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LA PPDT DI ONOFRIO RESTA IN DIFESA DEL LAVORO

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Il 30 giugno scadono le cassa integrazioni e le convenzioni con le Province degli enti di Formazione professionale.

La Puglia prima di Tutto ha inviato una nota al presidente Vendola e all’assessore al ramo Alba Sasso, ricordando che «nonostante la disponibilità finanziaria riveniente dai finanziamenti del Por 2007/2013, circa 700 operatori già iscritti nell’Albo e nell’Elenco regionale versano in questa situazione: da due anni, 150 operatori sono in cassa integrazione e percepiscono meno di ottocento euro al mese; da almeno 7 mesi altri 150 operatori impegnati nelle residue attività non percepiscono lo stipendio; altri 350 operatori sono in servizio presso i Centri territoriali per l’impiego delle sei province pugliesi, regolarmente retribuiti, con finanziamenti comunitari».

«A febbraio la Regione Puglia riapriva i termini per collocare altre 63 unità presso i Centri per l’impiego, in sostituzione di quelli che nel frattempo erano andati in pensione e a distanza di oltre un anno non è dato sapere quali circostanze abbiano impedito l’attuazione della de-libera». Abbiamo sentito l’assessore Onofrio Resta che conferma le sue preoccupazioni: “A Turi siamo riusciti a salvare la situazione ma la situazione non è semplice.

Mi chiedo dove la Regione pensa di collocare gli operatori della Formazione professionale dopo il 30 giugno 2011, considerata la scadenza della cassa integrazione e della Convenzione con le sei Province Pugliesi. La Provincia è in prima linea ma si attendono risposte.” “La Regione deve con urgenza rilanciare l’attività di formazione, dando immediatamente esecutività ai corsi per operatore socio-sanitario. Sanare il contenzioso in atto con gli Enti storici a cui per decenni ha affidato attività di formazione e Personale. Collocare ogni operatore non occupabile nel sistema diretto della Formazione, presso i Centri per l’impiego delle sei Provincie e presso gli uffici regionali e provinciali dell’assessorato alla Formazione.”

La Puglia Prima di tutto conclude: “Un Governo che si vanta di combattere la precarietà, come può esso stesso generare precarietà, decretando addirittura lo stato di crisi del settore, per incapacità di attuare quanto esso stesso legifera?».

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