravinese, segretario poco esperto del Partito Democratico (Pd), che fin dall’inizio della sua entrata in campo ha dimostrato che lui e la politica sono due cose diverse.

Dopo essere diventato segretario del Pd in stile Democrazia Cristiana anni ’50, il giovane segretario perde il suo consigliere Pd Arianna Gasparro, iscrive due indipendenti assessori al Pd, Tardi e Caldararo, mettendo in crisi la maggioranza, litiga con i giovani democratici, rompe con i partiti della coalizione, raffredda i rapporti con il Sindaco e crea un clima di guerra fredda all’interno del suo partito.

Isolato, Gravinese, segretario bisognoso di attenzioni e affetto, sente il bisogno di qualcosa di più rispetto a qualche pagina sul settimanale amico e così cambia rotta.

Nel discorso del suo insediamento dichiarava di voler vedere solo “a sinistra”, ma a sinistra non vedono lui e dunque, offeso, gira lo sguardo verso un centro – centrodestra tutto da esplorare dove poter avere un ruolo dove essere considerato.

Marco Lacarra a Turi potrebbe essere un segnale? Gravinese, vicino al consigliere regionale, potrebbe “gestire” sotto l’ala Lacarra, tre consiglieri, Tardi, Caldararo e Topputi. Lacarra a Turi raccolse molti volti vicini ad amici di “destra” e si narra essere amico anche di Boccardi, così come amici sono Angelo Palmisano e Tardi. Amicizie e relazioni che portano il neo segretario Gravinese a guardare con il suo personale e familiare Pd verso nuove spiagge.

Impegno per Turi, nel frattempo gode e gioca su più tavoli, come ha sempre fatto. Da un lato, tratta la testa del Sindaco con Boccardi, Angelo Palmisano e Gravinese, dall’altro alza la posta sul tavolo del primo cittadino.

Mentre i neo vogliosi protagonisti giocano, il paese muore e la responsabilità resta quasi totalmente da attribuirsi a Sel, a Rifondazione Comunista e al Primo cittadino. I partiti di sinistra, in primo luogo, che hanno preferito “tirare a campare” pur di proteggere assessorati, deleghe e rimborsi spesa. Ricordiamo tutti la divertente farsa di “dimettere le deleghe” informalmente. In secondo luogo il primo cittadino, equilibrista ormai senza corda, che stanco e assopito, perde di mano la sua maggioranza, il suo partito e ancor di più la stima e la considerazione dei suoi cittadini. 

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