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L’A.s.d. Club Okinawa: solo campionissimi!

Si è appena concluso il campionato italiano di karate sportivo A.i.c.s. (Associazione Italiana Cultura e Sport) che si è svolto a Cervia dal 26 al 28 aprile.

Tutte le regioni d’Italia hanno preso parte a questo evento che anno dopo anno continua ad accumulare grandi successi e che vede la partecipazione di palestre tra le più importanti del settore dell’intera nazione.

La Puglia quest’anno è stata rappresentata dai ragazzi dell’A.s.d. Club Okinawa del maestro Francesco Mallardi, 4° dan di Karate.

Durante il primo giorno il torneo ha visto gareggiare gli atleti nella prova di katà (combattimento simulato). Il primo a calcare il tatami è stato il giovane Alessandro Spagnuolo nella categoria Esordieti A (12-13 anni).  Una concentrazione degna dei più forti campioni, uno sguardo che dichiarava a tutti la fame di vittoria che Alessandro aveva. Il risultato è stato una vittoria dietro l’altra, cadendo soltanto alla finale di pull, riscattandosi nell’incontro successivo, conquistando un meritatissimo terzo posto.

Successivamente è stata la volta di Antonella Laera, cintura bianco – gialla che ha gareggiato nella categoria Esordienti B (14 – 15 anni). Ben ha mostrato le sue doti in questa disciplina, perdendo al primo incontro, ma facendo intendere che non ha voglia di perdere facilmente.

Nella stessa categoria ha gareggiato anche Cinzia Pirulli. Un viso dolce ed uno sguardo che ha lanciato subito la sfida alle sue avversarie. Anche lei medaglia di bronzo, perdendo soltanto con la pluricampionessa internazionale della sua categoria.

Infine, nella stessa giornata, l’evento clou. Angela De Bellis, categoria cadetti (16 – 17 anni) cintura verde blu, ha mostrato tutta la sua esperienza ed il suo carattere indubbiamente combattivo, in uno sport dove non è sufficiente essere solo forti, ma l’astuzia e la passione rappresentano l’arma vincente.

L’esito non ha lasciato alcun dubbio: medaglia d’oro e tutti gli altri a casa. Una vittoria voluta, cercata, combattuta e meritata.

Il giorno successivo è stata la volta del kumitè (combattimento tra due avversari).

Pasquale Valentini, categoria Cadetti -68 Kg, nonostante fosse febbricitante, non ha voluto sottrarsi al suo dovere e ha cercato di mantenere alto il titolo iridato conquistato lo scorso anno. Purtroppo però ha dovuto cedere il passo al fortissimo atleta lucano, guadagnando comunque un importante 3 posto.

Giuseppe Marotti, nella categoria junior/senior -83 Kg, quinto classificato.

Domenica 28 aprile, il giorno più importante del campionato. I protagonisti erano i bambini, da 6 a 11 anni. Una festa che l’A.i.c.s. ha voluto dedicare a loro: le promesse del futuro. Un percorso ad ostacoli per allenare l’agilità, la prova del palloncino, per avere un primo approccio verso il combattimento, cercando di sfiorare con tecniche di karate un palloncino sospeso in aria. Ultima prova invece era un katà inventato, in cui il bimbo doveva eseguire una sequenza di tecniche in modo da simulare un combattimento immaginario.

I fratellini Carmine e Michele Perniola, capitati in palestra per caso, spinti anche dal desiderio dei genitori di vedere i loro piccolini di vincere, hanno finalmente esaudito il desiderio di mamma e papà. Inseparabili durante le lezioni, in questa loro prima gara hanno lanciato un chiaro messaggio: “vogliamo vincere sempre”.

Ultimo atleta a scendere in pista il più piccolo della delegazione turese: Giuseppe Albanese. Una vera attrazione. Un sorriso che rende solare anche la giornata più nuvolosa dell’anno. Una simpatia che non può lasciare indifferenti, ha corso più veloce possibile nel percorso, ha cercato di fare il meglio di sé alla prova del palloncino e ha fatto di tutto per ricordare il katà inventato. Una medaglia è riuscita a strapparla con grande merito.

Un risultato più che soddisfacente se si pensa che sono tutti atleti molto giovani e quindi con grandi margini di miglioramento. Ciò su cui bisognerà lavorare di più, così come sostiene il maestro Mallardi, è la mentalità, la voglia di non essere secondi a nessuno.

“Si può essere i migliori atleti al mondo, tecnicamente perfetti, ma se non si ha voglia di vincere, il desiderio e l’ambizione di essere “i migliori”, vorrà dire che si è destinati ad essere persone normali non campioni”.

Un ringraziamento doveroso va dato ai genitori che, in barba alla crisi, per i loro figli hanno fatto sacrifici pur di regalare un sogno, quello di potersi sentire dei campioni.

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