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Cultura

Un autentico ‘pizzino’ di camorra da digitalizzare

Stefano De Carolis  roma

Un reperto da classificare come documento storico delle mafie.
È il lavoro di Stefano De Carolis


Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri

“Un documento di straordinaria importanza storico-giudiziaria e meriterebbe di essere digitalizzato unitamente ad altri importanti documenti riguardanti la storia delle mafie”. È questo il sunto dell’autorevole intervento dell’Ecc.mo Procuratore Generale della Cassazione, Riccardo Fuzio nell’occasione della presentazione dell’ultimo lavoro di ricerca storico scientifica del turese Stefano De Carolis. “Con un piede nella fossa” storie di malavita e camorra barese 1861-1914 è stato presentato a Roma, nella sede del Museo storico dell’Arma dei Carabinieri lo scorso 15 novembre.

“Un intervento che mi ha colpito – ha dichiarato con emozione Stefano De Carolis – non solo perché fatto dal Procuratore Generale della Cassazione, ma soprattutto per il significato delle sue parole”. E non possiamo che sostenere quanto dichiarato dallo storico turese, sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri e studioso ed appassionato di ricerca che con il suo lavoro ha portato a galla, una verità storica fino ad ora sconosciuta anche negli ambienti giudiziari. Il testo, scoperto durante le ricerche da Stefano De Carolis, fu scritto nel 1901 nelle carceri di Bari dal camorrista e capoclan locale. Un autentico pizzino di malavita, il più antico che si conosca (il fazzoletto è stato studiato e analizzato da due importanti grafologi forensi napoletani: il dott. Giuseppe Santorelli e il col. CC Vincenzo Caiazzo).

Stefano De Carolis  roma (3)

Tra i numerosi documenti “inediti” studiati, il saggio contiene uno di altrettanta importanza storico-giudiziaria, quale un’interrogazione parlamentare del 1891. (On.Pugliese) A seguito della stessa, grazie anche alla solerte, caparbia e coraggiosa azione di alcuni cronisti dell’epoca di Bari, fece innescare delle più incisive e determinanti indagini di polizia, e ben presto gli inquirenti baresi portarono alla sbarra circa 200 malavitosi. Quello che leggiamo in “Con un piede nella fossa” è il primo maxiprocesso alla camorra barese, primo processo al mondo celebrato ad una organizzazione criminale di stampo camorristico, per il quale circa 70 testate giornalistiche provenienti da tutto il mondo vennero a Bari per assistere al memorabile processo. Era il 1891 e la coraggiosa e necessaria interrogazione parlamentare dell’On. Pugliese sulla camorra barese citava: “…nel carcere di Bari è esistita la più sfacciata e vergognosa camorra, è cosa vecchia e il governo la conosce da tempo antico…”

Giuseppe Garibaldi (pronipote dell'eroe dei due Mondi)

Una straordinaria quanto spregiudicata storia tutta italiana, rinvenuta dal lavoro certosino e curioso del nostro concittadino, presto apprezzato e vantato dai cultori della ricerca storica e della giustizia e che lo scorso 15 novembre scorso, su invito fatto dal Comandante Generale dell’Arma dei CC, Gen.C.A. Giovanni Nistri, ha presentato nella sede capitolina del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri.

Un onore, come abbiamo poi appreso dalle parole di De Carolis, sicuramente doppio, dopo l’elogio espresso dal dottor Riccardo Fuzio, Procuratore Generale della Corte di Cassazione, al lavoro editoriale. “In particolare il procuratore è rimasto colpito nel vedere il Fazzoletto con su scritto “la canzone di Amelia la disgraziata”, messo in bella mostra, e ha dichiarato che sarebbe molto interessante informatizzare digitalmente il reperto per poterlo inserire tra i documenti storici che riguardano le mafie”.

Altrettanto incisivo il commento della On. Francesca Troiano, deputata eletta nel Gargano, che ha dichiarato come “la cultura è un’arma per combattere le mafie. La formazione culturale delle nuove generazioni è necessaria quanto la repressione per lottare contro la malavita organizzata….”. Peccato che “Nulla o quasi è cambiato nelle complesse dinamiche della mafia pugliese”. Dinamiche che dal sud Italia si diramano in ogni angolo della penisola e si ritrovano, come stampo, in tutto il mondo, sono le parole della dott.ssa Eugenia Pontassuglia, procuratore presso la procura Nazionale Antimafia di Roma, recentemente ospite dell’Ites “Pertini” di Turi.

Ed un accenno al nostro paese è giunto da Giuseppe Garibaldi, pronipote dell’eroe dei due mondi, amico di Stefano De Carolis, il quale in un breve intervento ha ricordato la visita fatta a Turi nel giugno del 2011, citando le nostre ciliegie ferrovia, ed un cenno sulla storia della mafia al tempo di suo nonno Giuseppe.

C. DEBIASE

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