‘IL SEGNO DI ZORRO’: I RICORDI DI LEONARDO GRAZIOSO

Le comparse vengono scelte fra i turesi, che si vestono da campagnoli-peones i seguaci di Zorro, in divisa messicana i dipendenti del governatore. Il tutto si svolge in una piccola Cinecittà, “una zona – ci racconta il 68enne Leonardo Grazioso, a quei tempi comparsa 19enne nel film – delimitata dalla chiesa di San Giovanni, dal palazzo degli Aceto e dalla Villa piccola.
Altre comparse? Il professor Leonardo Colapietro, Lucio Dell’Aera, Rino Valerio, Giuseppino Caldarazzo, Tommaso Iacovazzi che vive ormai a Milano, Giovanni Coppi, Saverio Chiarappa che a dieci anni era già molto alto, Mario Maggiolini, Patrizio Florio il netturbino, che con un grande sombrero in testa era sempre seduto sotto il lampione che stava al centro d’ u’ treppìzze e rappresentava uno dei peones. Indossavamo dei cappelli alti con la visiera, allacciati sotto il mento. Un giorno stavamo girando il film e, mentre avanzavamo, il regista gridò: stop! Uno di noi non sentì e continuò a camminare, al che il regista lo apostrofò: dite a quel cretino di fermarsi”. Leonardo Grazioso si sofferma sui vestiti che indossavano, dagli stivaloni particolari, alla divisa piena di bottoni a creare una linea verticale, per finire ai fucili di quell’epoca: lunghi, sottili e con una lama alla punta.
“Su buona parte della Villa piccola e su tutto Largo San Giovanni erano stati sparsi dieci centimetri di ghiaia, ‘brecciolina’ e sabbia a volontà. Quel periodo, fra attori veri, cavalli, comparse turesi che si atteggiavano ad attori, il nostro paese si dette una botta di vita e sognammo ad occhi aperti.”
Chiediamo a Grazioso se ci fosse un compenso per questo loro lavoro. “Sì ma non ricordo la cifra esatta, penso fra le 1.500 e le 2mila lire al giorno, più il famoso cestino degli attori se i tempi si allungavano oltre l’ora di pranzo. Ci furono dei ‘ciak’ pure a Musacco e a Bari, dove molta gente ci scambiava per la Polstrada e noi ci si atteggiava ad attori veri e, a volte, c’era chi ci faceva delle domande, fra le più disparate. Noi stavamo al gioco e ci davamo un tono.
Il film esce nelle sale cinematografiche di tutta Italia il 1962. ”Quando uscì il film lo andammo subito a vedere ma – ci sorprende Grazioso, concludendo il racconto – fu una delusione. Nel 1962 avevo vinto il concorso e stavo a Napoli, convinsi gli amici ad andare a vedere il ‘mio’ film. Mi aspettavo tanti nostri primi piani invece eravamo presi da lontano, non riconoscibili. L’unico che ebbe tante inquadrature, ed era riconoscibile, fu Patrizio…”..
Ecco un video che riassume alcune delle scene descritte dal sig. Grazioso.