C’era una soluzione per non aumentare le tasse?
“Se non fosse per lo stato il comune di Turi avrebbe un deficit strutturale pari a 0” queste sono le parole dell’assessore uscente alle finanze del comune di Turi Franco D’Addabbo.
Dopo 5 anni questo sarà il primo bilancio senza di lei, in quali condizioni pensa di aver lasciato le casse comunali?
Uno degli obiettivi che l’amministrazione Gigantelli ha perseguito con maggior forza e determinazione è stato proprio quello del risanamento del bilancio comunale.
Avevamo ereditato una situazione ai limiti della sostenibilità per un comune come Turi: il 2008 il bilancio comunale presentava un “deficit strutturale” quantificabile in 1.100.000,00 euro. Nel corso degli anni seguenti, operando opportuni tagli di spesa e monitorando costantemente i flussi finanziari, siamo riusciti a presentare un bilancio di previsione per l’anno 2011 che aveva praticamente azzerato quel “deficit strutturale” iniziale che ha influito non poco sulle scelte politiche della passata amministrazione. Un dato su tutti. Nei suoi cinque anni di storia la giunta Gigantelli non ha contratto alcun mutuo, proprio per non gravare ulteriormente sulle già devastate casse comunali. Tutto quello che è stato fatto in termini di opere e servizi, deriva da provvidenze pubbliche o da stanziamenti di bilancio comunale, frutto di un’attenta ed oculata gestione finanziaria.
Posso affermare, sulla base di questi presupposti, che le casse comunali sono state lasciate in condizioni più che soddisfacenti, anche se capisco le difficoltà che l’amministrazione Resta. Sta incontrando, dovute essenzialmente ad una ulteriore cospicua riduzione dei trasferimenti erariali dello Stato, ragion per cui perfino l’ A.N.C.I. (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia) si è mobilitata perché questa morsa sui comuni venga un po’ allentata da parte del governo centrale.
Perché l’amministrazione Gigantelli non ha approvato il bilancio di previsione? È stata una scelta voluta o solo un caso?
Non è stato ne un caso ne una scelta voluta. Mi spiego. Nell’approntare il bilancio di previsione per l’anno 2012, tutti i dati relativi alla spesa corrente erano stati acquisiti.
Per quanto riguardava le entrate, due dati indispensabili per poter “assemblare” un bilancio credibile, non erano ancora disponibili: la quantificazione dei trasferimenti dello Stato e i dati che riguardavano il gettito derivante dalla trasformazione dell’I.C.I. (Imposta Comunale Sugli Immobili) in I.M.U. (Imposta Municipale Unificata). Questi dati ufficiali, che danno la certezza di poter finanziare la spesa corrente, non sono arrivati in tempo utile per poterci permettere di approvare il bilancio di previsione 2012. È questo il solo vero motivo per cui abbiamo lasciato questo adempimento fondamentale all’amministrazione entrante.
Il consiglio si sta apprestando ad approvare l’aumento dell’aliquota IRPEF. Era veramente necessaria?
Capisco che l’aumento della pressione fiscale indispettisca i cittadini già sottoposti a grandi sacrifici data la sfavorevole congiuntura economica. Ma evidentemente, per poter mantenere inalterata o addirittura migliorare la qualità e la quantità dei servizi offerti alla collettività, si è reso necessario, da parte dell’attuale amministrazione, aumentare l’aliquota IRPEF, che darà un gettito aggiuntivo stimabile in circa 400.000,00 euro.
Sono scelte impopolari che gli amministratori sono chiamati ad operare per la salvaguardia dei conti pubblici. Non so dire se era veramente necessario aumentare l’aliquota IRPEF. Suppongo che per aver scelto questa strada, dal loro punto di vista, non c’erano alternative.
Cosa avrebbe fatto se fosse stato ancora assessore al bilancio? Come avrebbe fatto quadrare i conti per quest’anno?
Sin dal 2011, unitamente all’ufficio di ragioneria, stavo lavorando ad una totale ricognizione delle concessioni, rilasciate dall’ufficio tecnico comunale, per l’impianto di parchi fotovoltaici. Questo si era reso necessario perché una risoluzione dell’Agenzia del Territorio, aveva equiparato le aree su cui insistono gli impianti per la produzione e la vendita dell’energia a normali aree per gli insediamenti produttivi (D1).
Di conseguenza, visto che erano state rilasciate più di 50 concessioni in tal senso, mi sembrava doveroso tassare il prima possibile quegli impianti entrati in produzione e che di conseguenza producevano reddito per i concessionari. Alla fine del 2011 risultavano accatastati e soggetti a tassazione I.M.U. per il 2012, undici impianti. Nel frattempo, tutti gli altri concessionari avevano ricevuto perentoria comunicazione per modificare nonché adeguare la rendita catastale trasformandola da terreni agricoli a zone per gli insediamenti produttivi (D1), e nel 2012 si sarebbe dovuto continuare con quest’opera di accertamento. Non conosco i motivi per cui è stata momentaneamente accantonata questa strada, ma dato che da stime molto attendibili, formulate sulle rendite rivalutate di quei terreni, un parco fotovoltaico per la produzione di 1 mega watt produce un gettito tributario a favore del comune di circa 12/14.000,00 euro/anno è facile verificare come un semplice accertamento avrebbe potuto portare nelle casse comunali un ingente quantitativo di liquidità che avrebbe permesso di mantenere inalterata la pressione fiscale locale.
Era ed è questa la ricetta da adottare per dare un po’ di respiro e sollievo alle casse comunali, senza naturalmente perdere di vista l’azione di accertamento dell’I.C.I. e della TARSU degli anni pregressi (che sicuramente quest’amministrazione metterà in moto), per arrivare sempre più vicino all’obiettivo del “pagare tutti per pagare meno”.
Secondo lei, ha molto senso avere un semplice consigliere comunale delegato al bilancio? Potrà mai avere peso specifico nelle scelte della giunta in maniera economica?
Il peso, lo spessore e il ruolo di un amministratore non si misura dalla “carica” attribuitagli, ma da come: lavora e porta avanti gli “incarichi” affidatigli. Essere Sindaco, Assessore o Semplice Consigliere (come lei dice) non fa molta differenza, nella misura in cui si è in grado di incidere, col proprio lavoro, in maniera profonda sulle scelte che identificano un’amministrazione.