Presentato il XIII Quaderno “Sulle tracce”
Gli scherzi atmosferici hanno costretto gli organizzatori a cambiare la location della serata e dal Chiostro dei Francescani ci si è incontrati nella sede del Centro Studi di Storia e Cultura di Turi.
“Sulle Tracce”, XIII quaderno, è stato presentato nella serata di sabato 26 luglio dal presidente del Centro Studi, dott. Domenico Resta e dal dott. Raffaele Valentini. “Questo è il primo anno che non invitiamo altre personalità a presentare – apre il dott. Resta, rivolgendosi sorridendo ai numerosi presenti – poiché ci siamo resi conto che nessuno leggeva il Quaderno prima di farlo conoscere”.
Salutati i presenti e ricordato il prof. Matteo Pugliese, “presidente onorario e primo anno a non essere con noi alla presentazione del Quaderno”, sfogliando le pagine del XIII volume, un’immersione, nel primo articolo, nella memoria di colui che è stato il fondatore del Centro Studi, l’uomo, il professore, il politico, il filosofo, lo storico Matteo Pugliese. Alla sua persona e al suo grande impegno, dall’età giovanile al suo ultimo giorno, è andato il lavoro del prof. Valentini.
Quindi, si aprono le parentesi storiche e l’impegnativo lavoro del dott. Resta nella ricerca dei “Venusio”: “una famiglia fantasma, oserei dire”, poiché di loro ben poco ci è rimasto. “Ultima famiglia feudale” che ha abitato Turi e della quale si conservano ben pochi documenti, ci resta una grande memoria data dalla loro dimora, il “Palazzo Marchesale”, analizzato nel terzo capitolo dalle origini al XXI secolo.
Un lavoro certosino, quello dell’arch. Pietro Logrillo e dello stesso Domenico Resta, che con l’ausilio di foto ritrovate nello scrigno dei ricordi sotto veli polverosi, ci hanno regalato frammenti di memoria di un palazzo dalle possibili origini di epoca longobarda.
“S’ipotizzano sette fasi di evoluzione del nostro Palazzo Marchesale durante le quali, da palazzo difensivo, è divenuto gentilizio”. Con l’arrivo dei Moles, infatti (1545-1752) il Palazzo Marchesale inizia a subire variazioni, rimarcate e ampliate con i Venusio (1752-1996) che modificarono la loro dimora “cancellando le tracce di chi li aveva preceduti”. “Con Raffaello Venusio – quindi conclude l’architetto Logrillo – il Palazzo Marchesale fu venduto alla famiglia Tamburrino con la quale si assiste all’ennesima trasformazione, che, nonostante la gratitudine per il recupero dello storico palazzo, ne ha determinato danni irrimediabili per le modalità impiegate”.
Rapida la presentazione, da parte del prof. Raffaele Valentini, del capitolo sulle “Monache di Santa Chiara” realizzato da Pasquale Pirulli. “Un’analisi delle storie delle malattie e dei medici raccontate da Pirulli in maniera minuziosa”.
Grande attenzione, è stata di seguito indirizzata al grande lavoro realizzato da 19 studenti, guidati dalle prof.sse Teresa Mirizio e Angela Palumbo, che hanno affrontato un percorso di conoscenza della nostra cittadina. Era marzo 2011 quando le insegnati presentarono il grande lavoro realizzato dagli studenti della prima classe della Scuola media “R. Resta” di Turi e dal titolo “Turi fra storia e storie”.
Nell’ambito dei Progetti Operativi Nazionali, “Alla ricerca delle nostre radici” e con il fine di migliorare e potenziare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani cittadini turesi – come è stato detto nell’occasione e ripetuto nella serata di sabato dalla prof.ssa Palumbo, – i ragazzi, armati di macchine fotografiche e con il naso all’insù, si sono trasformati in ricercatori ed indagatori, all’osservazione delle Chiavi di Volta, stemmi, palazzi, chiese e masserie fortificate. “Un progetto che ha permesso ai ragazzi di scoprire il loro paese e divenire, loro per primi, portatori del patrimonio locale” – era il messaggio lanciato nel lontano 2011 dalla prof.ssa Mirizio, al pubblico presente a scuola. Simboli e simbologia, raccolti, divisi e catalogati dagli studenti che si sono soffermati nell’analisi del tema profano e che narrano la vita quotidiana, intrecciando gli elementi con la simbologia figurativa. Il loro impegno ha trovato spazio nel XIII quaderno “Sulle Tracce”, dimostrando come la storia è memoria a tutte le età e soprattutto di chi la sa guardare e interpretare.
Ultimo capitolo, il lavoro e il progetto del prof. Raffaele Valentini: il dizionario dialettale turese, lettera B. “Il dialetto rappresenta un paese; è la sua lingua, è veicolo della sua cultura, è sinonimo di appartenenza”. “Lo invitiamo però ad accelerare passo e conclusione – aggiunge in chiusura e divertito il dott. Resta – per poter avere la possibilità di godere presto dell’opera completa sulla nostra ‘lingua madre”.