In ricordo di Teresa Dell’Aera Luparelli
Con la scomparsa di Teresa Dell’Aera Luparelli, Turi è diventata più povera perché perde una delle sue ultime luci, chiara, luminosa, splendente. Perciò, questa scomparsa ci rattrista oltre ogni limite, anche perché scompare una donna a cui dobbiamo essere grati per i tanti insegnamenti che ci ha donato.
In me, come per tantissimi turesi e non, Teresa rimarrà viva perché, con il suo pensiero giovane e semplice, ha insegnato ad essere:
onesti in una società di corrotti;
pacati in un mondo di presuntuosi e urlatori;
riservati in mezzo a tanti ambiziosi;
aggiornati per non farsi prendere dalla dilagante improvvisazione e semplicioneria;
votati al bene, quando spesso lo si dimentica per fare il male;
ricchi di spirito, per distinguersi da quanti sono dediti al vuoto materialismo.
In tutta la sua vita terrena, Teresa ha incarnato ciò che da sempre ci ricordano santi e filosofi:
Non ciò che abbiamo accumulato resta dopo questa vita, ma ciò che abbiamo donato.
E’ una delle massime più preziose della filosofia del Personalismo, quella cara a Mounier, Teilhard de Chardin, J. Maritain secondo i quali la persona, l’uomo in quanto tale, va privilegiato sopra ogni altra cosa, attraverso una comunicazione con l’altro, giammai contro l’altro. Noi esistiamo solo in quanto “esistiamo per gli altri”, quindi essere significa amare, Amo dunque sono; e solo per questo lasciamo traccia di noi, su questa terra, nel ricordo di chi ci ha conosciuto.
Teresa ha avuto una concreta fiducia nell’uomo, per il quale provava il senso di vertigine proprio di chi prende coscienza delle sorti dell’Umanità intera… e si duole per tutto ciò che ci divide in compartimenti stagni, frammenti spirituali drammaticamente soli, al centro dello spazio siderale. Per questi motivi, Teresa ha trascorso i suoi anni in una continua, direi quotidiana, comunicazione con l’altro, con chiunque (le sue alunne, in primis) in un atteggiamento sereno e con discrezione, per nulla incline alla polemica ma solo ad un confronto schietto, sorretto da solidi convincimenti religiosi, filosofici, morali e scientifici. Mi ha sempre impressionato il suo modo di discorrere di profonde questioni, non solo filosofiche o etiche o religiose ma anche della scienza quantistica, segno di virtù intellettive non comuni.
E per divulgare i suoi nobili ideali e suggerirci la via che porta al bene, alla verità, a privilegiare l’ESSERE piuttosto che l’AVERE o peggio ancora l’APPARIRE, aveva iniziato, sin dal 2002 a regalarci la strenna di Pasqua, con cui voleva aiutarci a comprendere la vita, con i suoi grandi misteri, a convincerci di quello che può servire all’umanità per evitare di sprofondare nella deriva di un materialismo folle e disumanizzante, privo di valori edificanti.
Naturalmente, accanto alla fiducia nell’uomo, Teresa affiancava una incrollabile fede in Dio; era solita ripetere questo concetto: aver dimenticato Dio è il peggior male che poteva capitarci e che stiamo scontando in termini di felicità e serenità d’animo.
Il 2 marzo 2008, la nostra comunità volle testimoniare la sua riconoscenza, conferendole il PREMIO TURI. La Commissione, all’unanimità, prese questa saggia decisione condividendo la seguente motivazione che avevo preparato e che riassume per estrema sintesi tutte le doti di Teresa:
Convinta sostenitrice dei valori della PERSONA
da sempre è sincera guida per i GIOVANI
accolti nell’amicizia
ascoltati nella critica
coinvolti in forte proposte di vita cristiana
testimoniate con l’esempio e la parola.
Il suo pensiero giovane e immortale
e i suoi saggi eruditi
l’avvicinano ai Grandi Turesi del passato
e la consegnano ai posteri
come guida nella scoperta delle
potenzialità dell’intelletto umano
mai disgiunte da tensione etica
ed impegno civile.
La comunità turese, fiera, la annovera
tra i suoi figli migliori.
Grazie Teresa per tutto ciò che, in silenzio e in semplicità, ci hai donato.
Osvaldo Buonaccino d’Addiego