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Politica

Prosegue la battaglia di Fratelli d’Italia contro il Parco Lama San Giorgio e Giotta

Laera, Settanni e Zagaria conferenza Parco lama Giotta

 

Un parco frutto dell’ “autoreferenzialità di una proposta fatta dai politici a tavolino”

A preoccupare anche i vincoli a tutela dell’ambiente


Un bel “no” al Parco di Lama San Giorgio e Giotta viene ribadito a chiare lettere dal circolo turese di Fratelli d’Italia – AN nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso lunedì 6 giugno. In tal sede, il coordinatore locale Giacomo De Carolis, il consigliere comunale Sandro Laera e il responsabile del gruppo di lavoro Ambiente e Agricoltura, Vito Giuseppe Zagaria, hanno esposto le loro osservazioni, decisamente contrarie, sull’eventualità della partecipazione del nostro Comune alla costituzione di un parco che ha – nelle settimane scorse – riunito diversi territori a noi vicini.

La prima argomentazione fornita dai ‘fratelli’ è la carenza di informazioni. “Non sono state fornite dall’Amministrazione Comunale specifiche motivazioni socio/economiche di interesse collettivo che hanno portato all’esigenza di proporre una istituzione di aree a Parco, ma a nostro modesto parere, sono stati forniti unicamente considerazioni per poter incrementare le posizioni decisionali dell’Amministrazione comunale all’interno della componente amministrativa dell’Ente Parco”. Inoltre, si chiede se “sono state eseguite attività di studio preliminare, per la valutazione degli impatti che potrebbe avere tale costituzione sulle attività economiche comunali (agricoltura, commercio,edilizia, turismo, ecc.) e, se sono state eseguite, si chiede di conoscere tali valutazioni, in modo da poter sviluppare le nostre osservazioni in merito”.

Poi si riconduce la volontà di un parco sul nostro territorio alla “autoreferenzialità” di qualche politico: “Non si può istituire un parco con tutti i vincoli conseguenti senza soldi, senza il consenso popolare e senza aver coinvolto preventivamente tutte le Amministrazioni e le istituzioni locali. L’istituzione di un così vasto Parco, deve nascere solo attraverso la partecipazione delle comunità locali e non per l’autoreferenzialità di una proposta fatta dai politici a tavolino, le decisioni calate dall’alto sono sempre sbagliate e rischiano di generare solo confusione, divisioni e dissenso”.

Il discorso volge poi all’aspetto economico, poiché sulla base di una relazione tecnica (illustrata in conferenza stampa e risalente al 2003) “per aderire all’area parco, l’Amministrazione comunale deve versare una quota di adesione non meglio quantificata che verrà successivamente ridotta solo per premialità”. “Noi di F.d.I.A.N. troviamo paradossale che si pensi ad istituire un nuovo parco Regionale senza preoccuparsi minimamente della certezza e della continuità delle risorse finanziarie e non solo, necessarie al suo buon funzionamento. Senza soldi si creerebbe solo l’ennesimo ‘carozzone’ inefficiente che rischia di creare solamente ulteriori vincoli burocratici e non benefici per i cittadini coinvolti. Troviamo inoltre paradossale pensare di creare un nuovo ente parco proprio quando i fondi regionali a disposizione per la gestione degli stessi sono stati quasi azzerati, riducendo e talvolta bloccando l’attività degli stessi”.

Ma ciò che non viene proprio mandata giù è la regolamentazione che l’istituzione di un Parco comporterebbe, una riserva naturale che, secondo Fratelli d’Italia, andrebbe a minare il comparto agricolo turese: “I vincoli sono tantissimi e molto restrittivi e metterebbero in ginocchio tutte quelle attività agricole e zootecniche che sono ormai già in crisi, portando i nostri agricoltori e allevatori ancor più in una disperazione totale”.

Ma quali sono questi vincoli che preoccupano così tanto? Ce li elencano gli stessi durante la conferenza stampa e su un comunicato stampa. Ne riportiamo un breve elenco: divieto di aprire nuove cave e alterare e modificare le condizioni di vita degli animali; divieto di raccogliere o danneggiare le specie vegetali spontanee e di asportare materiale e minerali di interesse geologico; divieto di introdurre nell’ambiente naturale specie faunistiche e floristiche non autoctone e di transitare con mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, private e vicinali gravate dai servizi di pubblico passaggio, fatta eccezione per i mezzi di servizio e per le attività agro-silvo-pastorali; divieto di effettuare opere di movimento terra tali da modificare consistentemente la morfologia del terreno e di costruire nuove strade ed ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agro-silvo-pastorali e delle attività di fruizione naturalistica.

Per tutti questi motivi, sempre il 6 giugno scorso, il circolo locale del partito coordinato da De Carolis ha protocollato presso il Palazzo di via XX Settembre la richiesta di un “incontro finalizzato al confronto di opinioni e pareri sul neo costituendo progetto”.

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