“Il sindaco ha delegittimato il Consiglio”
Sergio Spinelli: “Negando il confronto sul Project, si sono calpestati i diritti della minoranza”
Sugli ultimi sviluppi che hanno portato il Project all’attenzione del Prefetto, abbiamo raccolto il commento dei due gruppi consiliari di minoranza.
Iniziamo con il consigliere Sergio Spinelli che, a nome di “Patto per Turi”, denuncia che «siamo di fronte ad una decisione presa dalla maggioranza che, a nostro parere, viola cinque norme, richiamate nell’esposto. Violazioni che fanno capo al comportamento dell’Ente e non sono imputabili a soggetti esterni. Si delinea, in concreto, un procedimento viziato da profili sia di illegittimità che di inopportunità; ecco perché “Patto per Turi” ritiene che sia quantomai necessario un ripensamento sugli atti che si sono prodotti».
La Giunta ha deciso per tutti
«Sul project – prosegue – si è espressa solo la Giunta, la cui composizione è stata peraltro successivamente modificata. Dunque, ad oggi, non ci è dato sapere se gli altri consiglieri di maggioranza abbiano contezza dell’argomento; se siano stati debitamente informati e abbiano realmente valutato con attenzione tutti gli elementi, comprendendo la portata del provvedimento e avendo la possibilità di esprimere il proprio voto con serenità».
«Un voto – affonda Spinelli – che, di fatto, non c’è mai stato: il Piano Triennale delle Opere Pubbliche, approvato in Consiglio comunale, include solo la parte relativa all’investimento per i lavori previsti nel project, non si fa alcun accenno alla parte della concessione del servizio di pubblica illuminazione, che è il fattore dominante di questa attività, dal momento che assorbe oltre il 70% dei costi».
Nessuna discussione in Consiglio
«Politicamente – insiste – riteniamo che sia compito del Consiglio comunale, nella sua totalità, discutere di una progettualità di tale rilevanza. E, si badi bene, non è un nostro “capriccio” ma è un dovere (oltre che un diritto) sancito dall’art. 42 del TUEL, che dispone che le concessioni dei servizi pubblici (quale appunto la pubblica illuminazione) debbano essere dibattute dalla massima assise cittadina, cui spetta il compito di valutare non gli aspetti tecnici della proposta progettuale ma l’opportunità del provvedimento, ovvero – nel nostro caso – perché si sia optato per il project, scartando inevitabilmente altre soluzioni come la contrazione di un mutuo, il ricorso alla Consip o altre forme di partenariato pubblico-privato».
«Sulle ragioni per cui ricorrere al project è più conveniente per la collettività – aggiunge il consigliere di “Patto per Turi” – non ci è mai stato dato un riscontro qualificato. Tanto è vero che, come denunciato nell’esposto, uno degli atti che manca nella documentazione è la famosa relazione, prevista dall’art.34 del Decreto Legge 179/2012, che mira a mettere in luce i giusti criteri di comparazione tra i vari strumenti possibili e ha il compito di fornire un quadro complessivo al Consiglio, in modo che possa prendere la propria decisione con cognizione di causa. Una decisione di indirizzo politico prima ancora che gestionale».
Uno scenario preoccupante
«Abbiamo creduto fino all’ultimo momento che ci potesse essere un ravvedimento da parte della maggioranza, aprendo quel dialogo promesso a più riprese dal sindaco, dall’ex capogruppo Onofrio Resta e dallo stesso assessore Stefano Dell’Aera. Invece – constata con amarezza – siamo stati costretti a richiedere formalmente il confronto e, anche in questo caso, sono decorsi i termini senza avere una risposta ufficiale, snobbando un’istanza legittima della minoranza, evidentemente ritenuta di poco conto».
«Stiamo assistendo per l’ennesima volta – conclude – alla costante inosservanza di norme e regolamenti; un modus operandi inaccettabile se si considera che chi lo sta perpetrando dovrebbe dare l’esempio di nitidezza, correttezza e rispetto del quadro normativo in cui un’Amministrazione opera. È uno scenario triste e sconfortante che dovrebbe far preoccupare per il futuro del nostro paese».
FD