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LEOGRANDE E RESTA, I MOTIVI DEL SI’ ALLA SFIDUCIA

SFIDUCIA

Riassumiamo di seguito gli interventi del dott. Mimmo Leogrande e della dott.ssa Tina Resta fatti durante l’ultima seduta di Consiglio comunale, basati sulla motivazione del “sì” alla sfiducia nei confronti del sindaco Gigantelli.

Leogrande: “Riteniamo che sia un momento in cui tutti devono essere consapevoli del proprio ruolo in consiglio. Bisogna riflettere sul disordine di questa amministrazione e sui vostri ruoli. Avete vinto con un fortissimo consenso. Quello che state facendo è contro la democrazia perché non c’è più la squadra iniziale con il proprio progetto. Se le persone che avete aggiunto alla vostra amministrazione avessero rappresentato un valore aggiunto poteva andare bene, ma ciò non è avvento, e comunque non doveva essere necessario dato il largo consenso ottenuto dalla lista vincitrice.

Un volta (riferendosi al Sindaco, ndr) le chiesi di indire un consiglio in cui avremmo potuto parlare di questa situazione politica, senza arrivare alla mozione di sfiducia. Non è stata accolta la mia richiesta. Non bisogna andare sulla stampa o sui siti. Bisogna parlarne qui.

Tutti noi, soprattutto lei sindaco, siamo responsabili di questa decadenza politica.

La giunta di mare è sempre stata un porto di mare: gente che esce ed entra, senza capire quali sono le deleghe.

È impensabile pensare di fare quello che si vuole senza arrivare a risultati concreti. Per questo siamo arrivati a sottoscrivere la mozione di sfiducia.

Un’amministrazione che funziona ha bisogno solo di un controllo lieve. Invece oltre all’opposizione ci sono eventuali altre adesioni esterne. Questa è un’idea che parte dalla De Florio e Luisi, suoi ex assessori. Anche loro hanno firmato ed è molto più grave di una firma di un componente dell’opposizione. (In realtà i due consiglieri menzionati non hanno sottoscritto la mozione, e hanno votato in maniera negativa, sbalordendo un po’ tutti, ndr).

Avevamo previsto la firma di Ventrella, ma ci sbagliavamo. Il consigliere di opposizione non si rende conto che non funziona questa amministrazione e manifesta idea contraria da quella che abbiamo pensato noi, sottovalutando la sua posizione. Comunque noi presentiamo lo stesso la mozione, anche se non otterremo undici voti.

Cosa farete in un anno e mezzo? Non si possono fare grandi cose senza squadra unita e compatta, a meno che oggi non mi si dimostri il contrario. Se uno sta con la maggioranza domani non potrà dire che non ci sta più. Bisogna prendere posizione e portarla avanti d’ora in poi.

Non avete trovato un assetto, ma l’avete voluto voi inserendo due consiglieri che non centravano nulla.

È importante che il consiglio sia motivato, e ognuno che vota “sì” o “no” dica il perché.

Potremmo discutere del programma, ma non c’è bisogno perché tutti sanno come vanno le cose.

Ventrella dice che grazie a lui saranno asfaltate le strade. Il Sindaco ha avuto bisogno di un ulteriore consigliere comunale per fare la manutenzione delle strade. Vuol dire che non potete fare nulla: se anche per la manutenzione ordinaria avete bisogno del voto di un consigliere di opposizione, significa che siamo arrivati alla frutta. Cosa potrete fare fino alla fine del mandato? Galleggiare su una barca che sbatte da una parte all’altra?

Se viene bocciata la mozione non cambia lo stato delle cose: lei Sindaco è alla rincorsa di un numero che possa garantirle la continuazione di questa amministrazione. Avrei preferito che il Sindaco fosse ricordato per azioni importanti, non per il record delle giunte: sette. Ma così arriveremo ancora ad altri record. Motivazioni per sfiduciarla ce ne sono tante. Perché anche alcuni suoi consiglieri hanno avuto l’idea di sfiduciarmi? Se l’è chiesto?

