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Cronaca

Incendiano un contenitore degli abiti usati

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Le fiamme sarebbero state innescate dal lancio di un petardo. L’atto vandalico non deve restare impunito

Nella serata di domenica 22 novembre, ha preso fuoco un contenitore destinato alla raccolta degli abiti usati, posizionato nei pressi della scuola materna “Madre Teresa di Calcutta”.

Dopo l’allerta lanciata da alcuni cittadini, si è mobilitata una pattuglia della Polizia Locale, supportata dai volontari della Protezione Civile, che ha provveduto a mettere in sicurezza l’area in attesa dell’arrivo dei Vigili del Fuoco.

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La squadra del distaccamento di Putignano ha prontamente risposto alla richiesta di intervento e, giunta sul posto, è stata costretta a forzare la chiusura di sicurezza del contenitore per poter avere lo spazio sufficiente a introdurre l’idrante e domare le fiamme; operazione portata a termine con successo ma non senza fatica.

Dalle indiscrezioni trapelate, pare che ad innescare il rogo, di evidente natura dolosa, sia stato il lancio di un petardo all’interno del contenitore stesso. Una bravata che, a conti fatti, ha danneggiato la nostra comunità su più fronti: da un lato ha costretto Vigili del Fuoco, Polizia Locale e Protezione Civile a impegnare risorse e tempo preziosi che potevano essere utilizzati per affrontare situazioni emergenziali reali; dall’altro questo gesto insensato ha reso inutilizzabili gli abiti donati dai cittadini in favore di chi ne ha bisogno, circostanza che, in un frangente storico in cui si lotta con una crescente povertà, diventa un’aggravante davvero difficile da tollerare. In più, il contenitore è ormai inservibile e occorrerà sostituirlo.

L’auspicio è che i responsabili vengano individuati, non tanto per mero giustizialismo quanto per renderli consapevoli delle conseguenze del proprio comportamento e dargli l’opportunità di rimediare al proprio errore, magari impegnandoli in progetti di utilità comune. Nella maggior parte dei casi, infatti, la “punizione”, se non è accompagnata da un’operazione culturale di responsabilizzazione, finisce per produrre l’effetto contrario, alimentando gli atti vandalici come “sfida all’autorità”.

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