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EX MERCATO COPERTO, ABBATTERLO O RIQUALIFICARLO?

 

Nella sala consiliare si è discusso sulla questione “abbattimento o riqualificazione”

Don Giovanni Amodio: “Sarebbe bello mettere in quell’area il carro di Sant’Oronzo”

Turi – Una cosa è certa: così com’è pare non piaccia a nessuno. Questo il resoconto in due parole del dibattito culturale sul Mercato sito in via Dogali, in funzione dei lavori di restauro della Chiesa Matrice. La conferenza cittadina tenutasi nella Sala Consiliare due giorni fa è stata presieduta dal Primo Cittadino, il dotto Enzo Gigantelli, l’Assessore Giuseppe Denovellis, l’architetta comunale Susca, Don Giovanni Amodio, Arciprete della Chiesa Matrice di Turi. Ognuno ha espresso il proprio parere personale, non prima di aver trattato alcune tematiche di carattere generale che servivano da premessa. A tal proposito, il Sindaco, ha descritto la struttura in questione citando la descrizione tratta dall’Inventario Comunale del 1987 (attualmente in fase di revisione): “L’edificio rappresenta un Bene Pubblico, sede del vecchio Mercato Coperto e attuale centro culturale ospitante le associazioni FIDAS e AIDO e il Comitato delle feste patronali, nonché sede saltuaria della ProLoco”. L’architetta Susca ha descritto lo stato attuale della struttura in una parola: fatiscente. Nello specifico ha spiegato che all’interno non presenta molti problemi ma dall’esterno ci sono parecchie cose che andrebbero risistemate. Ad esempio le pensiline sporgenti presentano calcinacci pericolanti ed intonaci sgretolati a causa dei muschi e dei licheni.

La struttura risale al 1932. Costruita a ridosso della parete laterale della chiesa, fu offerta alla cittadinanza dall’impresa di Michele Paliotto, ora scomparso, insieme alla costruzione dei bagni pubblici presenti nella villa comunale. La data rappresenta il X anno dalla nascita del movimento Fascista. Lo testimonia il ritrovamento della scritta X e il numero 1932 rispettivamente sui due pilastri che reggono la struttura centralmente. Dal 1940 fino all’83 esso non ha subito restauri. In quell’anno, infatti, incaricato dalla Amministrazione Comunale, Matteo Castorinis si occupò di riqualificare l’area.

Va precisato che quando la struttura venne progettata e costruita, si andò ad occupare lo spazio del sagrato della Chiesa. Attualmente lo stabile appartiene al Comune.

Nei lavori di restauro della Chiesa Matrice (iniziati nel Marzo scorso) ci si è accorti che la struttura in questione ha probabilmente ostruito l’affaccio, sull’incrocio tra Piazza Chiesa e via Dogali, di alcune finestre e di una entrata laterale. Inoltre ci si è accorti che l’abbattimento della struttura potrebbe dare una maggiore visibilità del luogo sacro. Per questi motivi è nata la questione “Mercato Coperto”. I cittadini vi sono molto legati perché è stato teatro di molti avvenimenti che hanno fatto la storia del nostro paese e delle nostre famiglie. La decisione lasciata a loro con una specie di referendum, in modo tale da non alimentare in futuro rancori verso questa o quella decisione e soprattutto nei confronti di chi le ha prese.

Ma cosa ne pensano gli esperti del settore e le autorità di Turi sulla questione ex Mercato del Pesce?

Ingegnere Giannini: “Dobbiamo porci la domanda: Cosa perderemmo se lo demolissimo? Ritengo che il dialogo non debba rimanere chiuso nei confini di Turi, perché potremmo distogliere la nostra attenzione dalla questione per il fattore affettivo. Piuttosto sarebbe opportuno interpellare persone esterne che possano dire la loro con più oggettività. Il dubbio non è quello di abbattere o meno la struttura ma riqualificarla o no”.

Architetta Susca: “Bisogna distinguere lo stato di conservazione con il valore dell’immobile. Certo è che la struttura ha bisogno di un restauro, ma bisogna intervenire in maniera contenuta rispettando lo stile della zona circostante”.

Architetta Rossi: “Cosa guadagneremmo dall’abbattimento dell’edificio? I turesi sono troppo legati. Si potrebbe riqualificare togliendo i muri esterni creando un luogo fruibile, simile ad un porticato”

Il Sindaco Gigantelli: “La struttura allo stato attuale non mi da alcuna emozione, anzi direi che è alquanto bruttina.

Assessore Giuseppe Denovellis: “I nostri fedeli potrebbero essere molto felici dopo l’abbattimento perché andremmo ad enfatizzare la magnificenza della Chiesa Madre

Don Giovanni Amodio: “La soluzione della riqualificazione la ritengo più giusta rispetto a quella dell’abbattimento. In quel luogo potrebbe nascere una sorta di sagrato della Chiesa. Tutta via ritengo che la stessa area sia anche la più indicata per l’alloggiamento del Carro di Sant’Oronzo durante la festa patronale. La facciata attuale ha purtroppo una spiacevole collocazione, di fronte a case del paese vecchio. Un sagrato sarebbe importante.

Durante il dibattito sono emersi altri pareri contrastanti quali quello dell’Architetto Logrillo, favorevole al recupero e l’assessore Paolo Tundo che invece opterebbe per l’abbattimento.

 

 

 

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