Un Consiglio comunale “inutile”
L’approvazione dell’allargamento di via Noci viene ritirata in attesa di chiarimenti dalla Città Metropolitana
Data l’assenza del sindaco Tina Resta, a dirigere i lavori dell’assise cittadina, riunitasi lunedì 23 novembre, è l’assessore Fabio Topputi, in qualità di vicepresidente del Consiglio; carica che, come chiarisce il Segretario comunale, spetta al consigliere più suffragato.
Si inizia con le comunicazioni centrate sui dati dell’emergenza Covid: «Ad oggi – scandisce Topputi – abbiamo 31 casi positivi e 16 in isolamento fiduciario. Colgo l’occasione per raccomandare alla cittadinanza di rispettare le regole di prevenzione (distanziamento, mascherina e igiene personale) e di uscire solo per necessità».
A seguire, d’un fiato, vengono approvati all’unanimità i verbali delle precedenti sedute e si procede alla nomina del nuovo membro della Terza Commissione consiliare, in sostituzione dell’assessore Imma Bianco: il capogruppo di maggioranza Lanfranco Netti propone il consigliere Teresa De Carolis sulla cui nomina convergono i voti di maggioranza e opposizione.
Via Noci ‘si ritira’ per ‘chiarirsi le idee’
Espletate le formalità, si giunge al quarto punto all’ordine del giorno: l’approvazione della variante al Piano Urbanistico Generale (PUG), necessaria per risvegliare dal torpore lungo oltre 11 anni l’intervento di allargamento del tratto di via Noci, a partire dall’inizio dell’abitato e fino all’intersezione con la Strada Provinciale 58.
Il vicepresidente Topputi sorprende tutti, comunicando l’intenzione di ritirare il punto all’ordine del giorno «per gli approfondimento del caso alla luce della nota, giunta dopo lo svolgimento della Seconda Commissione consiliare, a firma del legale che rappresenta il cittadino che ha presentato un’osservazione alla variante al PUG».
Il consigliere Giannalisa Zaccheo chiede di prendere la parola ma Topputi la gela: «Non si può discutere, si deve solo votare la proposta di ritiro». Tesi supportata anche dal Segretario Generale, la dott.ssa Calabrese, cui il vicepresidente chiede conforto.
«Siamo in Consiglio comunale e dovete dare parola ai consiglieri – sbotta il capogruppo di “Patto per Turi”, Angelo Palmisano – è inammissibile che non si possa discutere. È un Consiglio inutile, che viene pagato dalla comunità».
«Se ci fosse stato il sindaco – obietta la Zaccheo – avrebbe permesso la discussione, non capisco la rigidità di oggi».
Topputi, sostenuto dal consigliere De Florio, prova invano a placare la polemica: «Se ne potrà discutere nel prossimo Consiglio utile. Votiamo per il ritiro, se poi i consiglieri vorranno parlare lo potranno fare ma senza entrare nel merito dell’argomento».
La “filastrocca” della Città Metropolitana
A questo punto, la minoranza esige di avere una spiegazione più circostanziata sulle ragioni del rinvio; tuttavia, il vicepresidente non aggiunge maggiori elementi che chiariscano la decisione della maggioranza, bensì si limita a ripetere che si è inoltrata «una nota di chiarimento alla Città Metropolitana, la risposta arriverà a giorni e saremo tutti più sereni».
Il consigliere Zaccheo non ci sta e incalza: «L’osservazione del cittadino è arrivata in data 30 luglio: da allora ad oggi, cosa non vi è chiaro rispetto alla delibera? Avete avuto più di quattro mesi per chiedere tutte le delucidazioni del caso e oggi state ritirando il punto all’ordine del giorno, l’unico di un Consiglio che viene a costare alla cittadinanza 20 euro per ogni consigliere intervenuto, cui si sommano i 20 euro di indennità dei membri della Commissione. Tutto senza fornire una motivazione. Ritengo sia un comportamento di una gravità inaudita».
«Tra l’altro – aggiunge il capogruppo del Gruppo Misto – vi ricordo che, a dicembre dell’anno scorso, quando si è discusso questo provvedimento avevamo sollecitato delle integrazioni per migliorare il progetto e ci è stato detto che non c’erano i tempi e bisognava procedere. Evidentemente i tempi non sono così stretti, ci riserviamo quindi di presentare tutte le osservazioni del caso».
Prima di cedere la parola, il consigliere Zaccheo preannuncia di aver esaminato attentamente la documentazione allegata riscontrando «delle discordanze sul piano economico riguardo alle particelle oggetto di esproprio». Inoltre, afferma che il progetto potrebbe essere viziato in partenza, giacché «non contempla la realizzazione di una pista ciclabile, obbligatoria dal 1998 per qualsiasi intervento che riguardi la costruzione di una nuova strada o il rifacimento di una già esistente». «Continuiamo a non osservare un obbligo di legge; prendiamo atto di questa inefficienza e inefficacia dell’esecutivo» – chiosa rinnovando l’appello a «conoscere i motivi del ritiro».
La votazione e la protesta della minoranza
Topputi non riesce a tener testa alla richiesta di argomentare il ritiro e recita per l’ennesima volta la “filastrocca” della nota alla Città Metropolitana, chiudendo la discussione e sollecitando la votazione. L’esito è scontato: 4 voti contrari della minoranza e 9 voti favorevoli della maggioranza; i consiglieri Lanfranco Netti e Tiziana Di Bari non partecipano in quanto incompatibili.
«Ennesima prova di incapacità e mancanza di trasparenza» – commenta amaramente il consigliere Spinelli poco prima che Angelo Palmisano, come atto di simbolica protesta, chieda al Segretario generale che venga messa a verbale «la decisione di tutti i consiglieri di minoranza di rinunciare al gettone di presenza per questo Consiglio».
Fabio D’Aprile