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Billy, storia a lieto fine di un paparazzatissimo volpino randagio

volpino billy (1)

Il racconto emozionante di Mariaelena Spada che, dopo due mesi di tentativi, è riuscita a dare rifugio alla mascotte del paese

Tra le tante notizie poco confortanti con cui si è aperto il 2021, ce n’è stata una che ha scaldato il cuore di tutti, strappando difatti più di un sorriso: il paparazzatissimo volpino a lungo inseguito per le strade turesi e sui social ha finalmente trovato casa. In molti, da settimane, avevano provato a portarlo via dal crudele mondo del randagismo, nel quale, tutto sommato, non si trovava poi così male. La sua piccola corporatura, il suo musetto ed il suo carattere docile gli avevano infatti garantito le simpatie di tantissimi turesi, grazie ai quali è riuscito a sopravvivere per settimane, nonostante le temperature rigide, sopperendo alla mancanza di cibo e di protezione che solitamente i cani ritrovano stando in branco.

A dispetto del pensiero espresso da molti concittadini sui social, questo cane, per quanto ormai abituato ad una vita in solitaria, non sarebbe sopravvissuto a lungo; difatti i pericoli della strada sono innumerevoli, considerando ad esempio le auto in corsa, i malintenzionati che vigliaccamente attaccano gli animali vaganti, gli altri randagi… Tutto ciò, come riportavamo in apertura, è stato fortunatamente scongiurato, grazie all’intervento di Mariaelena Spada, turese classe ’99, la quale il 3 gennaio annunciava sui social: “Buongiorno, dopo vari tentativi siamo riusciti a prendere il cane, per suo volere. Solo che, portandolo dentro casa, mostra sofferenza poiché non è abituato! È stato abituato a vivere per due mesi come mina vagante…Sta sempre sul balcone e guarda fuori”.

I PRIMI TENTATIVI

volpino billy (2)

Mariaelena riveste attualmente il ruolo di segretaria presso una scuola guida e, raggiunta dai nostri microfoni, racconta: «Coltivo la mia passione per i cani da circa 3 anni, ossia da quando, in un momento di grande tristezza e solitudine, ho deciso di prendermi cura di una piccola meticcia a cui, attualmente, sono molto grata per avermi salvato la vita. Due mesi fa, mentre portavo a spasso la mia cagnolina, mi sono accorta di questo piccolo volpino che girovagava senza meta per le strade del paese. Avendo a cuore queste piccole creature, ho subito pensato di provare a metterlo a riparo, visto che l’inverno è gelido per tutti, umani ed animali. Più volte ho tentato ma con scarsi risultati poiché il cane è apparso sin da subito diffidente nei confronti delle persone. Nel frattempo, come si può evincere dai social, è diventato la mascotte del paese: tantissimi turesi si sono preoccupati per la sua salute ed anch’io e la mia famiglia abbiamo cercato di nutrirlo e dargli da bere, affinché potesse prendere fiducia e rifugiarsi da qualcuno. Nonostante facesse lunghe passeggiate, affiancandosi ad altri cani o seguendo chiunque fino alla propria abitazione, la nostra mascotte sembrava preferire la sua vita in solitaria. La sua cuccia era dinanzi al Ristorante Pizzeria ‘Al Setaccio’ ed al bar ‘Villa Retrò’, dove, oltre ad essere sfamato, poteva beneficiare di quel po’ di tepore che si meritava».

L’INFATUAZIONE E GLI APPOSTAMENTI

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«Agli inizi di dicembre, la mia cagnolina è andata in calore ed ha attirato subito l’attenzione del volpino che quindi, ogni mattina, la aspettava per giocare insieme. Dopo un po’ di tempo, il gioco non gli è più bastato: appena entravamo in macchina, iniziava a correrci dietro. Dinanzi a queste scene, ho capito che finalmente volesse esser preso, ma purtroppo avevo torto, perché, dopo qualche metro, desisteva dal rincorrerci. Ho fermato la macchina più volte per permettergli di salire ma, ancora una volta, con scarsi risultati, nonostante vedesse che con noi vi fosse un altro cane felice di essere coccolato. Un giorno, con nostra grande sorpresa, ci siamo accorti che il volpino, grazie al suo super olfatto, aveva scoperto dove fosse casa dei miei genitori e casa mia: aveva cominciato ad appostarsi, poiché il suo chiodo fisso era la mia cagnolina. Questa sua infatuazione lo spingeva ad avvicinarsi a me, mentre la accarezzavo. In questi momenti provavo ad accarezzare anche lui: inizialmente si tirava indietro spaventato; poi, ha cominciato a leccarmi le dita finché un giorno sono riuscita ad accarezzargli la testa per un attimo fugace, prima che scappasse di nuovo. Ho proseguito così per giorni, poiché lui era sempre lì ad aspettarci».

