“L’uomo, non solo la sua anima, è il riflesso di Dio”
Turi – Don Nicola D’Onghia torna a casa, per una sera, per presentare il suo libro nell’accogliente sala convegni della parrocchia del S.S. Nome di Gesù, a Noci. Non potrebbe esserci data più indicata del 28 gennaio, giorno in cui la Chiesa ricorda san Tommaso d’Aquino, punto di raccordo tra filosofia e teologia, per una serata di ricerca e riflessione sui grandi temi della natura umana. Dopo i saluti del presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale, Francesco Ferulli, l’arduo compito da una parte di presentare il lavoro di don Nicola e dall’altra quasi di impersonare uno dei tre capitoli in cui la trattazione si divide va a Beppe Novembre, professore di Filosofia, a Rosa Roberto, prof.ssa di Scienze Naturali e attualmente dirigente dell’ I.I.S.S. Agherbino di Noci, e a mons. Luigi Renna, rettore del Seminario di Molfetta. Filosofia, Scienza e Teologia a confronto sui significati, i caratteri e le possibilità dell’anima.
Il prof. Novembre inizia dall’etimologia di “anima”, che rimanda a vento, soffio, respiro. Passa poi alla definizione che oggi dà Wikipedia, l’enciclopedia libera, per poi perdersi nella storia del pensiero filosofico occidentale, dai poemi omerici a Platone, dall’ottocento fino ai nostri tempi, alla ricerca di una risposta a domande senza tempo.
In sala, un uditorio composito, persone di ogni età, nocesi e anche qualche turese, antichi e nuovi parrocchiani di don Nicola, e molti sacerdoti, tra cui padre Donato Ogliari, abate della Madonna della Scala, si mescolano attenzione ed entusiasmo. “Io conosco don Nicola da quando era alto così! – sussurra un’anziana signora – E invece … guardalo ora!”
La parola passa alla prof.ssa Roberto, che sottolinea come ognuno di noi, fin da piccolissimo, si dà una risposta alla domanda “Che cos’è l’anima?”, risposta destinata ad essere ridefinita con il passare degli anni, e a volte stravolta, mediante incontri, studi, eventi. Il suo è un arduo compito: tentare in meno di mezz’ora di approcciarsi ad una spiegazione del sistema nervoso centrale, anche alla luce delle straordinarie tecniche, dalla PET alla Risonanza Magnetica Funzionale, che negli ultimi anni hanno accelerato sullo studio delle relazioni mente – cervello, e cervello – coscienza.
Infine, a rappresentare quella che egli stesso definirà la parte più “originale” della trattazione, quella teologica, mons. Luigi Renna, che trae anche le somme di quanto è stato detto. “La teologia è proprio il ponte tra filosofia e neuroscienze. La chiesa ha fatto propria la definizione di anima di matrice aristotelica, definendo l’anima come ‘forma del corpo’, definizione che rende ragione della versione biblica di anima e corpo come unità”.
“L’uomo è il riflesso di Dio, non solo la sua anima – ha continuato, in una sala fattasi d’un tratto più attenta – dobbiamo tutti, filosofi, teologi e scienziati, evitare il paradigma della semplificazione e la tentazione di usare lo stesso metodo di analisi.” Ha poi citato qualche frase del libro di don Nicola, sottolineando come non sia possibile dimostrare l’esistenza dell’ “io narrante” che chiamiamo anima, ma che possiamo continuare a cercare, senza fermarci solo a quanto è misurabile. “Il cervello è sociale, e l’anima dice una relazione, con Dio e con gli altri. Per questo va recuperato il concetto di persona.”. L’augurio poi, per don Nicola, è di passare “da questa ad ancora altre prove di dialogo tra neuroscienze e teologia”.
La parola infine a don Nicola, per un brevissimo saluto e un ringraziamento. “Questa avventura è iniziata qualche anno fa. Mi ha affascinato la sua complessità. Per noi credenti la sfida è nel non avere paura del dialogo. Il dialogo ha bisogno d’identità e di differenza, e per affrontarlo c’è bisogno di umiltà e capacità di ascolto.”
Infine, un brusco risveglio dopo una serata che ha saputo affrontare i grandi temi dell’essere umano. L’uditorio è già in piedi, ma la prof.ssa Roberto, dirigente scolastica, riprende la parola per sottolineare, con vivo disappunto, come l’unica scuola superiore di Noci stia per essere accorpata, secondo la legge vigente. “Riprendetevi la vostra scuola!”, incita, e in un attimo tutta la magia dei discorsi sull’anima, sulla coscienza, sulla vita eterna, svanisce a contatto con la quotidianità che irrompe con le sue piccole grandi preoccupazioni.