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“Necessari progetti mirati al rilancio del centro storico”

Turi Ass. I Vecchi Tempi

Guardare e riguardare Turi, uno dei centri più belli del Sud, significano aver cura della sua manutenzione ordinaria e straordinaria, della convivialità delle differenze delle persone che vi abitano e della consapevolezza delle risorse e dei gioielli che vi sono contenuti. Il cuore della città deve ritornare a produrre profitto e ricchezza, deve essere ripopolato da giovani, da laboratori artigianali, esercizi commerciali.

Privati e pubblico devono interagire, perché i beni culturali sono un patrimonio pubblico e privato, che possono creare grandi opportunità. Nel borgo ci sono vicoli e case meno viste e apprezzate; ci sono luoghi ed edifici abbandonati alle intemperie e all’incuria che lentamente vanno in rovina. Basta ricordare il Cinema Zaccheo, il Mattatoio in via Cisterna, il Mercato Coperto di via Dogali, il Mattatoio di Largo Pozzi, i tanti chiostri e conventi.

Una delle nostre priorità deve essere la rivitalizzazione del borgo, come risorsa preziosa ed eccellente del sistema urbano. Occorre creare occasioni d’incontro con gruppi di cittadini residenti, associazioni culturali, enti religiosi e operatori commerciali per un confronto sulle esigenze degli stessi e per mettere a fuoco indirizzi e modalità di intervento organici della futura Amministrazione comunale, consapevole delle gravi difficoltà che il prossimo Consiglio Comunale e il futuro Sindaco si troveranno ad affrontare soprattutto in un tempo di profonda crisi economica e politica non solo a livello locale ma nazionale.

Con grande umiltà avanzo delle proposte da realizzare per risvegliare la nostra città. Prima di tutto occorre realizzare, con l’aiuto della futura amministrazione comunale, progetti mirati al rilancio del centro storico che ne favoriscano l’accessibilità, la renda nuovamente attrattiva e aiuti a riqualificarne l’offerta commerciale. In poche parole manca la mobilità giusta per poter godere di tutto quello che può offrire il centro storico. Il punto è che il centro di Turi si è oramai svuotato dai cittadini che ora preferiscono riversarsi nelle grandi superfici commerciali in periferia. I turesi lo frequentano sempre meno e questo fa sì che non sia più considerato punto focale della vita della città. Il centro storico ha bisogno quindi di un’attrattiva in grado di fare da traino e di riportare la popolazione in centro. Fondamentale è l’opera di riqualificazione delle attività già presenti, la promozione di eventi culturali e non, la realizzazione di una campagna di comunicazione “ad hoc” per riportare i turesi nelle vie del centro.

Ad aiutare questa missione è possibile creare una sorta di “infopoint” per promuovere l’offerta integrata di servizi e funzioni del borgo. Dal sito è possibile ricevere ogni tipo d’informazione: dai negozi ai ristoranti, ai monumenti, ai percorsi turistici.

Perché il problema è proprio questo, cercare di enfatizzare lo spirito del borgo e tutte quelle possibili esperienze che solo qui si possono vivere. Le attrattive, dal punto di vista architettonico e commerciale, inutile negarlo, ci sono. Occorre solo riscoprirle. La chiesetta madre, la grotta di sant’Oronzo, le varie masserie devono entrare a far parte di un percorso turistico al fine di attirare l’attenzione dei visitatori. Auspicabile sarebbe: rinvenire le vecchie chianche sotto il manto stradale del centro storico; assicurare un adeguato livello d’illuminamento sulle strade con lampioni d’epoca; creare un’illuminazione d’ambiente in cui tanto il piano di calpestio quanto le facciate siano illuminate; illuminare gli edifici storici di maggior rilievo, almeno per la prima metà della notte; migliorare l’aspetto diurno della Città, rimuovendo i corpi illuminanti sospesi in mezzo alla strada, con tutto il loro corredo di tesate in fune d’acciaio, di conduttori elettrici ed accessori.

Bisogna tornare ad amare Turi e, con il patrimonio culturale che abbiamo, non dovrebbe essere così difficile.

Innovazione, ma anche un occhio al passato: il futuro di Turi non deve essere sganciato dalla tradizione, dagli usi e costumi popolari. Auspicabile infatti sarebbe riaprire botteghe artigianali che riportino in vita gli antichi mestieri che si sono persi nel meandro dei tempi, ma che in parte rimangono vivi nella memoria collettiva grazie ai racconti vivi di emozioni e in parte di rimpianti. Riscoprire questi antichi mestieri ma rivisti in chiave moderna: sartorie nate dall’amicizia tra ragazze; botteghe dove si crea e si vende bigiotteria artigianale; giovani fabbri che coniugano l’arte con l’artigianalità; decoratori di ceramica e poi ancora tessitura a mano, oreficeria artistica, restauro di poltrone e sedie. A tal fine colgo l’occasione affinché l’Amministrazione comunale concedi all’interno del borgo un ampio locale all’Associazione  I Vecchi Tempi per ospitare un museo della civiltà contadina in cui raccogliere oggetti, strumenti, attrezzi e reperti concernenti la cultura agreste riferita ad un periodo storico precedente l’introduzione delle macchine agricole sul campo coltivato. Questo Museo, oltre a preservare la memoria legata alla società rurale conservando e rendendo fruibili al pubblico le testimonianze “materiali” e “immateriali” del mondo contadino, potrebbe rivolgere la sua attenzione all’ambito didattico e laboratoriale, con iniziative appositamente studiate per rendere disponibile ai docenti e agli studenti delle scuole di diverso ordine e grado.

Questo progetto di rinascita lo affiderei ai giovani: la speranza, il futuro di Turi. Mi stringe il cuore vedere tanti nostri ragazzi allo spasso, che trascorrono le loro giornate senza speranze, senza alcune prospettive per il futuro. Tanti hanno lasciato la nostra città per recarsi al Nord in cerca di una sistemazione lavorativa. Dobbiamo far in modo che quei pochi che sono rimasti non prendano cattive strade. La città deve offrire loro delle certezze, nuove prospettive per il futuro.

Un altro argomento che mi sta a cuore è la sagra delle Ciliegie che si svolge nel mese di giugno: i giorni dolci e colorati dedicati all’Oro Rosso di Turi offrono l’opportunità di promuovere il territorio e i prodotti tipici locali. Ma passati quei giorni, tutto torna alla normalità e Turi torna nel dimenticatoio. Sarebbe bello invece aprire nel borgo dei negozi che puntino sulla commercializzazione di questo nostro prodotto. Ciliegie sotto spirito, marmellate di ciliegie, liquore di ciliegie, caramelle e cioccolatini ripieni alla ciliegia, ecc.

La nostra città ha bisogno di momenti di riflessione e, ora più che mai, senta l’importanza di associazioni che, come I Vecchi Tempi, operino in maniera volontaria e gratuita sul nostro territorio e che contribuiscano alla promozione di Un’Altra Turi.

Paolo Borracci

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