Matteo Fiorente non è tramontato
Chi è Matteo Fiorente?
“Sono un operaio che lavora dall’età di sette anni. Nel 1968, quando nasce il figlio, mi iscrivo al Partito Comunista. Oggi sono 47 anni. Ho abbracciato questa ideologia politica in memoria di mio padre, lui era un operaio edile, ma a quell’epoca la massa operaia veniva umiliata, era priva di diritti. Mio padre è morto a 57 anni. Ho deciso di tesserarmi non perché pensavo di diventare qualcuno, ma per combattere il capitalismo, sempre dalla parte della massa operaia”.
Ci racconti brevemente il tuo percorso politico?
“È accaduto che poi nel PC hanno iniziato ad entrare Menino Coppi e tutto il resto degli intellettuali e hanno fatto strada. Ma all’epoca la massa votava me e votava loro, con la differenza che io non avevo partenti e non riuscivo mai a diventare consigliere. Poi c’è stato il cambiamento. Si votava per Ingrao, Cossutta e Occhetto. Nel Partito contavamo 65 tesserati. Quella sera a Turi è accaduto quello che è successo in questi giorni nel PD, le tessere diventarono 85, fra mogli, fidanzate e tutto il resto. Alla fine chi ha votato falce e martello sono stato solo io. È qui che è iniziato il mio allontanamento. Questi erano tutti comunisti, dopo che hanno fatto i fatti loro, hanno cambiato bandiera. Da questo momento sono passato a Rifondazione Comunista. Circa tre anni fa però, ho visto la bandiera rossa dentro a Sel e a me non è andato giù, perché tra coloro che hanno rovinato la Rifondazione vi è anche Vendola. Da premettere che Nichi Vendola a Turi l’ho creato io. Per questo ho lasciato Rifondazione, ho fatto il comizio e ho abbracciato Alternativa Comunista, con tutti ex compagni di Rifondazione, usciti nel 2008, quando Bertinotti e altri sono passati ad Arcobaleno. Io ho fatto sempre il mio dovere”.
Cosa dici ai politici turesi di oggi?
“Dico a Lavinia Orlando che in tutti questi anni non hanno mai messo manifesti. Io ce ne ho centinaia di manifesti di Rifondazione Comunista. Losacco ha passato la palla alla Orlando che l’ha passata alla Lerede. Inoltre, non c’è stato nessuno che abbia mostrato almeno un po’ di rispetto nei miei confronti. Io mi sono sacrificato per 17 anni per Rifondazione Comunista. Nessuno mi ha mai degnato di considerazione, è come se l’avessero creata loro. A me questo non va giù. Agli altri dico che qua creano dei partiti, ma stanno sempre chiusi. Io rappresento un partito che è sempre aperto. Forza Italia sta chiuso, Fratelli d’Italia sta chiuso, Sel sta chiuso, il PD è sempre chiuso. Il partito deve essere sempre aperto, perché c’è sempre qualcuno che si può avvicinare. Allora a che servono queste tessere?”
Cosa vuoi dire al sindaco Coppi?
“Volevo dire a Menino Coppi, ma ti sei dimenticato di Matteo Fiorente? Che tu senza di me non stavi nemmeno su al comune? E gliel’ho detto nei comizi. Dovresti avere un po’ di rispetto nei miei confronti perché all’epoca mi potevi dare anche una delega oppure un gettone di presenza per non pagare il fitto del locale, quando sei stato al Comune nel ’93”.
Cosa è per te la Rifondazione Comunista?
“Io Rifondazione ce l’ho sempre nel cuore. È come se avessi un figlio in più. Dal dopoguerra ad oggi non c’è stato nessuno che mi abbia superato come operaio candidato a sindaco con quattro professionisti all’epoca. Io me la sono cavata lo stesso, con la quinta serale. E presi 100 voti. In 47 anni non ho mai lasciato la falce e il martello. Molte volte mi dicono che sono solo un nostalgico perché il Partito non esiste più. Ma il Partito non c’entra. È l’idea della persona che deve rimanere. Qua invece cambiano tutti. E poi vengono pure calcolati. L’importante è quello che hai nel cuore, non quello che fai per diventare un personaggio”.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi politici?
“Sarò candidato alle regionali con Alternativa Comunista. Matteo Fiorente non è tramontato. Io rappresento ancora un partito in questo paese”.