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Un’occasione per “sedersi” a riflettere

panchina rossa (7)

Nella cerimonia di inaugurazione, Imma Bianco e Lanfranco Netti hanno presentato la ‘panchina rossa’ come un “monito” per la collettività

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, via XX Settembre si è trasformata in un “viale della riflessione”, scandito dagli scatti della fotografa Fabiana Stanisci e da alcuni pensieri che restituiscono la brutalità dell’inferno di un “amore tossico”. Un percorso che accompagna il passante davanti alla “panchina rossa”, donata dall’assessore Imma Bianco, di cui vi abbiamo parlato nelle pagine precedenti.

Qui ci soffermiamo sulla cerimonia di inaugurazione dell’installazione artistica, avvenuta sotto lo sguardo attento della Polizia Locale e della Protezione Civile. Dopo l’intervento dell’assessore Imma Bianco, che ha colto l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto l’iniziativa, ha preso la parola il consigliere Lanfranco Netti, capogruppo della maggioranza: «L’idea dell’assessore Imma Bianco è stata subito condivisa dall’Amministrazione. Questa installazione non vuole essere un “monumento” ma uno spunto di riflessione su una piaga, quella della violenza contro le donne, che molto spesso ha le sue origini nei luoghi di aggregazione più intimi, come la famiglia».

«Di certo – prosegue Netti – questo gesto non potrà far diminuire nell’immediato dei numeri che ad oggi sono spaventosi, ma è un primo passo, è un segnale che il problema esiste e non può essere ignorato». Indugiando brevemente sulla panoramica dei casi di violenza registrati quest’anno, Netti rimarca che, «durante il lockdown, sono triplicati i femminicidi, in un anno in cui paradossalmente il numero complessivo degli omicidi è diminuito». «Ci sono state più di 6mila telefonate al numero anti violenza 1522 – appunta l’assessore Bianco – e anche sul nostro territorio il problema è presente: il CAV Li.A opera dal 2014 e segue 190 donne, spesso con minori».

«La cosa che fa ancor più riflettere – riprende il capogruppo Netti – è che pochissime donne denunciano perché, molto probabilmente, si innesca una componente psicologica che fa sì che questa devianza, questa relazione tossica e distruttiva, sia percepita dalla donna come “normale”».

«La violenza non si registra solo quanto si traduce nel suo esito peggiore, il femminicidio, ma parte da un insulto, da un atto di bullismo». Ecco perché, Imma Bianco e Lanfranco Netti sottolineano all’unisono l’importanza di lavorare sull’aspetto culturale: «Le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno il compito di discutere su questo tema delicato, proprio per evitare che la violenza diventi “giustificabile”». A questo scopo, «sono stati donati alla scuola alcuni libri scritti da donne che hanno vissuto questa esperienza, affinché possano essere condivisi non solo tra le alunne ma anche e soprattutto tra gli alunni».

«Quando si è informati – chiosano – quando la scuola educa e le famiglie hanno gli strumenti per difendersi, allora possiamo aspirare a diventare una società migliore».


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Panchina Rossa - 2020

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