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“Caos tributi, abbiamo messo un punto fermo”

Graziano Gigantelli

L’assessore Graziano Gigantelli smonta le polemiche sugli accertamenti dei tributi evasi

Non si placa l’animosa diatriba sui tempi e sulle modalità con cui l’Amministrazione Resta ha avviato la riscossione coattiva delle imposte non corrisposte per il biennio 2011-2012 e l’accertamento dei tributi relativi al 2015. Ci è apparso dunque doveroso ascoltare la versione dell’assessore Graziano Gigantelli, che ha accettato di rispondere alle nostre domande, facendosi portavoce del punto di vista dell’esecutivo.

Volendo fare una sintesi delle dichiarazioni rilasciateci, l’operazione di contrasto all’evasione tributaria va interpretata come un passo obbligato, sollecitato sia dalla Corte dei Conti che dalla necessità di alleggerire il peso schiacciante del Fondo crediti di dubbia esigibilità.

Quanto ai disguidi che si sono verificati, l’assessore invita a non leggere come la volontà di vessare i cittadini, bensì come la conseguenza fisiologica dell’arduo tentativo di rimettere ordine in un settore, quello dei tributi, che da sempre naviga in acque burrascose, in buona parte a causa della carenza di personale che non ha consentito di esercitare un’azione seria e corretta di controllo.

Infine, a chi oggi si finge “sorpreso” per questa iniziativa, basterebbe ricordare che l’equità fiscale – e dunque l’azione di recupero delle tasse evase – è stato uno dei punti guida del programma elettorale dell’Amministrazione Resta, ribadito a più riprese sui palchi e messo nero su bianco nel DUP (Documento Unico di Programmazione) presentato all’intero Consiglio comunale.

Perché inviare gli accertamenti in un periodo storico così delicato?

«Non si può scegliere quando inviare gli accertamenti, esistono norme tributarie che impongono i tempi entro cui l’Ente è obbligato a muoversi. Nel nostro caso, non essendoci stato alcun provvedimento da parte del Governo centrale, l’attività di recupero relativa al 2015 doveva necessariamente attuarsi ora.

A questo si aggiunga che, alla fine dello scorso anno, abbiamo ricevuto una seconda nota ufficiale della Corte dei Conti, indirizzata al sindaco e al revisore, in cui si sollecitavano interventi più incisivi in merito al contrasto all’evasione fiscale. Nella comunicazione, il magistrato istruttore evidenzia che per il 2017 si è riusciti a incassare appena il 3% dei tributi accertati, mentre per il 2018 non risulta alcuna attività di riscossione.

Infine, questa operazione è stata sollecitata dall’imperativo di ridurre il Fondo crediti di dubbia esigibilità, che per il Bilancio consuntivo del 2019 ha superato i 3 milioni di euro. Un peso che sta soffocando qualsiasi azione amministrativa, imbrigliando la realizzazione del nostro programma di governo, e che rischia di far lievitare le tasse proprio a causa delle mancate riscossioni registrate negli anni precedenti».

Quante cartelle sono state spedite?

«Circa 1.300 per la TARI e 1400 per l’IMU, con una previsione di introito rispettivamente pari a 490 mila euro e 650 mila euro. Quanto ai tributi minori (Cosap, passi carrabili e lampade votive) e alla TASI, il numero di accertamenti è più ampio, in parte perché l’Ufficio non ha ricevuto in maniera corretta i dati di chi ha pagato, in parte perché molti cittadini non sapevano che nel 2015 la TASI andava corrisposta anche per la prima casa».

Una delle obiezioni è che si rischia di infierire sui cittadini già in difficoltà.

«Bisogna partire da un presupposto: questa è un’operazione di trasparenza ed equità fiscale a vantaggio di tutti i cittadini che sono sempre stati corretti e che offre la possibilità a quanti non hanno voluto pagare di regolarizzare la propria posizione.

Non c’è alcun accanimento sulle fasce più deboli, al contrario i dati ci dicono che il 30% delle risorse da recuperare è costituito da un numero molto esiguo di contribuenti. Dirò di più: il 50% dell’evaso si spalma su appena il 7% degli accertati. Fondamentalmente, sono interessate due categorie: i cittadini particolarmente benestanti e gli “evasori seriali”, che hanno accumulato negli anni un cospicuo debito».

Veniamo alla questione “errori”. A cosa vanno imputati?

«In primis, va detto che ci siamo trovati di fronte a un database non aggiornato e dunque non pienamente affidabile. A tal proposito, va ricordato che l’Ufficio Tributi era ed è sottodimensionato, potendo contare solo su due unità lavorative che sono a malapena sufficienti per gestire il lavoro ordinario.

Detto questo, ci sono vari motivi per cui hanno ricevuto l’accertamento anche i cittadini che hanno pagato regolarmente le tasse comunali. Da errori di digitazione dei codici alla mancata comunicazione dei dati del contribuente da parte degli operatori privati.

Al momento non abbiamo un report esaustivo sulle diverse casistiche delle contestazioni; fra due mesi avremo una situazione ben definita e potremo ragionare su numeri consolidati, illustrando il risultato raggiunto. Un risultato che, sono certo, restituirà all’Ente l’opportunità di ritornare a respirare e ad attuare i progetti che l’Amministrazione ha in programma».

Perché non sono stati eseguiti gli adeguati controlli prima di inviare le cartelle?

«La tipologia di controlli richiesti non poteva essere svolta preventivamente. Parliamo di “errori” avvenuti in una fase, quella del pagamento del tributo, su cui l’Ufficio non ha alcun controllo. Ecco perché occorre che il contribuente esibisca copia del versamento e ci permetta di bonificare la banca dati in possesso dell’Ente.

Ci scusiamo con i cittadini per il disagio ma questo inconveniente spero venga letto come la garanzia che il paese è guidato da un’Amministrazione che sta operando seriamente per mettere ordine, una volta per tutte, nel calderone della gestione dei tributi».

Quali canali di supporto avete attivato per i cittadini?

«L’Ufficio Tributi è aperto al pubblico martedì, giovedì e venerdì. Si accede previa prenotazione ai numeri 080/4517512 e 080/45117538 o inviando una e-mail agli indirizzi m.pellegrino@comune.turi.ba.it oppure m.mazzotta@comune.turi.ba.it

Per velocizzare il disbrigo delle pratiche, abbiamo creato due percorsi distinti: uno dedicato a IMU, TARI e tributi minori relativi al 2015 e uno per le ingiunzioni di pagamento relative al triennio 2010-2012.

Ci tengo a precisare che l’Ufficio sta accogliendo il contribuente offrendo tutta la disponibilità e la pazienza che serve per fornire spiegazioni e chiarimenti. Allo stesso modo, i cittadini si stanno comportando in maniera educata e rispettosa, ignorando quanti sui social esprimono frettolose condanne, senza avere riscontri reali, facendo il gioco di chi, approfittando della vulnerabilità del sistema dei controlli, volutamente non ha pagato. Anzi, aggiungo che, una volta spiegato il presupposto dell’accertamento, molti contribuenti hanno richiesto di regolarizzare la propria posizione anche per gli anni successivi, avvalendosi di un piano di rateizzazione che l’Ufficio è pronto a predisporre con la massima flessibilità».

Fabio D’Aprile

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