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L’indegno pronipote della Muraglia di Frassineto

Via Frassineto (1)

Via Frassineto: i cittadini attendono da 11 anni la rimozione dello sbarramento che divide in due la strada; ne sono serviti 5 per avere l’illuminazione (a metà)

Nelle ultime settimane, sono piovute in redazione, piuttosto copiosamente, una serie di segnalazioni relative al disagio che, da svariati anni, alcuni cittadini vivono in determinate strade del nostro paese. Nello specifico, abbiamo parlato delle “tracce di Medioevo” in via Cristoforo Colombo e del prolungamento di via Domenico Cozzolongo, una strada da “terzo mondo”. Quest’oggi, invece, osserveremo lo stato in cui versa via Frassineto. La denominazione di questa strada, come avvenuto per via Colombo, ci costringe ad una digressione storica, utile anche per la cultura generale dei nostri lettori.

LA MURAGLIA DI FRASSINETO… ED IL SUO PRONIPOTE

Da uno sguardo sul sito web dell’Ecomuseo di Peucetia si legge: «Nell’etimologia del nome Turia è consacrata la memoria delle acque sorgive; Turi infatti significa “fontana” per le acque nella località di Frassineto. L’archeologia locale rimanda ad una frequentazione già dal VI secolo a.C. ritenendo fino al IV, nel periodo peuceta, il momento di massimo splendore della città. Alleata dei Sanniti e poi di Roma, i turesi parteciparono alla Battaglia di Canne dove caddero. Sotto la giurisdizione del Vescovo di Conversano, nel X secolo Turi era un feudo, con il proprio agro, muraglia e torri e insieme al Canale di Frassineto era sotto il comando di un solo signore».

Tra queste prime interessanti delucidazioni, si tenga opportuno tenere a mente l’esistenza di una muraglia, che oggi porta il nome di Muraglia del Casale di Frassineto e che, ad un occhio profano, potrebbe sembrare un comunissimo “parète” in pietra. Tra poco torneremo a parlare di quest’ultimo, più nello specifico di quello che parrebbe essere un suo pronipote.

FRASSINETO: DA UNA TESI DI ANNA LIZIA D’APRILE

Antica abbazia benedettina costruita tra il 1000 ed il 1050 in uso per circa 600 anni

«La zona di Frassineto (località a confine dei territori di Turi, Gioia del Colle, Putignano e Sammichele di Bari), nota per la fertilità dei terreni e la ricchezza di risorse idriche, è stata abitata sin dall’età neolitica come testimoniano i ritrovamenti di accertati villaggi, insediamenti rustici e necropoli. Le ricerche del biennio 1995-96, condotte nella zona, hanno consentito di riconoscere un villaggio neolitico, quattro siti dell’età del bronzo, quattro siti del periodo peuceta e cinque insediamenti rustici di età romana».

«Nel 2002, nuove fonti documentarie di età medievale testimoniano, a partire dal XII secolo, la presenza di un abitato, citato sia come locum Fraxineti (1107, 1195), sia come castellum Frasseniti (1111) sia come casale Fraxeneti o casale de Fraxineto (1174, 1481). L’insediamento risulta disabitato, sempre sulla base delle fonti documentarie, a partire dal 1481. Labate riferisce le notizie apportate dalle ricerche archeologiche confrontandole con le fonti scritte.

L’identificazione del luogo è stata possibile grazie all’aiuto di Luigi Pinto e Giuseppe Chimienti Pinto, residenti della zona, che hanno permesso una ricognizione di superficie, ma soprattutto la raccolta di materiali di interesse archeologico grazie anche alla lettura di una fotografia aerea, realizzata nel 1955 dall’Istituto Geografico Militare. La lettura della fotografia aerea ha precisato il perimetro del casale di Frassineto, delimitato da una cinta muraria in parte sopravvissuta, e permesso di identificare, al centro dell’abitato, le tracce di probabili costruzioni.

