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CUI PRODEST? «A CHI GIOVA?»

Una riunione del Comitato

La notizia era nell’aria e, con la pubblicazione della delibera di Giunta Comunale n. 31 del 25 febbraio 2021, è diventata certezza. La Giunta ha nominato l’Avvocato Formica, quale legale di fiducia, per rappresentare il Comune nei ricorsi innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Bari a cui sono stati costretti a rivolgersi diversi cittadini, riguardanti gli avvisi di accertamento IMU Aree fabbricabili per l’anno d’imposta 2013.

Nella delibera si legge che “su proposta dell’Assessore al Contenzioso, (…) la Responsabile del Settore Economico Finanziario ha fatto presente che, in relazione ai ricorsi/reclami/mediazioni, il competente Ufficio non ha dato corso alle perizie tecniche finalizzate ad una possibile attività di conciliazione extragiudiziale”.

Leggere tale affermazione, dopo che i cittadini hanno atteso invano oltre nove mesi senza nessuna risposta alle loro richieste di eventuale accordo per evitare il contenzioso, certifica la sconfitta di Tutti: Istituzioni, burocrazia e cittadini. Si sono avuti a disposizione cinque anni precedenti alle emissioni degli avvisi di accertamento e, dopo la notifica degli avvisi di accertamento, circa un anno di tempo in cui si poteva disinnescare il contenzioso relativo all’anno 2013 e quasi due per evitare il contenzioso relativo all’anno 2012. Tutto questo tempo è trascorso senza che neanche si sia tentato di iniziare quell’azione che, come detto dal Responsabile del Settore Economico Finanziario, avrebbe potuto mettere fine all’intera vicenda con indubbi vantaggi da entrambi le parti. E occorre precisare che tale azione è prevista dalle leggi vigenti e pertanto non è una procedura contro legge.

La cosa che rende inverosimile l’intera vicenda è che, per chi non conosce bene tutta la questione, sembra che il Comune sia stato costretto a difendersi dai ricorsi contenenti le richieste ingiuste dei cittadini, quando in realtà sono i cittadini che, per far valere i propri diritti, sono stati costretti a ricorrere al contenzioso, dopo aver inutilmente cercato di farsi ascoltare e che, puntualmente, sono stati ignorati.

Per la nomina dell’avvocato il Comune spenderà € 14.600,00. In sostanza, tutta la buona volontà di raggiungere un accordo definitivo per la questione delle aree edificabili, di cui in molti si erano fatto vanto nelle varie interviste, è ancora una volta naufragata dinnanzi ad una manifesta e concreta mancanza di volontà da parte di qualcuno, come traspare nella delibera sopra citata, che fa venire in mente il vecchio proverbio: “Gli sciocchi e gli ostinati fanno ricchi gli avvocati”.

Ma il Comitato Aree Edificabili vuole continuare a credere che una soluzione ci possa essere e che si trovi il modo per far parlare la ragione e la logica e non le carte bollate e le ripicche. Occorre buon senso e volontà!

Per comprendere l’intera questione è opportuno chiarire i termini della faccenda che non interessa solo alcuni, ma ha riflessi sull’intera collettività.

Tutta la questione riguarda il valore delle aree edificabili individuato negli anni dal 2011 al 2019 dal Comune di Turi. Tutti riconoscono, contribuenti interessati ed Amministratori, che occorre onorare il pagamento dell’IMU e della TASI che gravano su dette aree edificabili; altro discorso invece è il pagamento secondo equità e giustizia. I contribuenti interessati sostengono che il pagamento deve avvenire tenendo presente il valore di mercato delle aree edificabili, come stabilito dalla normativa tributaria in vigore, l’altra parte (Amministratori e Responsabili degli Uffici), pur riconoscendo legittima la tesi dei contribuenti, si ostinano, inspiegabilmente, a pretendere il pagamento basandosi su errati valori individuati, che non corrispondono ai valori del mercato immobiliare locale.

Il nocciolo della questione è tutto in questo malinteso che a partire dall’anno 2020 gli attuali Amministratori ed i Responsabili degli Uffici Comunali hanno riconosciuto e provveduto ad eliminare.

Orbene direte Voi, dov’è il problema? Se hanno riconosciuto ed eliminato tale malinteso, cosa si oppone alla soluzione dello stesso problema anche per gli anni dal 2012 al 2019?

E questo è quanto ci chiediamo e che abbiamo chiesto più volte agli attuali Amministratori e Responsabili degli Uffici Comunali.

