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Politica

Consiglio comunale, l’ultimatum degli indipendenti

consiglio comunale 29.12

“Se non si inverte la rotta, la via maestra è riconsegnare alla popolazione turese la dignità e la libertà di scegliere altri rappresentanti”

 

Nonostante la protesta della minoranza, culminata nell’occupazione della Sala Consiliare e in un esposto, il Consiglio comunale “riconvocato” per la mattina del 29 dicembre si è celebrato regolarmente.

Come annunciato, l’opposizione ha deciso di non prendere parte ai lavori – ritenuti illegittimi – che si sono svolti con la partecipazione dei soli consiglieri di maggioranza, ad eccezione del prof. Resta, assente giustificato poiché impegnato nelle vaccinazioni anti-Covid.

 

“Progetto Gramsci”, la nota della Soprintendenza

La seduta si apre con le comunicazioni del sindaco che ha dato lettura della nota della Soprintendenza, indirizzata alla Regione Puglia e pervenuta per conoscenza al Comune di Turi, in merito al “Progetto Gramsci”.

In sintesi, pur condividendo l’idea progettuale, si ritiene necessario «salvaguardare l’impianto della Villa comunale nella sua configurazione originaria, favorendo l’integrazione del previsto monumento con la stessa». A tal fine, prima di rilasciare il proprio parere conclusivo, la Soprintendenza richiede che vengano approfonditi «i dettagli progettuali atti a preservare la memoria storica e la compagine vegetale» della Villa comunale, uno spazio – originariamente annesso al Convento – che è diventato nel tempo «il perno dell’espansione urbana e luogo sociale della città».

 

“Punto di non ritorno”

Approvato il verbale della precedente seduta, il Consiglio entra nel vivo con la trattazione della ricognizione delle società partecipate dell’Ente; provvedimento che doveva essere licenziato necessariamente entro il 31 dicembre per evitare di esporre l’Ente al rischio di una sanzione pecuniaria da 5.000 a 500.000 euro.

Come accaduto in altre circostanze, un argomento in apparenza “innocuo” è diventato l’ennesima occasione per alimentare la diatriba interna alla maggioranza, con la differenza che questa volta – almeno dal tenore delle dichiarazioni d’intenti – si è raggiunto il “punto di non ritorno”. Infatti, al termine della relazione dell’assessore Gigantelli, il ‘gruppo degli indipendenti’, per bocca dei consiglieri Teresa De Carolis e Teresita De Florio, ha attaccato frontalmente il sindaco e la maggioranza, lanciando un ultimatum: dal prossimo Consiglio, se non si avrà la garanzia di un non ben precisato “rinnovamento”, i tre consiglieri ritireranno il proprio sostegno.

Di seguito ci soffermiamo sui due interventi degli indipendenti, nei prossimi articoli riporteremo la replica del sindaco, il conseguente dibattito e una panoramica degli altri punti affrontati.

 

De Carolis: La pandemia? Un “sotterfugio” usato per avere i numeri

La prima a prendere la parola è il consigliere Teresa De Carolis, che rimprovera al primo cittadino di aver dimostrato «malafede» nei confronti degli indipendenti. I tre consiglieri, nonostante non fossero stati «chiamati per una riunione di maggioranza», avevano dato la propria disponibilità a votare il punto in questione, firmando le deleghe per consentire lo svolgimento della Commissione, anche se il provvedimento non era stato approfondito ma «accennato a malapena da un capogruppo che non concorda i giorni né di Consiglio comunale né di Commissione con nessuno».

Nei passaggi successivi, il timbro dell’invettiva si fa ancora più duro, arrivando ad accusare il sindaco di strumentalizzare la «storia del Covid a Turi, che di certo non è scoppiata nelle ultime ore», come un «sotterfugio per avere i numeri»: «Ebbene – rimarca la De Carolis – noi dimostriamo che siamo qui per i turesi non per il sindaco. Il sindaco che prima faceva gli accordi con l’opposizione per fare i Consigli, perché non si fidava di noi, o meglio non aveva la disponibilità a concordare le date».

Un atteggiamento, quest’ultimo, già denunciato altre volte e che induce gli indipendenti a concludere «che il sindaco non ci voglia e che stiamo perdendo tempo ma, per il bene di Turi, stiamo ancora qui. Dopo questo punto, andremo via e diremo, successivamente, in una conferenza stampa tutta la verità e qual è la situazione di questi due anni e mezzo di Amministrazione».

