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“Un elefante in una cristalleria…”

Angelo Palmisano

Angelo Palmisano evidenzia la fragilità dell’Amministrazione Resta, minata dall’astio tra i vari assessori

Non sono passate inosservate le recenti dichiarazioni del prof. Onofrio Resta, che hanno servito l’assist perfetto alla minoranza per rimarcare le dinamiche “precarie e contraddittorie” dell’Amministrazione Resta.

«È ormai evidente che la maggioranza non goda di buona salute. L’ex capogruppo Onofrio Resta – afferma Angelo Palmisano – ha messo a nudo ancora una volta le fragilità della squadra di governo: elogia il sindaco ma denuncia la scarsa competenza e operatività della Giunta e dei consiglieri».

«Di fatto – prosegue il capogruppo di “Patto per Turi” – il prof. Resta conferma tutte le criticità che da mesi abbiamo denunciato dai banchi dell’opposizione. Basti pensare che l’ex assessore Teresa De Carolis è sparita dai radar e il consigliere Tiziana Di Bari non è mai apparsa, se non durante i Consigli per approvare le scelte della maggioranza. Evidentemente, lo stesso Onofrio Resta, anche se risulta ormai assente da Turi e dalle dinamiche del paese, ha preso coscienza che, per la maggior parte delle deleghe assessorili e consiliari, siamo in attesa di vedere qualche atto di indirizzo che dia traccia del loro passaggio in Comune. È indiscusso, inoltre, l’astio tra i vari assessori».

«Amministrare in questa maniera – sentenzia – è come voler far attraversare una cristalleria a un elefante: molto difficile che nulla si rompa. Qualcuno della maggioranza, tra l’altro, vorrebbe riversare tutte le colpe su un singolo componente, dimenticando che la squadra funziona se tutti quanti remano nella stessa direzione».

La “manna” della pandemia

«La pandemia – dichiara Palmisano, ricorrendo ad una provocatoria iperbole – è stata una “manna dal cielo” per l’Amministrazione Resta: sulla scorta dell’emergenza, si è riusciti a nascondere la polvere sotto il tappeto, facendo passare sottotono le enormi lacune nella capacità di programmare e realizzare azioni concrete per il rilancio del paese».

«Le difficili condizioni in cui versa il Comune di Turi sono note da tempo e chi si è prestato a fare politica avrebbe dovuto metterle in conto. Ecco perché – riflette – a distanza di due anni, continuare a lamentarsi delle esigue risorse economiche o della mancanza di personale appare davvero troppo riduttivo».

“Caos Tributi”

Ritornando sugli accertamenti dei tributi evasi, il capogruppo di “Patto per Turi” ricorda l’interpellanza presentata per approfondire i disagi che si stanno verificando: «Aspettiamo che venga convocato al più presto il Consiglio comunale, poiché questa vicenda sta minando ulteriormente la già difficile convivenza dei cittadini con le problematiche quotidiane».

«Che non passi la scusante che la colpa è di qualcun altro – mette in chiaro Palmisano. Questa maggioranza, prima di dare esecutività agli atti di accertamento, aveva il dovere di fare uno screening a monte, bonificando la banca dati in possesso dell’Ente. Invece, si sta facendo fare ai cittadini il lavoro che avrebbero dovuto svolgere gli Uffici. Inoltre, l’accertamento dovrebbe avvenire annualmente e non dopo cinque anni, alla scadenza dei termini di prescrizione». «Una governance, che voglia reputarsi degna di tale nome, dovrebbe mettere al primo posto la gestione degli uomini; obiettivo in cui l’Amministrazione Resta difetta fin dal suo esordio, e non solo nell’attività di indirizzo degli Uffici ma anche a livello politico».

Consigli ‘una tantum’

Un ultimo appunto il consigliere di minoranza lo riserva alla scarsa considerazione che l’Amministrazione Resta dimostra verso il ruolo del Consiglio comunale: «Invito il sindaco a convocare i Consigli comunali in maniera periodica, così da riportare nella massima assise la discussione dei problemi reali del paese. Non ci si può trincerare nelle proprie convinzioni, evitando il confronto: la democrazia si nutre del dialogo costante. E in questo dialogo andrebbe coinvolta maggiormente la cittadinanza, ottimizzando i canali di comunicazione istituzionale, ad oggi carenti se non del tutto assenti».

Fabio D’Aprile

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