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Versi dell’anima, nelle Perle d’Autore

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La sua passione per carta e penna la conoscevamo già da anni. I suoi versi accompagnavano già da qualche tempo la sua persona e da qualche giorno, presso “L’Oceano nell’Anima”- Perle d’Autore- edizione La lettera scarlatta, possiamo leggere e lasciarci travolgere da “La notte delle lanterne”. Autrice, la giovanissima Maria Elena Didonna, che abbiamo ascoltato all’indomani di questa pubblicazione. “Non pensavo potesse avvenire tutto questo. Non pensavo riuscissi a trasmettere tutto ciò” – è il suo primo commento. Ma conosciamo meglio la sua raccolta.
“La notte delle lanterne”… cosa è la notte e cosa rappresentano le lanterne?
“Il titolo “La notte delle lanterne” vuole simboleggiare un legame tra futuro e passato. Non a caso per tutti noi il futuro è un passo ad occhi chiusi; è immenso e scuro come la notte. Le lanterne rappresentano il nostro passato, le nostre radici ed esperienze. Queste piccole luci ci ricordano chi siamo mentre avanziamo un primo passo verso il futuro, rendendo leggermente 11753697_10206160876834720_7446427298563576534_npiù nitida la via che percorriamo”.
Come nasce la tua passione per la poesia e la scrittura in generale?
“Sin dall’età infantile mi sono sempre rifugiata nella scrittura e nella lettura, a causa del mio carattere introverso, cupo e pessimistico. La scrittura è stata il mio unico contatto con il mondo. Avevo già un’inclinazione per i sonetti e per la poesia, però ho iniziato a scrivere poesie dopo l’esame di filosofia politica, ispirata da un’ analisi profonda volta all’opposizione tra ragione e passioni del grande filosofo sardo, Remo Bodei. Di qui l’esigenza a condividere in versi le domande, l’evoluzione di risposte che tuttora crescono e nascono dentro di me, sicuramente acerbe”.  
Da pagine nel cassetto, alla pubblicazione presso “L’Oceano nell’Anima”- Perle d’Autore- Edizione La lettera scarlatta. Come è avvenuto questo passaggio?
“Mediante un passa parola sono venuta a conoscenza di un sito di poeti “L’Oceano nell’Anima”. Mi sono iscritta e pubblicavo le mie poesie. Poi ho sentito il desiderio di voler condividere la raccolta che avevo appena finito con un pubblico più vasto. Maria Teresa Infante e Massimo Massa hanno curato il mio libro. È stata un’esperienza meravigliosa. Hanno letto ogni riga dei miei pensieri, hanno scavato in profondità. Li ringrazio con tutto il cuore”.
Chi o cosa ti ha spinto ed incoraggiato a questo passaggio?
“Principalmente la mia famiglia mi ha spronato, loro sono i miei primi lettori, ora spero se ne aggiunga qualcuno in più. Anche i miei amici più intimi hanno contribuito”.
 Hai già in mente nuovi versi?
“In realtà si, però nessun programma certo imminente”.
Quali sono i versi che ti hanno sempre accompagnata nella tua vita? Quali i poeti maggiormente letti ed amati?
“I poeti che mi hanno entusiasmata sono Shakespeare, Keats e Ungaretti; tutti e tre ancora da scoprire.
Credo che la citazione che mi accompagnerà d’ora in poi sarà :” Se puoi sognarlo, puoi farlo” Walt Disney. A piccoli passi spero di crescere sempre più. Immagino sia ripida la via, però come dice Tocqueville “Il mondo appartiene a quelli che hanno la maggiore energia.”  Quindi non molliamo”.
Dove sarà possibile trovare “La notte delle lanterne”?
“A breve sarà vendibile on-line oppure direttamente dalla sottoscritta”.
Importanti, quanto profonde, le parole che l’editore Massimo Massa scrive di lei. “Io credo che la poesia sia espressione di verità profonde in cui il poeta mette a nudo la sua anima, non certo per sterile esibizionismo, ma per puro desiderio di condivisione. È quanto accade a Maria Elena Didonna nella sua prima pubblicazione dal titolo “La notte delle Lanterne”, in cui la giovane autrice conferisce spessore ai suoi versi, pienezza di sentimenti, dolore, amore, ma soprattutto è un confessarsi senza finzione alcuna, per scavare nella profondità delle proprie emozioni, lacerando il dramma della vita, sempre diverso e sempre uguale, che esonda e invade la nostra quotidianità. C’è sofferenza e amarezza per l’asprezza della verità, per interrogativi non addomesticati e non addomesticabili. Non si tratta certamente di una poesia di nicchia, impenetrabile e oscura, ma piuttosto di una poesia che sboccia e si apre al lettore, attraverso un linguaggio allusivo, eclettico a tratti, rinnovata nella strutturazione semantica del verso. Credo che vada letta ed interiorizzata con attenzione, per integrarla nel proprio Io, altrimenti c’è il rischio di banalizzarla, di non comprenderla”.

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