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Apparenza e casualità. La Cilento in libreria

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“La paura della lince” è il recente lavoro letterario presentato da Antonella Cilento a Turi sabato 3 marzo presso la Libreria Eleutera di Alina Laruccia.

cilento 20123Trasporto, suspence e curiosità nelle parole dell’autrice che ha accompagnato i tanti presenti lungo le pagine della sua nuova creazione. Antonella Cilento, che lo scorso anno i lettori turesi hanno incontrato con “Asino chi legge”, si presenta con il medesimo coinvolgimento e con una trama complessa e fascinosa con cui la storia e l’arte del passato si riflettono nel presente producendo misteriosi effetti di straniamento. Ricco di particolari e di mistrei, questo ‘giallo’ sui generis, o per meglio dire “gotico”, fa del libro un avvincente lavoro attorno alla figura di una sfortunata Aida Festa, “non più giovanissima precaria che ha appena perso un posto da guida turistica al museo del castello Baia” e, nel mentre si allontana dal suo posto di lavoro, “un’esplosione, il fuoco avvolge il castello e il vecchio custode Nino, da tutti ritenuto muto, corre verso Aida e prima di morire le consegna un involto, uno specchio scheggiato”. Un’esperienza terribile, da cui prende le mosse la vicendadi Aida, piena di colpi di scena, di sorprese e rivelazioni. Tutto il mondo di Aida ne verrà sconvolto a poco a poco: un padre vedovo, il ricordo della madre defunta e quello di una sorella, Elena, di cui da anni non si hanno notizie e che pare essere morta per droga. La casa di Aida sarà visitata da ladri che la neutralizzeranno con un colpo alla nuca ma apparentemente non ruberanno nulla se non un paio di scarpe verdi con tacco 16, acquistate per caso dalla donna, ma mai indossate; un «falco» della polizia diventerà il suo angelo custode e a un certo punto si materializzerà nella sua vita una bambina, “Spigola”, che dice di sentire le voci di oggetti e persone morte.

Un libro scritto “con grande rapidità” – commenta la Cilento al termine della lettura di alcuni passi accompagnati da rappresentazioni grafiche preparate da uno studente della scuola Media. L’azione si sviluppa a Napoli, da cui raccoglie il linguaggio parlato, gli elementi della quotidianità, i particolari dei luoghi e dei costumi.

“Tutto è un gioco di apparenze, e quasi nulla è come appare”. Ma alla fine, ogni cosa va al suo posto, tutto viene spiegato…

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