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Olio esausto: come si smaltisce, cosa se ne ricava

olio esausto

L’olio esausto è un materiale fortemente inquinante, che è bene non rilasciare nell’ambiente. Si tratta infatti di una sostanza che non si discioglie in acqua, che non viene intaccata dai comuni batteri della decomposizione, che rimane a lungo nell’ambiente. Non stiamo parlando dell’olio minerale, usato in ambito meccanico, ma soprattutto degli oli alimentari che quotidianamente si usano nelle cucine di tutto il mondo. Gettarlo nello scarico della cucina è un’attività incredibilmente dannosa per l’ambiente, per l’impianto idrico della casa, per le falde acquifere.

L’entità del problema

Se si pensa che un solo chilogrammo di olio vegetale esausto liberato in un corso d’acqua può arrivare a creare una pellicola di oltre 1.000 metri quadrati di superficie, immaginate cosa può accadere se tutto l’olio usato quotidianamente finisse nell’ambiente. In Italia ogni anno oltre 280.000 tonnellate di olio sono usate per scopi alimentari. Di queste circa il 30-35% proviene dalle attività imprenditoriali, quali industria alimentare e ristoranti. Se è importante lo smaltimento olio frittura ristoranti, lo è ovviamente anche quello dell’olio esausto prodotto a livello domestico, stiamo parlando di oltre 150.000 tonnellate di olio esausto prodotte ogni anno.

I danni per l’ambiente

I danni che l’olio esausto smaltito in modo non corretto produce sono vari, a partire dal fatto che gettandolo nello scarico della cucina si vanno a creare le condizioni per la formazione di placche sulle tubature, che un domani possono causare intoppi e per togliere i quali sarà necessario contattare un professionista del settore. Una volta arrivato nelle fognature però l’olio è comunque dannoso, in quanto difficile da separare dal resto delle sostanze in sospensione. Se lo si libera invece nell’ambiente il danno è ancora più ingente, in quanto si va a favorire la formazione di una pellicola che non si discioglie con l’acqua, che i raggi solari non riescono a passare. Questa pellicola è fortemente dannosa per gli organismi acquatici, dai pesci alle piante.

Come si smaltisce l’olio esausto

Dopo aver utilizzato l’olio per friggere è importante filtrarlo e conservarlo; per farlo è sufficiente una classica bottiglia, in plastica o in vetro. Quando se ne è raccolta una quantità congrua i contenitori si possono conferire alle apposite discariche o centri di raccolta, istituiti da vari Comuni in Italia. In alcune zone è possibile anche richiedere il ritiro gratuito degli oli esausti da parte della locale azienda di gestione dei rifiuti. Questo servizio è solitamente offerto ai ristoranti, ai bar e a tutte quelle realtà imprenditoriali che si trovano a produrre grandi quantità di olio esausto.

Cosa succede all’olio esausto

Gli oli esausti, opportunamente trattati, rinascono a nuova vita. Si usano infatti come materie prime per la produzione di glicerina, da usare per la saponificazione o anche come combustibile. Da essi si ottengono anche oli lubrificanti, o additivi per i materiali utilizzati in edilizia, o ancora per la produzione di oli sintetici. Perché sia possibile il riciclo degli oli vegetali esausti è bene che gli stessi siano privi di sostanze “altre”, come ad esempio residui di cibo, acqua o oli animali.

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