Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Attualità

Nuovo Dpcm: come se la passano i bar?

bar turi

Intervistati i titolari della stazione di servizio “G.I.CA.” di Largo Pozzi, “Origine Sweet Art” e “Bar Meeting”; bocciato all’unanimità il “lockdown soft”

«Metti il plexiglass; distanzia i tavoli; riduci i clienti; igienizza bene; registra i clienti. Fatto tutto? Bene, ora chiudi» – due settimane fa, con l’approvazione del nuovo DPCM, dilagava sui social il meme con il premier Giuseppe Conte “ritratto” mentre “afferma” le parole riportate nel virgolettato; il meme in questione è stato prontamente rilanciato su Twitter dal leader della Lega, Matteo Salvini.

Una sintesi estrema, brutale, quanto efficace per riassumere lo stato d’animo di chi, come ristoratori, baristi e commercianti, ha dovuto osservare negli scorsi mesi tutta una serie di norme, salvo poi vedere svanito il “sogno” di poter continuare a lavorare: «Puniti ingiustamente dopo aver speso ingenti risorse per adeguarsi e garantire igiene e sicurezza. Signor presidente del Consiglio, queste imprese e questi lavoratori non sono superflui e non sono loro il problema» – twittava il leader del Carroccio. Al di là delle bagarre politiche a cui Salvini ci ha abituati sin dal giorno zero, è chiaro che le modalità con cui è stata affrontata la “seconda ondata” sfiorano a malapena la sufficienza; questa, però, potrebbe essere una valutazione generale, una sorta di media aritmetica di una pagella che purtroppo contempla alcune gravi insufficienze. Come anche non va dimenticato il comportamento dell’italiano medio nei folli mesi estivi.

Rimanendo su questo binario, ricordiamo ai lettori l’articolo pubblicato nello scorso numero de “La Voce del Paese”, all’interno del quale abbiamo dedicato spazio alla voce di pizzerie e ristoranti turesi; a dire il vero, l’unica risposta pervenuta in redazione aveva come mittente “Ad Maiora” che, comunque, è stata in grado di fornire un quadro abbastanza chiaro della situazione attuale, spiegando le conseguenze relative alle novità inserite nell’ultimo DPCM. Sempre la scorsa settimana, vi abbiamo raccontato dell’iniziativa solidale avviata da “Cristalli di Zucchero” che, con i suoi prelibati vassoi “sospesi”, sta provando ad addolcire le giornate dei turesi meno abbienti, sicuramente sprofondati in una fase di profonda amarezza.

Oggi torniamo a parlare dei bar, ai cui titolari abbiamo posto le stesse domande rivolte sette giorni fa a “Ad Maiora”. Il nostro campione d’indagine si compone di tre attività: la stazione di servizio G.I.CA. di Dionigi Labate, Origine Sweet Art di Joseph Mazzotta ed il Bar Meeting di Giacomo Zita. Come se la passano i bar turesi? Scopriamolo insieme.

Come stanno incidendo le disposizioni del nuovo DPCM sulla vostra attività?

G.I.CA.: «Sicuramente si lavora male. La vendita di alcolici, maggiore nelle ore del tardo pomeriggio e serali, è ridotta all’osso perché siamo costretti a chiudere troppo presto. Per non parlare dello stesso caffè che, consumato nei bicchierini per l’asporto, non ha né lo stesso sapore né lo stesso senso. I titolari sono poco tutelati, perché rischiano di prendere multe a causa di gente che, seppur invitata ad andare a consumare fuori, resta dentro il locale. Inoltre, il pomeriggio, se non fosse per le sigarette, non avrebbe neanche senso aprire».

Origine Sweet Art: «Le nuove disposizioni hanno limitato notevolmente l’espletamento della normale attività, generando una riduzione di presenza di oltre il 70%, soprattutto nelle ore pomeridiane e serali».

Bar Meeting: «Queste nuove disposizioni si stanno rivelando molto contrastanti sull’affluenza della clientela nella nostra attività, perché la gente tendenzialmente interpreta il bar come luogo di aggregazione e di incontro».

 

Avete avuto dei cali nelle vendite oppure con la vendita d’asporto o a domicilio state compensando le perdite?

G.I.CA.: «È impensabile compensare le perdite, che sono almeno del 50% rispetto al normale».

Origine Sweet Art: «Le perdite attuali sul fatturato sono importanti, ma l’asporto ed il domicilio rigorosamente nel turno della mattina ci stanno aiutando a ridurle, seppur non in modo sostanziale».

Bar Meeting: «Come detto poc’anzi, questo calo di affluenza ha determinato cali delle vendite; con la vendita da asporto cerchiamo di “limare” le perdite».

 

Avete dovuto tagliare il vostro personale o avete creato nuove opportunità lavorative?

G.I.CA.:«Non è cambiato nulla; la nostra attività è a conduzione familiare: avevamo e abbiamo ancora soltanto un dipendente per i distributori di benzina, il nostro Vincenzo».

Origine Sweet Art: «Il personale ha ridotto notevolmente l’orario lavorativo senza che dovessi ricorrere a misure drastiche».

Bar Meeting: «Nessun taglio di personale».

 

Stando a quanto avete potuto vedere, i cittadini si stanno comportando correttamente?

G.I.CA.: «Abbastanza bene, tutti usano la mascherina anche se a volte – fortunatamente in rari casi – si formano assembramenti all’esterno».

Origine Sweet Art: «Riguardo il rispetto delle disposizioni ricevute in materia di sicurezza, il distanziamento è stato recepito dalla maggior parte della clientela che, rispettosamente, segue le nostre indicazioni, tuttavia con qualche eccezione in cui dobbiamo reiterare le istruzioni».

Bar Meeting: «Da ciò che possiamo notare noi “al di dietro del bancone”, alcune persone hanno timore anche di entrare o non frequentano più il bar; altre persone si disinteressano delle disposizioni del decreto e siamo costretti a ricordargli che esistono regole ben precise, soprattutto di igiene. La maggior parte dei clienti, comunque, si sta comportando come dovrebbero fare tutti».

 

Avreste preferito un altro scenario rispetto alla decisione di un, seppur diverso, secondo lockdown?

G.I.CA.: «Sì, avremmo preferito altro; la situazione attuale sembra più un compromesso, “una via di mezzo” che pecca di indecisione. Sarebbe stato opportuno chiudere tutto come a marzo; in alternativa, permettere a tutti di aprire con le giuste regolamentazioni ed un controllo capillare della situazione per le strade, nelle attività ecc. Adesso, invece, siamo in una specie di limbo che non ha molto senso. Come non ha senso, ad esempio, l’asporto per il caffè: sarebbe stato così difficile permettere l’ingresso dei clienti con un limite massimo di due persone per volta? Ciò avrebbe permesso loro di consumare il caffè all’interno del bar; ne entrano due, poi escono e così via».

Origine Sweet Art: «Sarebbe stato più utile un lockdown breve di un paio di settimane invece dell’attuale “lockdown soft” che porta a molte chiavi di lettura e situazioni di paradosso rispetto alla salvaguardia di assembramenti per il contagio, come per esempio il mercato settimanale, i centri commerciali, ecc.».

Bar Meeting: «Dal mio punto di vista avrei preferito una chiusura totale per tutto il mese di novembre (con ristori immediati per i commercianti) e avremmo passato tempi decisamente migliori».

LEONARDO FLORIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *