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Lettera aperta

Scuola Turi

Riceviamo e pubblichiamo un pensiero di Tonio Palmisano, rappresentante dei genitori nel Consiglio d’Istituto.

“Lo scorso 13 gennaio si è tenuto presso l’Ist. Comprensivo “Resta-De Donato Giannini” di Turi, la seduta del Consiglio d’Istituto, durante la quale, tra le voci all’ordine del giorno c’era quella relativa alla definizione del “Tempo Scuola” da adottare per il prossimo anno.

Si è quindi messo a votazione:

1)Per tutti gli ordini scolastici (infanzia, primaria e secondaria di I grado) lo stesso andamento settimanale oppure la possibilità di “personalizzare” a seconda del livello di studio: è stata votata, a maggioranza, la prima opzione…TUTTI vanno a scuola negli stessi giorni;

2)Successivamente, la scelta tra la settimana di 5 giorni e quella di 6: la maggioranza ha deciso per la settimana corta di 5 giorni per TUTTI.

A mio parere però, tutto si è basato su una serie di inesattezze e … stranezze.

Ma andiamo per ordine.

A fine dicembre, i consiglieri siamo stati convocati a scuola per discutere della redazione dei modelli per le imminenti iscrizioni all’anno scolastico 2016-2017. Dopo una breve puntualizzazione, da parte dei rappresentanti degli insegnanti (per ogni ordine di scuola), sulle necessità dei tre livelli di studio, si addiveniva alla seguente conclusione:

  • scuola dell’infanzia e primaria da mantenere con la settimana corta, maturata dopo una serie di spiegazioni, addotte dalle relative insegnati (soprattutto delle materne) che negli anni precedenti si sono interfacciate con le famiglie spiegandone le motivazioni;
  • solo per scuola secondaria di I grado, proporre un sondaggio con la consultazione dei genitori degli iscritti agli anni 5^ elementare e 1^ e 2^ media (quelli su cui il prossimo anno tale decisione avrebbe influito).

A seguito di tale incontro, i membri del consiglio avrebbero dovuto quindi, nella successiva seduta di C. d. I., formalizzare i modelli per tale sondaggio.

Invece, convocati il 4 gennaio 2016, il Presidente saltata fuori” con una rivelazione: per la Delibera di Consiglio di Giunta Comunale n. 131/2011, (a detta sua e della Dirigente Scolastica), gli “obbiettivi coordinati e condivisi” del costituente Istituto Comprensivo, si concretizzano in un tempo scuola UGUALE per tutti i livelli. O tutti settimana corta, o tutti settimana lunga.

Per cui con questa “abile premessa”, si mette a votazione la possibilità o meno di fare il sondaggio: veniva vinta dai  contrari al sondaggio con la motivazione che (a detta dei rappresentanti dei genitori della lista “ad majora”) NOI, essendo stati votati dai genitori quali C.d.I. possiamo decidere su queste scelte in modo inopinabile. Io, invece, con gli altri che abbiamo votato contro, riteniamo che il peso di questa scelta, è di fondamentale importanza per tutte le famiglie della comunità scolastica e non solo per chi è venuto a votare (il 24% del totale). Esistono o no i “referendum”?.

Si è quindi trovato il modo di evitare il parere dei genitori, di cui evidentemente si teme il risultato.

Si arriva quindi alla seduta del 13 gennaio 2016, dove, dopo aver messo a verbale

  1. una dichiarazione di una rappresentante dei docenti (quale portavoce dei docenti della scuola  secondaria di I grado) che esponeva le problematiche dell’attuale tempo scuola con un auspicabile ritorno alla settimana lunga;
  2. una mia dichiarazione con la quale, in modo puntuale e documentato evidenziavo che:

–       la delibera di Giunta Comunale (nel suo allegato C) non diceva assolutamente quello che avevano voluto farci credere. ANZI, con l’indicazione “I calendari scolastici, gli orari di entrata e di uscita, i comportamenti in caso di interruzione delle lezioni, in occasione di vari eventi, sarebbero coordinati e condivisi” esprime, in italiano, esattamente il contrario.

COORDINATO E CONDIVISO non è sinonimo di UGUALE, ma che le decisioni non devono essere in contrasto tra le componenti scolastiche; e se l’interpretazione deve essere di uguaglianza, lo deve essere anche per l’ora di uscita degli alunni della scuola primaria e della secondaria di I grado (come avviene in altri istituti comprensivi), e non i primi alle 13:30/13:00 ed i secondi alle 14:00;

–       livelli diversi, esigenze diverse. Non è un caso che “la vecchia scuola media” è definita Scuola Secondaria di I Grado, forse perché più si avvicina alla Scuola Secondaria di II Grado, dove il tempo scuola  è strutturato su 6 giorni;

–       si vanifica la Circolare Ministeriale n. 177 del 14 maggio del 1969 che così recita: VIETATO assegnare compiti per il lunedì o far svolgere compiti in classe durante questo giorno della settimana. Per cui i giorni a disposizione dei docenti, con la settimana corta, dovrebbero ridursi a quattro;

