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MODESTO CAZZETTA: DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO

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In questo periodo abbiamo seguito alcune disposizioni amministrative che riguardano le istituzioni scolastiche; come è possibile leggere nell’art.1 punto 3 del D.P.R. 81/2009, queste devono garantire, per la propria autonomia, una popolazione compresa tra i 500 e i 900 alunni. Tutti i Comuni italiani, pertanto, hanno comunicato le proprie condizioni scolastiche ed eventuali ipotesi di raggruppamento delle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Superiore di Primo grado, previa consultazione delle Istituzioni scolastiche.

Abbiamo consultato in merito l’assessore Modesto Cazzetta, delegato alle politiche scolastiche, il quale ci ha fornito un quadro chiaro della situazione delle scuole di Turi: “la nostra difficoltà verte soprattutto sul numero degli alunni della Scuola Superiore di Primo grado. Qui, infatti, sono presenti solo 360 alunni, contro i 500 stabiliti dalla norma”. Conseguenza prevedibile, applicata anche in altre scuole del circondario, “sarebbe la creazione di un Istituto Comprensivo, che racchiuda le tre istituzioni scolastiche non a norma. Il problema sorge nel momento in cui si sommano gli studenti della Scuola Media Statale, con gli 847 della scuola dell’Infanzia e Primaria. Il numero risultante è superiore al massimo consentito: 900”.

Durante un incontro tra l’Amministrazione e i Dirigenti scolastici, congiuntamente alle organizzazioni sindacali, il neo-dirigente della scuola Secondaria di Primo grado “R. Resta”, prof. Ferdinando Brienza, ha avanzato una sua ipotesi di soluzione: accorpare, sotto la propria dirigenza un plesso della scuola dell’Infanzia e un’intera sezione della Scuola Primaria. “In questo modo – ha spiegato Brienza – ai 360 alunni che attualmente gestisco, si aggiungerebbero altri 300 circa. Si arriverebbe così al numero richiesto dalla Regione per avere l’autonomia scolastica e non essere costretti a chiudere”.

Alla fine dell’incontro, però, con voto unanime si è approvata la proposta dell’assessore Cazzetta: mantenere i due istituti autonomi e separati, uno comprendente le Scuole dell’Infanzia e Primaria, ed uno della Scuola Superiore di Primo grado”.

L’Assessore ci spiega il motivo della scelta di non modificare la situazione scolastica attuale. Sostiene che, in base ad alcune previsioni, “l’incremento demografico della popolazione turese, conseguente ai flussi migratori, condurrà, nel giro di pochi anni, ad aumentare il numero della popolazione della Scuola Media. Negli ultimi tre anni scolastici, ad esempio, è stato registrato un aumento di 77 alunni presso il Circolo Didattico “P. De Donato Giannini”. Tale popolazione scolastica è destinata a spostarsi presso l’S.M.S. “R. Resta” per continuare il percorso di studi. scuoleeeLa proposta che è stata presentata alla Regione, sotto il vaglio degli organi competenti, conduce Turi a non privarsi di un istituto scolastico, con relative conseguenze sul piano didattico, organizzativo, strutturale e della gestione. La richiesta regionale e nazionale, di proporre modifiche alla rete scolastica e accorpare sotto un’unica dirigenza ed un solo organo amministrativo le istituzioni scolastiche sotto popolate, ha come unico obiettivo quello di tagliare la spesa pubblica nel campo scolastico. La nostra amministrazione ha piuttosto formulato l’ipotesi di conservazione della situazione attuale. Attendiamo solo il verdetto della Regione sul tema scolastico turese. “Noi speriamo che la proposta sia approvata e che non ci siano variazioni in ambito scolastico, poiché sarebbero diverse e spiacevoli le conseguenze” – ha concluso Cazzetta.

Anche il prof. Vincenzo Tardi, dirigente del C.D. “P. De Donato Giannini”, ha dichiarato la sua contrarietà ad un eventuale istituto comprensivo unico. Questa soluzione, afferma, “non è funzionale ad una gestione efficiente dello stesso, perché troppo ampio, complesso e variegato. Tuttavia – continua – come seconda ipotesi abbiamo proposto la creazione di due distinte istituzioni scolastiche che ammettano, sotto il controllo del dirigente Brienza, due delle tre scuole dell’infanzia, cioè circa 200 alunni. Questa organizzazione permetterebbe di evitare il rischio di una frammentazione e divisione della popolazione scolastica e dei rispettivi docenti della scuola dell’obbligo”. Tuttavia si auspica che tale disposizione non venga presa, in quanto “dividerebbe gli alunni di una stessa fascia d’età tra le due istituzioni scolastiche e, inoltre, costringerebbe parte dei docenti a trasferirsi nell’altra istituzione scolastica”.

La stessa consigliera d’opposizione Tina Resta ha dichiarato che è “contenta che i dirigenti scolastici, unitamente all’Amministrazione, abbiano deciso di lasciare le condizioni delle nostre Istituzioni scolastiche così come sono attualmente. Pensare di frazionare la Scuola primaria o affidare alcuni plessi scolastici al preside della Scuola Superiore di primo grado, non è la cosa più importante. Necessario è piuttosto considerare, in queste decisioni, solo e unicamente i benefici che i bambini devono trarre. Domandarsi cosa è necessario per loro, come garantire il rispetto della qualità pedagogica, formativa e disciplinare degli alunni. Considerare solo il rispetto nei confronti dei bambini, degli insegnanti e degli organi amministrativi”.

La medesima riflessione è stata esposta dal dirigente Brienza, che ha confermato questa necessità: “definire la scuola solo con dei numeri non è garanzia di qualità e di rispetto dei bambini e del corpo docente. Ogni decisione, infatti, deve essere subordinata alla riflessione sul mantenimento e conservazione della qualità educativa, didattica e metodologica”.

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