«Fermo restando il rispetto per il senatore Boccardi – aggiunge – notiamo che dall’altra parte si continua a bleffare e ad imbrogliare. La dimostrazione è proprio questa: la solita tattica che tende a sopraffare quelli come noi, che hanno preparato addirittura un documento a cui non abbiamo avuto ancora una risposta».

«Il sindaco – rincara il consigliere De Carolis – usa questi sotterfugi per avere i numeri. Bene, se li tenga! Dal prossimo Consiglio comunale, sia chiaro, non vi permettete di chiederci più un senso di responsabilità, perché sarà una savana».

«Se non abbiamo fatto nulla in questi giorni – chiosa – è solo perché abbiamo atteso la disponibilità del senatore Boccardi e per rispetto nei suoi confronti, dato che lui, più di tutti, è il responsabile di questa situazione». «Ma non aspetteremo più: o nel prossimo Consiglio abbiamo la garanzia di un rinnovamento oppure troveremo una collocazione che spiegheremo in conferenza stampa. E poi, come dice sempre il prof. Resta, “dove cojo cojo”, dove raccogliamo, raccogliamo».

 

De Florio: “Turi vale più di qualche vostra poltrona”

Terminato l’intervento del consigliere De Carolis, il microfono passa alla collega Teresita De Florio: «Sindaco – esordisce – oggi il nostro gruppo è presente con la grande forza di essere donne e uomini liberi, che non hanno paura di dire ciò che pensano e non si sottraggono al confronto con le altre forze politiche, senza paura del giudizio degli elettori. Qui ci sono donne e uomini liberi e donne e uomini un po’ meno liberi. Chi ha paura delle proprie azioni e ha paura del giudizio dei propri concittadini non è una donna o un uomo libero. Sindaco, molto semplicemente, la libertà è il sale della democrazia».

«Mi permetta, però, di dirle che ci dispiace che lei abbia dovuto mal sopportarci in questo periodo, addirittura facendo saltare la convocazione dell’ultimo Consiglio comunale. Responsabilmente – affonda – anche ieri eravamo presenti, perché a differenza sua noi abbiamo a cuore le sorti del Comune di Turi, della nostra collettività».

«Noi del ‘gruppo degli indipendenti’ – prosegue la De Florio – non abbiamo fretta, abbiamo il tempo che hanno le persone libere di saper aspettare pazientemente, di poter discutere degli argomenti che interessano i cittadini e le imprese turesi, se lei vorrà coinvolgerci e non come ha fatto finora, a perder tempo in giochi di Palazzo e interessi di bottega».

«Sindaco – incalza – Turi merita visione e coraggio e non inutili attendismi e sterili azioni di potere. Turi merita lealtà, programma e sacrificio e non voti di maggioranza estorti con la paura di andare a casa. Per Cicerone la libertà non esiste nell’avere un padrone giusto ma nel non avere nessun padrone. Noi non vogliamo un’assise comunale in ostaggio della vostra approssimazione. Sindaco, lei e la sua maggioranza state facendo un torto al buon senso, prima ancora che alle aspettative dei turesi».

«Siamo onorati di aver cominciato a lavorare con lei all’inizio della consigliatura, ma da questo momento Turi vale più di qualche vostra poltrona. Sindaco – afferma decisa – se invertite la rotta e avrete voglia di ridare slancio all’azione amministrativa, di pensare ai problemi quotidiani della popolazione e non alle piccole spartizioni di Palazzo, noi ci siamo; altrimenti, la via maestra da parte sua è quella di riconsegnare alla popolazione turese la dignità e la libertà di scegliere altri rappresentanti, perché niente e nessuno meglio dei turesi potrà giudicare chi ha lavorato bene e chi ha lavorato male».

«Sindaco – conclude – lo dico a lei e alla sua maggioranza con la massima serenità, da donne e uomini liberi che non hanno paura di chiedere la conferma del patto di inizio consigliatura, ricordandole che, come ha scritto San Giovanni Paolo II, la fiducia non si ottiene con le sole dichiarazioni o con la forza; la fiducia bisogna meritarsela con gesti e fatti concreti».

FD

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