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Negare l’ambiente significa negare se stessi

da sinistra Domenico Scagliusi, Elvira Tarsitano, Giuseppe Gravinese

Giunge l’8 giugno scorso la notizia che il Ministero dell’Ambiente ha definitivamente autorizzato le prospezioni geosmiche per la ricerca di petrolio a largo della nostra costa, nel tratto compreso tra Bari e Brindisi, incluse Polignano e Monopoli. La concessione sarebbe stata fatta alla Northern Petroleum. Tecnicamente, si tratta di un parere di compatibilità ambientale che autorizza la ricerca degli idrocarburi al largo delle coste pugliesi, utilizzando la tecnica dell’airgun.
Per la precisione, l’airgun è una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Ogni cinque o dieci minuti vengono lanciate delle bombe d’aria compressa che viaggiano a velocità di oltre 10mila Km orari. Da questi spari fortissimi si ricavano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Tutto questo potrebbe comportare gravi danni alla biodiversità, alla flora e fauna marina, nonché alle principali attività dei nostri luoghi, dal turismo alla pesca.
In quest’ottica, “ci siamo voluti mobilitare anche noi per dare il nostro aiuto” – afferma il segretario del Pd turese, l’avv. Giuseppe Gravinese, che ha ospitato lunedì scorso, presso la sede del partito, la dott.ssa Elvira Tarsitano, responsabile regionale ambiente Pd Puglia e biologa ambientalista, e il segretario cittadino del Pd polignanese Domenico Scagliusi. Ad assistere all’incontro, anche la presidentessa dell’Assemblea Provinciale del Partito democratico Alessandra Valente, il sindaco Domenico Coppi e alcuni amministratori.
Un incontro, quello voluto da Gravinese, che possa mettere insieme non solo i cittadini del Partito democratico, ma anche le forze di opposizione, per dire no IMG_0827alla minaccia che incombe su spiagge che noi frequentiamo e che “ci piacciono tantissimo”. Per questo è stata protocollata in comune la richiesta di un’odg contro le paventate trivellazioni, da portare in consiglio comunale, affiché possa essere approvata all’unanimità da tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione.
“Negare l’ambiente significa negare se stessi” – è quanto afferma la dott.ssa Tarsitano all’inizio del suo intervento, che si sofferma su diversi punti. Richiama la sovranità popolare: “Se il popolo decide che non vuole le trivelle, le trivelle non dovrebbero esserci”, per poi ripercorrere le tappe di questa minaccia, che si prospettava già dal 2006. Inoltre graverebbe su questa tragedia la mancanza di una normativa sulla sicurezza degli impianti, che lascerebbe ad intendere l’esistenza di tante problematiche da prendere in considerazione, non soltanto quella ambientale. Altro punto cruciale è lo Sblocca Italia. Negli ultimi dieci anni – spiega la prof.ssa Tarsitano – vi è stato un forte slancio verso l’autonomia delle Regioni. Ad un certo punto, però, si è fatto un passo indietro: oggi, infatti, molti temi sono tornati in capo allo Governo centrale. Per quanto riguarda le introspezioni del suolo per la ricerca di idrocarburi, la competenza sarebbe stata ripresa dallo Stato, grazie agli articoli 37 e 38 dello Sblocca Italia. Quindi le Regioni, a questo punto, potrebbero ben poco. “Dobbiamo fare fronte comune tutti quanti – invita – non dobbiamo abbassare la guardia. Non è giusto che qualcuno venga a dirci cosa dobbiamo fare dei nostri luoghi”. La questione, inoltre, si fa ancora più preoccupante se si guarda all’Emilia Romagna, dove a seguito della valutazione di impatto ambientale, si è passati alla richiesta di verifica amministrativa: qui il passo avanti è stato fatto e non lascia ben sperare, poiché se si è arrivati fino a questo punto, nulla impedirebbe nel proseguire non solo in Emilia Romagna, ma anche nelle altre regioni. L’impatto ambientale sarebbe disastroso e risulterebbe inutile anche una comparazione con gli Stati Uniti, essendo il Mar Adriatico un bacino chiuso e dove non ci sarebbe un sufficiente ricambio di acqua. Senza contare poi i danni sociali: si prevede che potrebbero uscire dal mondo del lavoro circa 38mila persone. Eppure l’Europa ci dà soldi per investire sull’economia blu! Una delle poche strade percorribili – da quanto emerge dall’incontro – sarebbe chiedere l’abrogazione degli art. 37 e 38 dello Sblocca Italia o, utopicamente, ottenere lo status di regione a statuto speciale.
“E Turi da che parte sta?” Dalla parte dell’ambiente. “Faremo di tutto” – assicura nuovamente Gravinese. Mentre il sindaco Coppi si dice favorevole all’approvazione dell’ordine del giorno in consiglio comunale perché “sono convinto che il nostro futuro sia nel valorizzare le nostre risorse” turistiche, agricole, storiche e culturali.

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