–       e tutte le conseguenze dell’accorpare in cinque giorni, ciò che può essere fatto con tranquillità in sei: libri e quaderni da trasportare, lezioni da preparare, compiti e compiti e compiti a casa da fare (coordinandoli con attività sportive o ricreative);

–       ed infine, con una semplice ricerca sulle scuole del circondario, si portava a conoscenza degli altri membri del consiglio, che molte altre scuole, “Istituti Comprensivi”, attuano in maniera diversificata il tempo scuola ai vari livelli di istruzione come:

  • Putignano (II. CC. “Minzele-Parini”);
  • Gioia del Colle (I. C. “San Filippo Neri”);
  • Castellana Grotte (I. C. “Angiulli – DeBellis”);
  • Valenzano (I. C. “Capozzi – Galilei”);
  • Acquaviva delle Fonti (I. C. “Giovanni XXIII – Lucarelli”);
  • Monopoli (I. C. “Modugno – Galilei”);

A TUTTO CIO si contrapponevano le motivazioni verbali di coloro i quali sono favorevoli alla settimana corta, ossia:

  1. chi ha due figli, uno alla scuola secondaria di I grado ed uno alla primaria, col sabato a casa, il maggiore (di solito minorenne) accudisce il minore (sicuramente minorenne);
  2. i figli dei separati/divorziati godono la vicinanza  dell’altro genitore;
  3. l’istituto il sabato può risparmiare sul riscaldamento (FALSO, è acceso comunque);
  4. la gestione del personale ATA è semplificato;

Motivazioni assolutamente INSIGNIFICANTI E VUOTE da un punto di vista DIDATTICO E PEDAGOGICO, che non tengono conto delle necessità dei bambini/adolescenti che sono i SOGGETTI PRINCIPALI della scuola.

Nonostante ciò, il voto unanime e compatto dei genitori lista “ad majora” e di tutte le insegnati delle scuole dell’infanzia e primaria (con una esaustivo: “nessun astenuto”), ha “affogato” qualunque tipo di valida motivazione degli altri rappresentanti dei genitori e degli insegnanti della scuola secondaria di I grado.

Tutto ciò sembra quindi portare alla luce, che il sabato a casa per qualcuno è evidentemente troppo importante per pensare di verificare la ricaduta sui ragazzi e sulle reali volontà delle famiglie, di cui  evidentemente, lo ribadisco, SI TEME UNA SERIA CONSULTAZIONE.

E se questi loro atteggiamenti portano ad avere studenti che, non riuscendo a mantenere ritmi così serrati, sono costretti a ricorrere al doposcuola con un notevole danno, anche economico, evidentemente non importa in alcun modo.

  • Qualcuno spesso evidenzia che in EUROPA la settimana corta è ormai una consuetudine: c’è forse da far notare che in quei paesi considerano la Scuola (con la “S” maiuscola maiuscola) come la fucina dove forgiare gli adulti di domani, con un minor numero di alunni per classi, con attrezzature ed ambienti (palestre, refettori, laboratori) idonei ed adeguati, con molte attività che i nostri figli, invece, fanno al di fuori dell’ambito scolastico (nuoto e attività fisiche, più lingue sin dalle scuole inferiori, ecc) , e soprattutto con il periodo scolastico che NON termina a inizio Giugno per riprende a Settembre.

Si precisa infine che questo atteggiamento avverso alla possibilità di portare il tempo scuola sulla settimana lunga, non è nuova per questo istituto che, anche nella scorso triennio è stato fortemente contrastato con:

  •  un opinabile sondaggio anonimo (anzi anomalo) dove parte delle buste arrivate a scrutinio non sono mai state portate a casa da quegli alunni che, preferendo il sabato a casa, barravano personalmente  e riconsegnavano (per i ragazzi l’optimum di scuola sarebbe 3 giorni a dieci ore e 4 giorni a casa) ;
  • l’osteggiare qualsiasi tipo di opinione contraria alla settimana corta, come il parere  di un medico pediatra (messo agli atti il 03.09.2014, di cui lo scorso C.d.I. non volle tener conto) che evidenziava i disagi e i danni che 6 ore per 5 giorni sono contrari ai ritmi biologici dei ragazzi di quell’età:  con il quotidiano stravolgere abitudini consolidate quale il pranzo che, da sempre, riuniva la componente familiare, oggi rilegata al solo nutrimento corporale da fare anche in silenziosa solitudine; con uno squilibrio tra istruzione scuola e pausa lunga di due giorni, per nulla dedicato alla riflessione su quanto appreso in classe, ma con i ragazzi lasciati alla solitudine dei social (e con lo svolgimento dei compiti rilegato alle ultime ore serali della domenica).

Tutto quanto da me con la presente riportato, è al solo scolpo di esporre come si sono svolti gli eventi, e non esser parti tacite e accondiscendenti; noi più di tanto non abbiamo potuto fare.

Poi chi volesse dimostrare il proprio dissenso ad una decisione a cui io non so dare una valida spiegazione, si organizzi ed evidenzi il proprio disaccordo  con altri mezzi ed eventualmente, in altre sedi.

Tonio Palmisano

Rappresentante dei Genitori nel Consiglio d’Istituto

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