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Cultura

SETTANT’ANNI DI COSTITUZIONE

Alina Laruccia Costituzione

Luigi Mazzella, presidente della Corte Costituzionale, apre il ciclo di seminari
organizzato dalla Casa delle Idee


La Costituzione Italiana, entrata in vigore il primo gennaio del 1948, segna un’importante svolta nella storia giuridica del nostro Paese, segnata profondamente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla caduta del regime fascista.

In occasione dei settant’anni della nostra Carta, la Casa delle Idee, presieduta da Alina Laruccia, ha deciso di organizzare un ciclo informativo di sei incontri con l’obiettivo di informare non solo gli adulti ma anche i giovani e i bambini, cittadini del nostro futuro, sul valore dei suoi principi che, oggi più mai, sono spesso oggetto di discussione politica.

Il primo incontro ha posto una questione molto importante: è giusto riformare la nostra cara Costituzione, fondata dai grandi padri della storia della politica italiana, per renderla duttile alle attuali trasformazioni della società odierna? A rispondere a tale quesito ci ha pensato il vice presidente della Corte Costituzionale, Luigi Mazzella, autore anche del libro “Debole di Costituzione”, edito da Mondadori.

Secondo Mazzella, la nostra Costituzione, definita retoricamente la più bella del mondo, non è idonea a guidare i processi della società attuale, in quanto viviamo in un contesto in cui l’esaltazione dei valori liberali da parte delle ideologie dominanti non va di pari passo con la dura realtà con cui il nostro paese quotidianamente deve confrontarsi. Basti pensare ai tanti casi di corruzione politica, oppure al collasso della società industriale priva di un regime pienamente competitivo; per non parlare anche di un sistema troppo lento nel prendere decisioni politiche adeguate.

Si è parlato molto anche dell’articolo 81 della Costituzione, riguardante il tema del pareggio di bilancio, leggermente modificato nel corso del tempo che, a parere di Mazzella, costituisce un vero e proprio blocco per la crescita economica italiana, in quanto servirebbe solo a riparare il deficit delle banche.

Un’altra tematica importante affrontata in questo primo incontro è stata il ruolo dei giovani nei processi di partecipazione politica e culturale. Se da un lato è vero che i giovani si interessano meno agli aspetti politici e culturali della vita del Paese, dall’altra parte, Mazzella rimarca che ciò avviene per mancanza del culto di un pensiero libero e autonomo da ogni stereotipo sociale. Siamo talmente sommersi da false verità, luoghi comuni, pregiudizi sociali e fake news che non riusciamo più a sviluppare una vera e propria coscienza politica, in grado di intervenire positivamente nel nostro paese.

ROBERTA LOBASCIO

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