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La crisi del Covid 19 si abbatte anche sulla filiera del gioco

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Quello che va dal 2020 al 2021 passerà alla storia come un biennio orribile per l’industria del gioco legale e pubblico in Italia. Una flessione da record, un calo drastico che è stato solo parzialmente attutito dal segmento online.

Proviamo però a entrare nel merito dei numeri, per capire la portata di una stagione nefanda per l’economia del nostro paese. Stando a quanto si legge in un report Istat da poco pubblicato, le società di gambling hanno registrato un calo del fatturato del 58%, con prestiti per la riconversione delle attività del 48%. Numeri spaventosi, che diventano incredibili se si pensa che, in un periodo così negativo, il gioco legale abbia garantito comunque alle casse dello stato qualcosa come 10 miliardi di euro. Entrate che, come si legge su ItalCasino, arrivano soprattutto dal gioco del Lotto, dal prelievo sugli apparecchi, dall’imposta unica sui giochi di abilità e sulle lotterie nazionali, che registrano un +59.2% negli ultimi 12 mesi.

Per lo stato, quindi, quello del gioco resta un segmento redditizio e vitale, nonostante il 3.1% delle oltre 90 mila imprese usate come campione della ricerca abbiano dichiarato di aver chiuso, con una fetta dell’1.2% che non prevede una riapertura.

“Se chiediamo una valutazione agli esercenti sull’andamento degli ultimi tre mesi, rapportati al periodo pre-pandemico, ci fa vedere un settore in forte sofferenza economica – spiega Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Leader Ipsos, che commenta le statistiche di un altro report, quello del settore del Gioco in Italia guidato dalla Luiss Business School. La chiusura durante la pandemia ha sicuramente accesso i riflettori sulla illegalità, un problema grave con conseguenze rilevanti. E il danno non è solo economico. Alimenta infatti la criminalità e danneggia fortemente il cittadino/utente”.

Sono 6 mila le imprese chiuse, ovvero oltre il 26%. Con segnali incoraggianti per il presente: al momento solo il 3% delle società prevede un rischio di chiusura, mentre i settori dei casinò segnano un calo di fatturato del 58% e quello delle attività sportive del 39%.

Per adesso ci ha pensato il gioco online a trainare il settore, calamitando tantissimi utenti che durante i periodi di lockdown e di chiusura si erano ritrovati chiusi in casa senza possibilità di esercitare la loro passione. Un trend positivo che adesso non ha di certo intenzione di fermarsi. Ma serve un piano per aiutare l’intera filiera, senza dimenticare la componente tradizionale e terrestre, quella che offre lavoro a migliaia di professionisti.

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