Siamo ad un punto in cui non si dovrebbe andare oltre. Ma qui si va oltre e il momento fa male a tutti”

Resta: “Apprezzo il suo (riferndosi al Sindaco, ndr) pensiero iniziale, il contenuto e il tono. A prescindere sai numeri serve

tina_resta

un momento di riflessione. Non siamo in un campo di calcio. Noi sappiamo che non abbiamo i numeri per la mozione di sfiducia. Sappiamo che con otto firmatari non avremmo avuto una sua evoluzione. Sapevamo che non sarebbe stato presente Denovellis, ma siamo qui lo stesso, con la pacatezza che lei si augura.

Dopo la vostra vittoria nessuno ha pensato di farvi la guerra, tant’è che nei primi anni ho contribuito a tanti regolamenti che ho anche apprezzato. Ho collaborato con voi. Qualcuno avrà pensato che ci fossero degli inciuci. Ho imparato a farmi una corazza che mi ha fatto evitare di reagire. Non ho mai guardato alla contrapposizione, ma ai contenuti che mi venivano proposti.

C’è un tracollo etico. Non condivido una cosa di questa amministrazione, come stile: in Consiglio siamo d’accordo, ma nell’applicabilità tutto sfuma. Tutto è velato da una patina omertosa. Non si sa mai tutto fino in fondo. Non ci si guarda negli occhi. Non c’è coraggio delle proprie azioni. Non si può fare il consigliere così.

La differenza tra qualcuno di noi e qualcuno di voi è che l’insofferenza io la dico al microfono, anche con toni accesi, mentre i suoi consiglieri non parlano e non le parlano.

Antonio Tateo non è qui perché gli avete chiesto di dimettersi. E non lo dite. Se deve entrare Luisi deve uscire Tateo.

Oggi lei avrà i numeri e per voi andrà bene.  Non so quando sapremo del nuovo cambio di giunta. Non c’è il coraggio di dire questi veti incrociati che continuano. Non si giustificherebbero altrimenti sette giunte, e forse altre.

Non abbiamo un caposettore economico finanziario. Non se ne parla. Si tampona con la dottoressa Anglana.

Se siamo arrivati alla mozione di sfiducia è perché non sappiamo più come dirvelo. Continueremo un altro anno e mezzo. Sfiducia significa testualmente diffidenza: la nostra nei vostri confronti.

Per me contano le persone in un paese come il nostro, anche senza essere schierato in qualche partito. Conta la coerenza soprattutto. La dignità. L’onestà intellettuale. Con queste persone mi voglio confrontare. Possiamo non condividere delle idee, ma lei deve riconoscere che abbiamo mantenuto commissioni, emendamenti ecc.

Siamo arrivati a questo punto non per tirarle i piedi per farla andar via, ma è un’opportunità per dirle di nuovo quello che pensiamo, visto che lei non dialoga con noi al di fuori dal Consiglio. È il suo stile. Mi dispiace presentare una mozione di sfiducia. Non mi fa piacere fare questo al mio paese. Apprezzi, Sindaco, il coraggio di guardarlo negli occhi quando le diciamo le cose.

Quando lei si è dimesso anche lei non aveva più fiducia. Lei ha fatto una mozione di sfiducia nei confronti dei suoi collaboratori. Dimissioni non istintive, ma come una goccia che fa traboccare il vaso. Noi vogliamo farla riflettere un’ulteriore volta. Mi interessa poco di quello che scriveranno, ma ciò che accade al nostro paese. Anche a livello nazione stanno succedendo certe cose, e ciò non mi conforta molto, anzi sono rammaricata.

Qualcuno le chiama pagliacciate, io le chiamo codardie, e quando un consigliere non ha il coraggio delle proprie idee deve andare  a casa.”

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