La superficie dell’interno del perimetro, che è di circa un ettaro, ha accertato la presenza di un’area disseminata di numerosi frammenti di ceramica medievale e fittili per l’edilizia. In base allo studio delle ceramiche delle centinaia di reperti si deduce che l’insediamento di Frassineto nasce nel corso dell’Alto medioevo, più precisamente, alcuni secoli prima del XII secolo e l’inizio della decadenza del casale nel XIII secolo, in un momento, quindi, precedente a quello documentato nelle fonti scritte, quando compare per la prima volta, nel 1481, l’esistenza del casale disabitato.

Altre testimonianze archeologiche attestate a Frassineto sono numerosi frammenti di coppi, che attestano la presenza di case con tetti di soli coppi, e la presenza di una scoria di ferro che potrebbe testimoniare l’esistenza di attività produttive connesse alla lavorazione del ferro. Infine, dalle antiche fortificazioni resta in piedi soltanto il perimetro orientale, testimoniato da un grosso muro a secco. I restanti lati sono stati con molta probabilità demoliti. Non è escluso che, dopo l’abbandono, il casale di Frassineto sia stato utilizzato come cava di pietre da riutilizzare nella costruzione delle vicine masserie come l’Annunziata, Annunziatella, Petrosino, Ospedale e S.Domenico».

Questo lungo virgolettato è stato attinto dalla tesi di laurea in Storia Medievale di Anna Lizia D’Aprile, terminata nel 2013 e riportata tre anni dopo sulla pagina Facebook “FIGLI DEL CONTE”. Con la promessa di approfondire meglio questo splendido lavoro nella nostra consueta rubrica dedicata alle tesi, alle ricerche e ai papers scientifici inerenti a Turi o realizzati da laureati turesi, passiamo adesso al senso stretto di questo articolo: farvi conoscere la storia di via Frassineto, attraverso la testimonianza diretta di chi lì vi risiede.

PER QUANTI ALTRI SECOLI?

via frassineto 2

«Nel 2009 acquistavo casa in quella che all’epoca era “strada Gioia Canale, I Traversa Sinistra”. La promessa di chi vendeva quelle case era che presto sarebbe stato terminato il cantiere per la costruzione di un altro palazzo che si sarebbe affacciato sul lato di Via Gioia Canale; quindi, l’entrata e l’uscita dal centro abitato sarebbe stata agevolata dal diretto collegamento con via Gioia. La strada nel 2009 era comunque priva di asfalto. Lo stesso veniva successivamente completato dalle ditte costruttrici, così come l’impianto di illuminazione pubblica. Luci, tuttavia, mai accese fino al 2012, quando decido di interpellare Carmine Catalano, il quale intraprende una lunga battaglia.

Nel 2017 riusciamo ad ottenere l’acquisizione da parte del Comune del suolo ancora di proprietà della “Ma.Flo. costruzioni” e quindi la successiva accensione dei lampioni che però coinvolge solo la metà della strada che affaccia su Via Noci. L’altra metà è interessata da un cantiere sottoposto a fallimento, difatti esiste solo lo scavo. Di fronte ci sono tre palazzine terminate che hanno installato lampioni condominiali per illuminare la strada.

Lo sbarramento di cantiere che divide a metà la strada – prosegue il nostro concittadino – non è mai stato rimosso e, oltre ad essere pericoloso in quanto totalmente arrugginito, impedisce la fruibilità di tutta la via, sia pedonale che carrabile. Il Comune, nelle varie amministrazioni, ha promesso più volte di acquisire l’area, cosa in realtà mai avvenuta. Ed intanto sono trascorsi quasi 11 anni dal termine della costruzione dell’area che, nel frattempo, è diventata via Frassineto».

Acclarata l’impervia evoluzione filogenetica di questa strada, concludiamo smascherando il pronipote della Muraglia di Casale Frassineto: come molti hanno lettori avranno certamente intuito, ci riferiamo allo sbarramento arrugginito che divide a metà la via in questione. Al suo cospetto, si ha la sensazione di osservare un pezzo di storia – come nel caso della Muraglia – con la quale però non condivide alcun valore estetico, culturale e tantomeno funzionale, risultando infatti indecoroso, ridicolo e altamente disfunzionale. Insomma, da 10 anni Turi si “gode” un discendente abbastanza indegno dell’antica Muraglia; a questo proposito la domanda, chiaramente ironica, è una sola: per quanti altri secoli?

LEONARDO FLORIO

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