Per la verità gli attuali Amministratori hanno sempre affermato che è Loro intenzione risolvere il problema in quanto ritenuto giusto e meritevole di attenzione, però a tutt’oggi, purtroppo, non si riesce a risolverlo e si continua a percorrere la strada del contenzioso tributario, con gravi conseguenze da ambedue le parti in causa (per la verità sarebbe una sola in quanto, in ogni caso, alla fine tutto il conto sarà pagato dalla collettività).

La cosa purtroppo che non riusciamo a capire è la mancanza di chiarezza e d’iniziativa da parte dell’attuale Amministrazione e soprattutto dei Responsabili degli Uffici Comunali.

Abbiamo più volte chiesto e sollecitato di mettere in atto tutti gli istituti che la vigente normativa tributaria in materia mette a disposizione per evitare il sorgere del contenzioso (accertamento con adesione, reclamo mediazione, mediazione extragiudiziale), purtroppo fino ad ora senza alcuna risposta concreta.

La scelta di arrivare al contenzioso è una consuetudine che si ripete dall’anno d’imposta 2011 e che è continuata anche per il 2012, 2013, 2014 e 2015, senza che almeno una volta le Amministrazioni succedutesi nel tempo abbiano tentato di evitarlo, anzi addirittura per il 2012 si è anche proposto appello ad una ulteriore sentenza emessa a favore dei contribuenti dalla Commissione Tributaria Provinciale.

Non conosciamo i motivi di tali incomprensibili comportamenti, una cosa però vorremmo fosse chiara agli occhi di Tutti: la mancanza di colpa da parte dei cittadini contribuenti della circostanza che i bilanci di previsione degli anni dal 2014 in poi risultano “dopati” da entrate basate su previsioni sballate e gonfiate (si spera in buona fede?) riferite ai valori irreali ed inesistenti attribuiti alle aree edificabili, nonostante la grave crisi finanziaria in atto dal 2009 ed ultimamente aggravata anche dall’emergenza del Covid-19.

In concreto, i Bilanci del Comune di Turi, in passato, sono stati da una parte sovralimentati dalla previsione di maggiori entrate che, mai saranno esigibili in toto in quanto errate nella loro quantità e, dall’altra anche penalizzati da mancate entrate dovute alla inefficace lotta all’evasione. Orbene, tirare in ballo la nota di richiesta di chiarimenti da parte della Corte dei Conti e, nel contempo, quasi giustificare le passate Amministrazioni ed i Responsabili degli Uffici, precedenti agli attuali, ci sembra non corretto nei confronti dei cittadini che sembrano restare i soli colpevoli.

Non sta a Noi stabilire chi sono veramente i colpevoli, però sentiamo il dovere di affermare con forza che tale “pasticciaccio” non è da addebitare ai cittadini contribuenti che non hanno certamente alcuna colpa.

Se è vero che la legge è uguale per tutti, allora ci chiediamo il motivo per cui i contribuenti che non hanno compiuto il dovere di pagare i tributi sono puniti con ulteriore pagamento di sanzioni ed interessi, mentre gli Amministratori ed i Responsabili degli Uffici Comunali del passato, che sembra non hanno compiuto il loro dovere e che con il Loro comportamento omissivo e poco diligente hanno provocato danni alle entrate del Comune (come accennato nelle varie interviste rilasciate da alcuni Amministratori e negli interventi inerenti l’ultimo consiglio comunale ed il tutto riportato sugli organi di stampa locali), non li si propone a chi di dovere, affinché venga stabilito se meritano di essere trattati alla stessa maniera?

Gli attuali Amministratori e Responsabili degli Uffici non devono temere il giudizio ed il controllo della Corte dei Conti quando compiono il proprio dovere (lotta all’evasione, mettere in atto azioni legittime e previste per legge per cercare di evitare il contenzioso, adoperarsi per tassare il cittadino secondo le norme tributarie vigenti e secondo logica e realtà, cercare di ponderare bene la convenienza del contenzioso ed in ogni caso fare gli interessi della sola collettività, evitando liti temerarie o ripicche, rispondere alle istanze dei cittadini).

Dovrebbero invece preoccuparsi del giudizio e del controllo della Corte dei Conti solo nel caso in cui non compiano il proprio dovere di controllo, programmazione e l’adoperarsi concretamente per cercare di evitare il contenzioso e la vessazione dei cittadini, non rispettando lo Statuto dei diritti del contribuente.

Comitato Aree Edificabili – Turi

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