E FINALMENTE…

«Il 2 gennaio, mentre pioveva a dirotto, l’ho trovato bagnato ed addormentato vicino la mia macchina; rassegnatosi finalmente all’idea che non gli avrei fatto niente di male, si è lasciato accarezzare, probabilmente alla ricerca di un po’ di calore. E così l’ho preso in braccio, l’ho avvolto in un plaid e l’ho caricato in macchina per portarlo a casa dei miei genitori. Giunti a destinazione, la sua diffidenza ha preso nuovamente il sopravvento, spingendolo ad aspettare sotto casa la mia cagnolina. Al mattino seguente, l’ho trovato sempre lì, sotto casa, mentre riposava vicino la mia auto. Appena mi ha vista, mi ha rincorso e si è lanciato tra le mie braccia. Non ho perso l’occasione e l’ho portato su da me».

“BILLY”

Come lo avete chiamato? Avete scoperto quanti anni ha?

«Innanzitutto abbiamo scoperto che è un meticcio, nonostante le sembianze siano chiaramente quelle del volpino. Lo abbiamo conquistato col nome “Billy” e, stando alle parole del veterinario da cui ci siamo rivolti per sverminarlo e mettergli l’antipulci, dovrebbe avere circa un anno e mezzo. Attualmente pesa 7.10 kg».

UNA CONVIVENZA DIFFICILE

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«All’inizio del suo “soggiorno” a casa nostra, ha dovuto prendere confidenza con l’ambiente: era terrorizzato e voleva stare solo sul balcone; dopo qualche tempo, stanco del freddo, si è accucciato su un cuscino che gli abbiamo dato. Gli ho insegnato a camminare al guinzaglio, cosa difficilissima poiché, abituato a vivere per strada, si opponeva. Con tanta pazienza da parte mia, è riuscito parzialmente a convincersi. Da parte mia ero soddisfatta per averlo sottratto ai pericoli della strada, donandogli un rifugio sicuro. La mia emozione, tuttavia, è durata poco, poiché la mia cagnolina era visibilmente gelosa di me ed invidiosa nei confronti del nuovo arrivato; era lei la cocca di casa e non c’era spazio per un altro cane. Di fronte a questo scenario, ho cercato di prendere tempo, sperando che i due si abituassero e che la convivenza andasse a buon fine. I giorni, tuttavia, passavano ed i due cani ancora non riuscivano a stare nella stessa stanza. La mia cagnolina, addirittura, aveva iniziato a rifiutare il cibo».

L’AFFIDAMENTO AD UNA NUOVA FAMIGLIA

«A causa di ciò e di altre circostanze che mi impedivano di gestire la situazione, ho capito, dopo due giorni di lacrime, che Billy doveva andar via e, al contempo, che non potevo abbandonarlo nuovamente ad un destino privo di amore, cure e attenzioni. Anche i cani meritano di vivere nel benessere. Mettendo da parte il mio egoismo, ho cercato, in accordo con le volontarie del canile, una nuova famiglia che potesse accogliere Billy. Domenica 10, ancora una volta in lacrime, ho lasciato andare Billy dai suoi nuovi padroni. Vi assicuro che si è avvicinato a loro molto volentieri ed è stato riempito di coccole sin da subito. Ma i cani non vanno solo coccolati. La famiglia a cui l’ho affidato ha già un altro cane, in aggiunta preso dal canile: loro sanno, sicuramente meglio di me, come gestire i cani che hanno vissuto a lungo senza affetto. L’averlo preso e poi lasciato potrebbe mettermi in condizione di subire una marea di critiche, ma vi assicuro che per me non è stata una scelta semplice. E se l’ho presa, è perché ho pensato alla felicità di Billy e a quella della mia cagnolina, prima che alla mia. In caso contrario, avrei fatto di tutto per tenere entrambi a casa mia, con la mia piccola famiglia. In risposta ai giudizi semplicistici e alla cattiveria di qualcuno, tengo a dire che la mia cagnolina è la mia anima, l’ancora della mia vita che mi ha tirato fuori dalle situazioni più ottenebranti. Non l’avrei mai abbandonata perché la amo più di me stessa; ed altrettanto ho amato ed amo quel piccolo volpino che, oggi, può godersi l’affetto di una famiglia in grado di gestirlo» – conclude Mariaelena.

LEONARDO FLORIO

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