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Cultura

“Comuni uniti per la Memoria”

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Successo dell’iniziativa promossa da “Cuore della Puglia” per ricordare la tragedia dell’Olocausto

Domenica 31 gennaio, “Cuore della Puglia” ha dato vita all’iniziativa “Comuni uniti per la Memoria”, trasmettendo in streaming la trasposizione teatrale del testo di Zvi Kolitz: “Yossl Rakover si rivolge a Dio”.

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Il concerto recitato, promosso dal Teatro Pubblico Pugliese e registrato nell’Auditorium del Liceo musicale “Don Milani” di Acquaviva, ha visto alternarsi la narrazione struggente del poeta e attore Cosimo Damiano Damato con la voce della sofisticata cantautrice Erica Mou, accompagnata al pianoforte da Antonio Iammarino.

«Abbiamo deciso di organizzare questa iniziativa – ha spiegato Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva – perché vogliamo dare un segnale di unità da parte di tutti i Comuni e dire insieme “mai più” a una storia che parli di oppressione, razzismo e sterminio come quella che ha colpito gli ebrei. Dodici Amministrazioni si sono unite contro l’indifferenza e le intolleranze razziali, perché “mai più” si ripetano tragedie come quella dell’Olocausto».

Fabio Topputi: “Diciamo basta ad un’Europa di fili spinati e di muri”

Degno di nota l’intervento dell’assessore Fabio Topputi, presente in rappresentanza del Comuni di Turi: «Oggi – ha scandito – siamo qui non per una memoria sterile di date ma dobbiamo prendere un impegno: l’impegno di dire basta ad un’Europa di fili spinati e di muri; l’impegno di dire basta a chi continua a dire che c’è “qualcuno che viene prima” rispetto a qualcun’altro. Prima di tutti viene l’essere umano, senza alcuna distinzione di razza, religione o provenienza».

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Le parole dell’assessore Topputi hanno aperto la riflessione sul dramma che si sta consumando in Bosnia: dopo l’incendio del campo profughi di Lipa, dallo scorso dicembre circa 900 persone sono costrette a dormire all’aperto, in edifici abbandonati o nella foresta, affrontando il gelo dell’inverno. Per molti di loro l’unica chance di sopravvivenza è trovare asilo in Europa, seguendo la cosiddetta “rotta balcanica”, ovvero attraversando la Croazia che, tuttavia, ha serrato le frontiere, intensificando nelle ultime settimane le operazioni di pattugliamento. Un “eccesso di zelo” che è stato sperimentato anche dai quattro eurodeputati del Partito Democratico, coinvolti loro malgrado in un incidente diplomatico: la delegazione italiana è stata fermata dalla polizia croata a pochi metri dal confine con la Bosnia, probabilmente per evitare che assistesse alle pratiche “irrituali” dei respingimenti.

«Le vite di molte centinaia di persone sono a repentaglio e i loro diritti umani fondamentali vengono calpestati» – ha scritto l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’UE, Josep Borrell. Una testimonianza di come ancora oggi, a pochi metri dalla civilissima Europa, si stia consumando l’ennesimo genocidio, magari in “scala ridotta” ma con l’identico assopimento delle coscienze.

FD

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