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“Cercare dormire stanotte”

foto di repertorio

I casolari abbandonati in periferia fungono da “foresteria” per i lavoratori stagionali extracomunitari; in Puglia ne sono arrivati altri 320 grazie al pressing di Coldiretti

L’emergenza Covid ha determinato serie difficoltà nel reperimento di manodopera da parte delle aziende agricole, specie per quanto concerne i lavoratori stagionali che – possa o meno piacere – costituiscono circa il 20% della manodopera impiegata nelle campagne pugliesi. La mancata pubblicazione del DPCM Flussi 2021, associata ad una grave lentezza nelle procedure di regolarizzazione e rilascio dei nullaosta, ostacola l’occupazione dei lavoratori stagionali; Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, ha così commentato la situazione: “A livello regionale viene ottenuto da mani straniere più di ¼ del Made in Italy a tavola, con oltre 38mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore in Puglia, con oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri solo in provincia di Foggia. Il pericolo – prosegue Muraglia – è la perdita delle produzioni in un momento in cui è importante assicurare l’approvvigionamento alimentare degli italiani pure per le difficoltà degli scambi commerciali. Da qui la richiesta di Coldiretti di accelerare nell’emanazione del Decreto Flussi 2021”.

ALTRI 320 LAVORATORI EXTRACOMUNITARI PER LA PUGLIA

Qualunque siano state e saranno le decisioni del Governo, il pressing di Coldiretti Puglia, sensibile alle problematiche che hanno vessato gli agricoltori un mese fa, non conosce momenti di pausa: «Assegnati altri 320 lavoratori extracomunitari alla Puglia, quota residua del 2020, in attesa che sia emanato il Decreto Flussi 2021 che dovrebbe portare nelle campagne della Puglia altri 5mila lavoratori extracomunitari» – a renderlo noto è la stessa Coldiretti, dopo l’attribuzione agli Ispettorati territoriali delle ulteriori quote relative al 2020 da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. «È un segnale di attenzione – commenta il presidente Muraglia – dopo la proroga al 31 luglio 2021 dei permessi di soggiorno, ottenuta grazie al pressing di Coldiretti, quando a pesare sono i limiti al passaggio nelle frontiere disposti da molti Paesi per l’avanzare dei contagi».

IMPEDIMENTI PER I LAVORATORI ITALIANI

«Alle difficoltà per l’arrivo di manodopera straniera si aggiungono – spiega la Coldiretti – quelle burocratiche che ostacolano l’utilizzo dei lavoratori italiani. Non è stata, infatti, prorogata nel 2021 la possibilità di lavorare nelle campagne per i percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza. Si tratta di contratti a termine non superiori a 30 giorni, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, nel limite di 2000 euro per l’anno 2020, che potrebbero rappresentare un’opportunità importante per i bilanci delle famiglie anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici». «Dopo essere stato snobbato per decenni – insiste il presidente Muraglia – si registra un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici».

“CERCARE DORMIRE STANOTTE”

Tornando ai lavoratori extracomunitari, si ricorda la “foresteria” allestita a Turi nel 2018 e nel 2019, nei pressi dello stadio comunale “O. Pugliese”: una scelta logistica che aveva diviso in due la cittadinanza, ma che se non altro permetteva maggiore ordine e decoro rispetto all’anarchia assoluta. Non vanno dimenticati, infatti, gli anni in cui a trasformarsi in foresteria erano l’ingresso del cimitero o i parcheggi in zona Largo Pozzi ed ex Caserma dei Carabinieri. Col passare del tempo, dunque, le cose cambiano, tranne i millenari pregiudizi di chi associa questi lavoratori, spesso sottopagati, ad una minaccia alla propria identità individuale e collettiva; tranne l’opportunismo di chi, oggi come ieri, si nutre delle opportunità offerte dalla disperazione e dalla povertà altrui. Del resto tutto è opinabile, tranne la miseria e lo squallore cui sono spesso costrette queste persone, quantomeno finché non si “integrano” nella nostra società.

Ad ogni modo, lavorare sotto il sole per diverse ore non è affar semplice, a maggior ragione se al rientro a casa vengono a mancare un pasto adeguato con cui rifocillarsi, un letto su cui poter riposare, un bagno dove lavarsi; a volte viene a mancare la stessa casa. Per quanto possano sembrare discorsi distanti dalla nostra realtà, scene “surreali” di questo tipo si verificano ad un palmo dal nostro naso: «Nel pomeriggio di venerdì scorso – racconta un nostro concittadino – mi trovavo nella mia campagna assieme ad un amico. Ad un certo punto ho sentito spezzarsi dei rami a 20 metri da me: ho creduto che fosse il mio amico, ma appena mi sono avvicinato ho scoperto che si trattava di un’altra persona che aveva appena scavalcato il muretto in pietra perimetrale. Accortosi della mia presenza, l’uomo è subito uscito dal terreno scavalcando nuovamente il muretto e raggiungendo il suo amico che era in strada ad attenderlo. Ho chiesto loro cosa volessero e chi fossero; mi hanno risposto: “Cercare dormire stanotte”. Dopo aver compreso che non avrei potuto aiutarli, sono andati via. Qualche ora più tardi, verso le 21.30, ho notato che nell’appezzamento di terra di fronte al mio, all’interno di un casolare abbandonato, si muovevano delle luci; probabilmente loro o altri avevano deciso di accamparsi lì».

LEONARDO FLORIO

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