Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Politica

POLITICA NAZIONALE, PAROLA AD ANTONIO ZITA

zita

In seguito alle vicissitudini che accompagnano la politica nazionale, abbiamo voluto porre alcune domande a due esponenti dalla natura politica opposta: Giovanni Settanni, esponente locale dell’ex Alleanza Nazionale, e Antonio Zita, giovane esponente locale del PD.

Esporremo in due parti le risposte alle rispettive domande.

Antonio Zita

Come abbiamo potuto notare in questi ultimi mesi è avvenuta la scissione tra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. Da cosa reputate abbia avuto origine questa spaccatura?

“L’origine della scissione del Pdl è nata dalla sua stessa fondazione. Una persona sana di mente non penserebbe mai che un progetto personalistico che porta alla sudditanza del resto dei suoi componenti possa vivere a lungo. La Dc ha vissuto per tanti anni con la strategia correntizia, con il manuale Cencelli e i servizi segreti. L’interesse da parte del gruppo ex-missino, Alleanza Nazionale, era certamente quello di creare con Il popolo delle Libertà un grande partito liberista, di massa, che portasse una direttiva democratica al Governo, allo stesso tempo conservatrice e non dittatoriale, come invece si è dimostrato il timbro fortemente reazionario, xenofobo e falsamente liberale della politica di Berlusconi. È chiaro come l’assestamento fatto da Berlusconi con il Pdl gli sia servito per un posizionamento più forte ed ottenere dunque l’egemonia nel centro destra. Mentre ritornava a governare il centro destra nel 2008, lo spazio di dialogo e lavoro lasciato a Gianfranco Fini e il suo gruppo si riduceva sempre di più. L’espulsione dal Pdl del Delfino e la consecutiva creazione di Futuro e Libertà, è stato un passaggio inevitabile dato il grande spessore politico del leader dell’ex AN, che per quanto io non condivida il suo pensiero, e lo reputo lontano dal mio, lo considero culturalmente e politicamente tutto meno che uno yesman di Berlusconi.”

Cosa ne pensa della creazione di un nuovo partito come Futuro e Libertà e di un avvicinamento alle sinistre nazionali?

“Il vero tratto che merita attenzione di questo periodo di migrazione, AN, PDL, Fel è il cambiamento eroico, se così si può definire – io più che altro lo definirei ipocrita – del Presidente della Camera, che da rimarcare la sua vicinanza in gioventù alla cultura fascista, sia passato a fare dichiarazioni contraddittorie proprio con quel suo passato. Rimasi allibito quando per caso sentii il suo intervento in un convegno di giovani del Pdl, dove con nitidezza parlava del fascismo come il male assoluto, come un’ideologia violenta, dal quale ci si debba allontanare. Non solo. Mi ha sempre stupito la sua apertura agli studi sulle cellule staminali e i riferimenti ad una politica laica. Una stoccata all’Udc e quindi stigmatizzando una possibile apertura a quel gruppo parlamentare da parte del Pdl. Sbalorditivo perché, il presidente si è ritrovato ad essere etichettato dalla stampa vicina alla famiglia Berlusconi come “il compagno Fini”. Detto ciò se vogliamo porci qualche interrogativo rispetto agli scenari futuri della politica nazionale, faremmo, per qualsiasi previsione, un azzardo troppo grande. La votazione del 14 sulla fiducia al governo ci darà elementi più certi. Allo stesso modo nella propagazione della politica nazionale sul territorio. Cosa farà Fitto alle prossime governative? La Polibortone e la Puglia Prima di Tutto? Strana risulta la vicinanza di Emiliano a Fini. Uno spostamento al centro di tutti gli indecisi? Sarà questo il nuovo volto del trasformismo? Fini uguale Depretis?”

Sulla politica locale i due esponenti espongano le loro opinioni inerenti ai piani d’azione dell’amministrazione odierna.

“Due parole mi permetto di spenderle per ciò che sta succedendo a Turi. Ciò che accade da anni. E la mia non è una valutazione nel merito delle proposte politiche in discussioni, poiché sempre di più emerge l’interesse di pochi coaguli baronali, che portano avanti il solo interesse personale o del proprio gruppo. Non sentiamo una discussione seria su quale sia il futuro del nostro paese ormai da troppo tempo. La grande rete, una connessione di un villaggio in cui tutti conoscono tutti, non ha il pregio di avere un dibattito con onestà intellettuale. Sono sempre più sbalordito da come la voglia di figurare “il politico”, “l’assessore”, sia solo per l’appagamento di una propria vanità. Quando chi fa politica a Turi capirà che amministrare significa servire i propri cittadini, significa sacrificio e non privilegi, quando capirà che politica significa lavorare per il bene comune e non per quello di pochi, solo allora in questo nostro paesino avremo una reale svolta e noi giovani avremo maggiori speranze.”

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *